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Nessuno sa cosa ci fosse veramente scritto nella fotocopia affissa nella bacheca della Chiesa di Lerici. I giornali e i telegiornali si sono guardati bene dal dircelo. Solo illazioni e mezze frasi. Vediamo ad esempio quanto c'è scritto sulla "Stampa": "Le donne devono fare un esame di coscienza: provocano gli istinti e vanno a cercare guai", quindi il femminicidio è in gran parte colpa loro. Bufera per il manifesto misogino affisso per le festività natalizie dal parroco don Piero Corsi sul portone della chiesa di San Terenzo nel comune di Lerici (La Spezia).
La prima frase è tra virgolette, quindi sembrerebbe scritta sul manifesto, ma è solo una frase (fra le tante) dell'articolo. E, come si sa, anche il diavolo può citare frasi della Bibbia a suo vantaggio.
La seconda non è già più una citazione, ma è una illazione del giornalista che calca la mano con quel "in gran parte" che si è inventato lui. Ecco poi un giudizio del giornalista ("misogino"), oltretutto sballato . Ma che c'entra la misoginia? I "misogini" non sono quelli che odiano le donne? Forse che uno che dice che le donne non dovrebbero andare in giro svestite è un misogino? Forse un moralista, ma non certo un misogino.
Poi le citazioni dell'articolo scompaiono. Quindi non sapremo mai cosa c'era veramente scritto e perché don Corsi è stato sottoposto a linciaggio mediatico (a parte il fatto di non essere un lacchè di radicali, femministe, progressisti e catto-comunisti). Invece veniamo informati per filo e per segno sulle attività pregresse del "pregiudicato" don Corsi, e sugli sproloqui di quelli che chiedono la testa del sacerdote, come la Gabriella Carnieri Moscatelli (telefono rosa).
Ma i giornalisti non dovrebbero informare sui fatti? Perché invece nascondono i fatti e fanno solo giudizi (o meglio pregiudizi)?
Stessa scena per quanto riguarda i Tg, compresi quelli Mediaset, che sono fra i peggiori e più faziosi.
All'improvviso dimenticano il principio del "diritto di cronaca" (a cui si appellano quando si tratta di parlare centri sociali, no global e graffitari, che vengono solo "descritti" nei loro comportamenti delinquenziali, anziché "giudicati", perché in questo caso bisogna "astenersi dal giudizio" e fare solo cronaca), e sfruttano l'occasione per sfogare tutto il loro astio velenoso contro i "clericali".
Però questi giornalisti che all'improvviso si trasformano in teologi e in fustigatori di costumi dovrebbero stare un po' attenti a come parlano.
Infatti quando fanno certe prediche dimostrano di essere dei perfetti ignorantelli e la loro miseria culturale trasuda da tutti i pori.
Un esempio tipico è quanto detto stasera dalla giornalista-commentatrice del TG4 (ma forse lo stesso servizio è stato riproposto anche sulle altri reti Mediaset).
La giornalista-trombona si è ben guardata dal fare il suo mestiere, cioè riportare i fatti, e cioè le parole del sacerdote.
Ne ha riportato solo due pezzetti estrapolati dal contesto ed inseriti in un discorso di insulti e reprimende (roba da propaganda stalinista).
Ma ecco le parole esatte della tizia (anche se vado a memoria, ho risentito più volte il servizio su Internet): "Il prete ha proprio detto così: che se le donne vengono molestate, picchiate e violentate è anche colpa loro, anzi soprattutto colpa loro. Sono le donne a fare violenza perché provocano".
"A questo punto vorrei fare due considerazioni. La prima è che un sacerdote dovrebbe essere il punto di riferimento di chi è vittima di violenze, stupri, botte, insulti. Certo anche il confessore delle colpe, ma da qui a difendere chi infierisce sul più debole ce ne passa."
"La seconda considerazione è invece un vizio culturale: la donna è il diavolo , gli uomini subiscono. E qui don Piero non me ne vorrà se lo accomuno ad un comune macho da Bar che giustifica la violenza che viene commessa con il vecchio assunto che la bellezza provoca. Quindi se qualcuno è vittima si faccia un esame di coscienza... E non dobbiamo dare peso ad una solenne corbelleria."
La giornalista in tutte queste sue affermazioni dimostra la sua falsità, faziosità, anticlericalismo (si parla sempre di "prete", invece che di "sacerdote" o "parroco") e povertà logica/intellettuale.
Innanzitutto affermare che anche le donne andando in giro svestite esercitano una qualche forma di violenza, non vuol dire giustificare la violenza che subiscono.
Sul volantino di Pontifex (utilizzato da don Corsi) c'era scritto a caratteri cubitali "FORMA DI VIOLENZA DA CONDANNARE E PUNIRE CON FERMEZZA".
In secondo luogo affermare che le donne anche loro esercitano violenza non vuol dire difendere chi infierisce sul più debole!
Parafrasando la giornalista potremmo dire: "fra affermare che le donne discinte effettuano anch'esse violenza e difendere chi infierisce sul più debole CE NE PASSA!!!"
In terzo luogo, affermare che secondo don Piero la donna è "il diavolo", è fare una illazione assurda.
A questo punto potremmo dire che secondo i giornalisti di Mediaset "gli uomini sono il diavolo", perché se la prendono con le donne...
