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A Bruxelles si discute, nel Forum sulla demografia, di "Investire sul futuro demografico in Europa". Si parla di lotta alla denatalità, e non in un oratorio parrocchiale, ma in una sede internazionale tra le più laiche e prestigiose.
FINALMENTE LE SUE TEORIE, QUELLE CHE LEI DA ANNI VA RIBADENDO IN OGNI SEDE POSSIBILE, STANNO DIVENTANDO DI MODA? CHE SUCCEDE?
Credo che a Bruxelles si difenda keynesinianamente le nascite per difendere la necessità di domanda, non tanto la vita. Quando Papa Paolo VI nel 1968 scrisse l'Enciclica Humanae Vitae, ad avversarlo non furono solo gli ambienti laici, ma anche alcuni teologi cattolici. Se ricordo bene si rischiò una specie di "scisma" in casa cattolica sul tema della dignità della vita umana, sul tema natalità e così via.
Papa Benedetto XVI riprende magistralmente la Humanae Vitae e la Populorum Progressio, sempre di Paolo VI, per spiegare la crisi economica conseguente il rifiuto della vita umana da parte di una cultura sempre più nichilista, che non sa più distinguere tra fini e mezzi e lascia ai mezzi (l'economia) prendere autonomia morale, contraddire le leggi naturali legate alla vita umana e produrre danni all'uomo stesso. Cara Costanza, le mie non sono teorie, sono tesi provate, riconosciute anche da un grande Pontefice, razionale ed intellettuale come Benedetto XVI. E veniamo a Bruxelles. Se noi cattolici difendiamo la vita umana, ciò viene letto come difesa della Creazione. Il nichilismo dominante rifiuta la Creazione, spiega tutto con la scienza e l'evoluzionismo L'uomo "deve" esser solo un animale intelligente e la sua dignità quella di un bacillo evoluto, ma necessario alla crescita dell'economia... quando si riconosce che senza natalità il PIL crolla e non si assorbono i costi fissi (sanità, pensioni...), non si permette il sostegno della imposizione fiscale, ecc. Il laicismo cartesiano (francese soprattutto) ha scoperto, prima di noi cattolici senza più idee, fede e coraggio, che senza figli si perde ricchezza e potere, così stimola la natalità, sostiene persino la famiglia con incentivi. Ma perchè lo fa? Per amore alla vita, alla famiglia o per rafforzare keynesianamente la domanda e sostenere la produzione? Noi cattolici influenzati da teologi che ignorano i richiami dei Pontefici, influenzati da cattoprogressisti ignavi, che sostengono che non si deve gravare sulle giovani coppie con l'impegno di figliare, stiamo perdendo persino la leadership nella difesa della vita. Le mie non sono teorie, quelle di Malthus e dei neomaltusiani che mi attaccano da anni, sono teorie. Le mie, cioè quelle del magistero della Chiesa, soprattutto quelle di Papa Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, sono la verità, che io ho solamente, ma per primo, utilizzate per spiegare con ogni analisi necessaria, che la crisi economica in corso è dovuta al crollo della natalità nel mondo occidentale. Ma io ho solo fatto il mio mestiere di economista cattolico, la verità e la saggezza in questo principio è nel Magistero della Chiesa. Ma le Encicliche sono veramente lette, studiate, discusse?
TRA I RELATORI A BRUXELLES C'È L'ECONOMISTA INGLESE EDWARD HUGH, CHE HA SCRITTO UN LIBRO DAL TITOLO "POPOLAZIONE, LA RISORSA NON RINNOVABILE", NEL QUALE SOSTIENE CHE SENZA CRESCITA DEMOGRAFICA NON C'È NEANCHE QUELLA ECONOMICA. ADESSO È CORTEGGIATO DA ECONOMISTI ILLUSTRI QUALI KRUGMAN E ROUBINI... LEI QUESTE COSE LE VA DICENDO DA ANNI, ED È SEMPRE SEMBRATO UNA VOX CLAMANS IN DESERTO. COSA È SUCCESSO, COSA È CAMBIATO TANTO DA CONVINCERE I SUOI COLLEGHI?
