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Quella iniziata in Francia da Hollande è una sceneggiata che abbiamo già visto - ed è finita malissimo - con Zapatero in Spagna. E probabilmente sarà il futuro prossimo dell'Italia se vincerà la Sinistra.
I leader socialisti si trovano incapaci di far fronte all'enormità dei problemi dell'epoca della globalizzazione e alla crisi economica finanziaria.
Così anche Hollande, per dare la sensazione ai propri elettori di fare cose di sinistra, non sapendo che pesci prendere sulla crisi (che si fa sempre più minacciosa per la Francia), si è inventato una rivoluzione antropologica, il "matrimonio gay", con tanto di diritto all'adozione di bimbi.
DEVASTAZIONE
Con essa Hollande decide addirittura di sconvolgere dei pilastri millenari della storia umana come sono le parole "padre" e "madre", oltreché "marito" e "moglie".
Che vengono aboliti e testualmente sostituiti nei documenti pubblici dalla formula "genitore 1" e "genitore 2". Perfino i certificati di nascita e gli stati di famiglia porteranno questa surreale espressione.
Hollande era convinto così di avere dalla sua "la gente" che avrebbe applaudito la sua rivoluzione. E invece scopre adesso che il popolo è dotato di buon senso, a differenza dei politici superficiali e dei governanti apprendisti stregoni.
Anzi, il presidente socialista francese ha dovuto scoprire di non avere dalla sua nemmeno alcune anime del suo partito e gran parte dei gruppi omosessuali, i quali si oppongono e non vogliono essere usati strumentalmente.
IL POPOLO IN PIAZZA
Oggi infatti a Parigi va in scena una manifestazione straordinaria, proprio contro il progetto di legge su "Matrimonio e adozione per tutti" presentato dal ministro della Giustizia Christiane Taubira.
Hollande credeva di avere la strada spianata. Aveva immaginato di trovarsi contro solo i soliti cattolici (anzi, una parte dei cattolici), che facilmente avrebbe liquidato come retrogradi e omofobi.
E invece è accaduto l'incredibile, perché la manifestazione che si sta svolgendo in queste ore (per la quale sono arrivati nella capitale centinaia di pullman e treni speciali) è tutt'altro che una manifestazione dei cattolici.
Sotto lo slogan "Tutti nati da un uomo e da una donna" si ritroveranno persone, associazioni, movimenti, realtà che nessuno avrebbe immaginato di veder convergere: cattolici, ebrei, musulmani, socialisti, liberali, laici e omosessuali.
La manifestazione si definisce "apolitica, non-confessionale e non-omofoba".
Prendiamo Nathalie de Williencourt, portavoce di Homovox, "un collettivo di cittadini francesi che porta la voce degli omosessuali francesi che si oppongono al progetto di legge Taubira".
Nathalie dichiara: "In Francia ci censurano, si ascoltano sempre le lobby LGBT, parlano sempre loro nei media, ma la maggior parte degli omosessuali sono amareggiati dal fatto che questa lobby parli a loro nome, perché non abbiamo votato per loro e non ci rappresenta".
A "Tempi" De Williencourt spiega: "noi gay non vogliamo il matrimonio. Perché la coppia omosessuale è diversa da quella eterosessuale. Ed è diversa per un semplice dettaglio: non può dare origine alla vita, per cui ha bisogno di una forma di unione specifica che non sia il matrimonio".
Come faranno adesso a bollare come "omofobi" questi argomenti di buon senso portati dal portavoce di Homovox?
Del resto Nathalie aggiunge un altro ragionamento di capitale importanza:
"Noi crediamo che i bambini abbiano il diritto ad avere un padre e una madre, possibilmente biologici, che possibilmente si amino. Un figlio nasce dal frutto dell'amore di suo padre e di sua madre e ha il diritto di conoscerli. Se le coppie omosessuali adottano dei bambini che sono già privati dei loro genitori biologici, allora li si priva di un padre e di una madre una seconda volta. L'adozione non è un diritto degli adulti, serve a donare dei genitori ai bambini che non ne hanno, ma oggi non è più così".
