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PERCHE' DARE VOCE IN TV ALLE CALUNNIE DI ALI AGCA?
Su Rete 4 l'uomo che sparò a Giovanni Paolo II ha farneticato menzogne contro la Chiesa
di Maurizio Patriciello
 

Sono andato a letto molto triste dopo la trasmissione Quarto Grado di venerdì scorso. Non mi è piaciuta. Per niente. E non perché sono un prete, ma perché continuo a sforzarmi di essere un uomo. Il programma condotto da Salvo Sottile su Rete 4, tratta di drammi che fanno accapponare la pelle. Persone scomparse, omicidi camuffati da suicidi, morti sospette e verità insabbiate. Gli ospiti, professionisti di valore, danno sempre un ottimo contributo per tentare di dipanare il mistero. Siamo tutti assetati di verità. Tutti vogliamo che il colpevole, chiunque sia, venga stanato e paghi. Tutti vorremo asciugare qualche lacrima dagli occhi di coloro che attendono giustizia. Insomma, siamo riconoscenti per il bene che la trasmissione fa nel mettersi a servizio della verità. Non c'è verità che non porti in sé un briciolo di divino, un frammento di Dio. Nella 'terra degli scomparsi' dal lontano 1983 c'è la cara Emanuela Orlandi, cittadina vaticana. La perseveranza con cui i suoi fratelli tengono accesa la fiamma dell'attenzione nell'opinione pubblica merita plauso.
Venerdì si ritorna a parlare di lei. C'è, in diretta telefonica da Istanbul, nientemeno che Ali Agca, l'uomo che in piazza San Pietro attentò alla vita del beato Giovanni Paolo II. Costui avrebbe da fare rivelazioni sensazionali. E noi, uomini amanti della vita, della Chiesa, della giustizia ci facciamo attenti. Il caso Orlandi dopo 30 anni ancora sconvolge gli animi. Ha fatto e fa soffrire troppe persone. Ben venga chiunque abbia rivelazioni da fare. Sappiamo intanto che le indagini vanno avanti e che si stanno analizzando le ossa della cripta della basilica di Sant'Apollinare. Troppa fiducia abbiamo in Benedetto XVI per non credere che il suo silenzio sia stato dettato solo dal fatto che non aveva ulteriori notizie da dare. Venerdì Agca ci fa sapere che Emanuela e Mirella Gregori sono vive e sono richiuse in qualche convento di clausura. «In qualche modo – afferma – Iran e Vaticano sono complici nell'omertà». La notizia, se fosse vera, dovrebbe far saltare dalle sedie tutti gli italiani. Si nota, invece, che in studio sia Sottile che gli ospiti restano basiti. Il giudice Martella, senza giri di parole, accusa Agca di essere un millantatore e gli chiede di portare le prove di ciò che afferma. Prove che evidentemente Alì Agca non ha. Anche Alessandro Meluzzi smonta la teoria di Agca e gli ricorda che già tante altre volte ha fatto affermazioni rivelatesi bugiarde. Gli chiede poi, con insistenza, se è vero che qualche tempo fa si proclamò nientemeno che Gesù Cristo. Punto sul vivo, Agca va su tutte le furie e, dimenticando la cara Emanuela, con una mossa a sorpresa, quasi farneticando, si scaglia contro il Vaticano accusandolo di «nascondere preti pedofili».
Ecco, ci siamo. L'atmosfera si fa ingestibile e il conduttore tenta di correre ai ripari. Venerdì a Quarto Grado sono state dette cose di una gravità inaudita. Si è permesso a un uomo che non merita alcuna stima e fiducia di gettare ulteriore scompiglio su una ferita che ancora brucia. Gli si è data, dagli schermi televisivi, la possibilità di calunniare la Chiesa e mortificare i cattolici senza portare alcuna prova di ciò che stava dicendo. Si è rischiato di banalizzare un dramma dolorosissimo. Mi chiedo dove sia finito il rispetto dovuto al telespettatore, alla serietà, alla verità. Mi chiedo se questo modo di informare – o meglio di disinformare – abbia fatto bene a qualcuno. Se da venerdì scorso sappiamo qualcosa in più sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. La domanda sorge spontanea: perché si è permesso tutto ciò alla vigilia del Conclave, evento di fondamentale importanza per i cattolici sparsi per il mondo? La verità, disse Gesù, vi farà liberi.

 
Fonte: Avvenire, 10/03/2013