La giornalista fa finta di non capire che per la religione cattolica (e anche per don Piero) si criticano comportamenti e non delle categorie di persone in sé.
Sono gli atteggiamenti osceni delle donne (o degli uomini) ad essere "il diavolo" e non le le donne in sé. [...]
Ancora più ridicola l'ultima frase della giornalista, dove dice che secondo don Piero "la bellezza provoca". Ma per pietà signora giornalista, come si fa a dire una cosa del genere. E cioè a confondere la bellezza con l'oscenità!!!
Forse per lei e per i giornalisti di Mediaset essere belle ed andare in giro svestite è la stessa cosa? Per noi, e per il comune senso del pudore, no.
Quindi non è la "bellezza" che provoca, ma l'andare in giro in modo discinto.
Su questo don Piero ha ragione sacrosanta. Come del resto ha ragione tutto l'insegnamento morale della Chiesa Cattolica che da sempre condanna oscenità e pornografia (sia pure mascherate).
I giornalisti delle reti televisive, invece di fare linciaggi mediatici, dovrebbero battersi il petto. Infatti anche loro sono corresponsabili del sistema di violenza e di immoralità che si è diffuso. Quante volte infatti vediamo i TG4, TG5, ecc (o i loro portali internet) indulgere su donne poco vestite... [...]
Nota di BastaBugie: esprimiamo la nostra solidarietà al sacerdote di Lerici (per la precisione al parroco a San Terenzo, paese sul mare vicino a Lerici) e al sito Pontifex.Roma da cui don Piero Corsi ha tratto l'articolo che ha messo nella bacheca della sua parrocchia. Il sito in questione ha spesso pubblicato gli articoli di Bastabugie ed anche nelle polemiche sul femminicidio ha rilanciato un nostro articolo. L'articolo aveva come titolo "Il disgustoso vittimismo delle femministe" e denunciava il tentativo di inasprimento delle pene per il femminicidio, mentre la donna che schiaffeggia, colpisce, umilia e maltratta gli uomini è un modello costantemente alimentato dalla cultura dominante.
Si può leggere questo articolo pubblicato su BastaBugie n.275 del 14 dicembre 2012 e rilanciato successivamente dal sito Pontifex.Roma cliccando qui sotto:
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2565
Si può leggere inoltre questo articolo pubblicato su BastaBugie n.171 del 17 dicembre 2010 sul tema del pudore nel vestire:
OGGI VA DI MODA IL CULTO, L'OSTENTAZIONE E IL COMMERCIO DEL CORPO
Il pudore invece custodisce il mistero delle persone e del loro amore
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1317
Inoltre abbiamo anche pubblicizzato un video che insegna ai giovani, tra le altre cose, a vestirsi con pudore:
SESSO, PERCHE' ASPETTARE? OVVERO: AMORE SENZA RIMORSO
I rapporti pre-matrimoniali in realtà sono anti-matrimoniali (ecco perché sempre più fidanzati scelgono la via della castità)
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1497
Qui di seguito trovate, per completezza di informazione e per sanare la colpevole lacuna di tutti i principali mezzi di informazione, l'articolo messo nella bacheca da don Piero Corsi tratto dal sito Pontifex.Roma:
LE DONNE E IL FEMMINICIDIO, FACCIANO SANA AUTOCRITICA. QUANTE VOLTE PROVOCANO?
Proseguiamo nella nostra analisi su quel fenomeno che i soliti tromboni di giornali e Tv chiamano "femminicidio". Aspettiamo risposte su come definire gli aborti: stragi? Notoriamente, l'aborto lo decide la donna in combutta col marito e sono molti di più dei cosiddetti femminicidi. Una stampa fanatica e deviata, attribuisce all'uomo che non accetterebbe la separazione, questa spinta alla violenza. In alcuni casi, questa diagnosi può anche essere vera. Tuttavia, non è serio che qualche psichiatra esprima giudizi, a priori e dalla Tv, senza aver esaminato personalmente i soggetti interessati. Non sarebbe il caso di analizzare episodio per episodio, senza generalizzare e seriamente, anche per evitare l'odio nei confronti dei mariti e degli uomini? Domandiamoci. Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti e che il cervello sia partito? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell'arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti.
Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici e da portare in lavanderia, eccetera... Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (FORMA DI VIOLENZA DA CONDANNARE E PUNIRE CON FERMEZZA), spesso le responsabilità sono condivise.
Quante volte vediamo ragazze e anche signore mature circolare per la strada in vestiti provocanti e succinti?
Quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre, nei cinema, eccetera?
Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e se poi si arriva anche alla violenza o all'abuso sessuale (lo ribadiamo: roba da mascalzoni), facciano un sano esame di coscienza: "forse questo ce lo siamo cercate anche noi"?
Basterebbe, per esempio, proibire o limitare ai negozi di lingerie femminile di esporre la loro mercanzia per la via pubblica per attutire certi impulsi; proibire l'immonda pornografia; proibire gli spot televisivi erotici, anche in primo pomeriggio. Ma questa società malata di pornografia ed esibizionismo, davanti al commercio, proprio non ne vuol sapere: così le donne diventano libertine e gli uomini, già esauriti, talvolta esagerano.
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