Sono posizioni sagge, ma anche coraggiose. Le stesse di Xavier Bongibault, presidente di "Plus gay sans mariage", che si definisce ateo.
Lui, secondo quanto riportava ieri "Avvenire", ha fatto una dichiarazione scioccante, riferendo di aver ricevuto perfino minacce: "La verità è che c'è una volontà di far tacere gli omosessuali. La maggioranza della comunità omosessuale s'infischia totalmente del progetto di legge".
Anche l'ex premier socialista Lionel Jospin ha una posizione critica e ha dovuto ricordare ai suoi compagni che il mondo è popolato di uomini e donne, non di omosessuali ed eterosessuali.
Del resto sua moglie Sylviane Agacinski, che è una famosa psicoanalista e femminista, è una delle personalità del mondo laico che più decisamente si oppongono alla "rivoluzione" di Hollande.
Fra i promotori della manifestazione questa Francia laica si trova rappresentata per esempio dalla socialista Laurence Tcheng, con l'associazione "La gauche pour le mariage républicain", che sbandiera il Codice civile per opporsi al progetto di Hollande e al metodo scelto dal governo che sta imponendo alla Francia questa trovata senza alcun vero dibattito e senza ascoltare il popolo francese, che, nei sondaggi, è in maggioranza contrario.
Il governo indispettito è così nervoso che il ministro dell'educazione nazionale Peillon è stato protagonista di una vera gaffe, dal momento che si è scagliato contro il segretario per l'insegnamento cattolico il quale aveva invitato le scuole superiori cattoliche a organizzare dibattiti, se richiesti dagli studenti, per approfondire il tema delle nozze gay.
In barba alla democrazia e al confronto il ministro ha fatto sapere che è "inopportuno" e lo ha fatto "usando toni che hanno fatto parlare di censura e di ingerenza autoritaria", come scrive Nicoletta Tiliacos sul "Foglio".
Ovviamente alla manifestazione di oggi partecipa in massa pure il popolo di centrodestra che si rallegra di questa sollevazione popolare contro il presidente socialista.
LA GRANDE VOCE DELL'EBRAISMO
Ma le prese di posizioni che più hanno impressionato, oltre a quelle dei vescovi cattolici, sono venute dalle altre confessioni religiose, da voci autorevoli come il rettore della grande moschea di Parigi, Dalil Boubakeur e dal gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim.
Quest'ultimo ha scritto un documento, sulla paternità, la maternità, l'unione dell'uomo e della donna e la figliolanza (contro la filosofia del "gender" e quindi la trovata hollandiana), che ha entusiasmato papa Benedetto XVI, il quale nel suo recente discorso alla Curia lo ha definito "un trattato accuratamente documentato e profondamente toccante".
Anche lo storico Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della sera ha segnalato l'importanza storica del documento di Gilles Bernheim.
Il Gran Rabbino è tornato a parlare il 7 gennaio scorso con una intervista al quotidiano cattolico "La Croix" dove, fra le altre cose, dice "abbiamo perso la comprensione, insieme teorica e pratica, di quello che è il senso morale".
E questo ci rende incapaci pure di fronteggiare la crisi: "Le democrazie liberali occidentali sono mal equipaggiate per farsi carico dei problemi dei più indigenti tra le vittime della crisi. Non perché non si preoccupano della povertà, ma perché hanno adottato meccanismi che emarginano le considerazioni morali. Per questo le loro politiche sociali diventano sempre più tecnocratiche e gestionali".
I governi non fanno più riferimento "a una nozione di bene", dice il Gran rabbino, perciò "al di là di offrire la possibilità di fare ciò che ci piace (e che possiamo pagare) la politica e l'economia odierne non hanno un granché da dire sulla condizione umana. Abbiamo bisogno di ritrovare una tradizione più antica".
Parole sagge, che dovremmo meditare anche noi, in Italia. Perché il duo Bersani-Vendola, se vincerà, sembra voler portare l'Italia nella direzione di Hollande e Zapatero.
Così, dopo aver visto le tragedie del socialismo reale, subiremo i disastri del socialismo surreale.
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