Non conosco questo economista e le sue tesi, chiunque sia le sue dichiarazioni a sostegno della vita sono benvenute, se sono a sostegno della vita anzitutto e non del "mezzo uomo mero elemento di sviluppo economico". Perché lo sviluppo economico sia in modo equilibrato fondato sulla natalità va anzitutto rispettato il principio della dignità dell'uomo-persona. Esigenza di natalità non è solo esigenza di domanda per soddisfare l'offerta, altrimenti i figli si possono produrre in provetta o clonandoli, oppure facendoli ma non amandoli come si deve fare, educandoli, formandoli. Ma la tua domanda vuole una risposta precisa: senza crescita equilibrata della popolazione il Pil non può aumentare se non attraverso forme di consumismo, cioè aumentando i consumi pro-capite, arrivando a consumismo a debito, insostenibile come abbiamo visto e con le conseguenze attuali .
PER L'ENNESIMA VOLTA DOVRÒ FARLA TORNARE SU ARGOMENTI DI CUI HA GIÀ PARLATO TANTE VOLTE, MA IO NON SONO UN'ECONOMISTA, E LE CHIEDO DI AVERE PAZIENZA. PUÒ SPIEGARE A UNA PROFANA COME ME COME È POSSIBILE CHE, MENTRE SEMBRANO ESSERCI SEMPRE MENO SOLDI IN GIRO, E QUINDI UNA TORTA DA SPARTIRE PIÙ PICCOLA, SECONDO LEI LA RICETTA PER FAR FUNZIONARE MEGLIO LA FESTA SIA NON DIMINUIRE MA AUMENTARE GLI INVITATI? FARE PIÙ FIGLI NON AGGRAVA IL PROBLEMA?
Forse ti riferisci alle suggestioni della decrescita felice, che è, fra tutti, il surrogato più insostenibile, pericoloso e persino "demoniaco". Smettere di far figli, interrompere la crescita della popolazione per tasso di sostituzione (due figli a coppia) significa non generare risorse per mantenere i vecchi, che, scusa la rudezza di linguaggio, significa " sopprimerli" in qualche modo, magari facendolo auspicare da loro stessi sentendosi inutile peso per la società. Significa dover aumentare le tasse, significa ridurre proporzionatamente le risorse necessarie per investire per il bene dell'uomo, per creare posti di lavoro.
Invece pensare di "crescere il numero degli invitati ", consapevolmente, crea l'effetto contrario. A creare la psicosi della difficoltà è stata la crisi economica conseguente al crollo natalità nel mondo occidentale grazie alle teorie neomalthusiane degli anni 1975 (I saggi: Bomba demografica, I limiti dello sviluppo, ecc nati nelle università americane di Stanford ed MIT). Ora certo è più difficile pensare di fare famiglia e figli, per problema di reddito e potere di acquisto legato ai bisogni artificiali imposti dal consumismo. Per le tasse raddoppiate in trent'anni, per assorbire i costi dell'invecchiamento della popolazione, che hanno ridotto i redditi reali della famiglia e hanno imposto il lavoro di entrambi i coniugi e conseguentemente ridimensionato il legittimo desiderio di far figli ed occuparsi di loro... Ma io credo che anche in queste condizioni si possa fare qualcosa di buono, ma ci vuole fede e coraggio. Mi spiego. Solo la prospettiva di fare famiglia crea nell'individuo un senso responsabile di impegno superiore che produce più produttività, crea attitudine al risparmio che si traduce in base monetaria necessaria alle banche per far credito per lo sviluppo ed i consumi veri e gli investimenti. Si pensi che negli anni 1975 il tasso di risparmio sul reddito delle famiglie era superiore al 25% ed oggi, avendo assorbito detto risparmi per consumare, si è ridotto a sotto il 5%. Si stimolino la formazione di famiglie con incentivi adeguati e la famiglia vera, orientata a prolificare, ridiverrà il motore dello sviluppo.
LEI SA CHE IO HO COLTO IL SUO INVITO, PERCHÉ DI FIGLI NE HO FATTI QUATTRO, MA CERTO SE GUARDO AL FUTURO SENZA GLI OCCHI DELLA FEDE UN PO' MI PREOCCUPO, PER LORO... IO PERÒ HO IL CONFORTO DI CREDERE. SECONDO LEI QUANTO POSSONO INFLUIRE I CONDIZIONAMENTI CULTURALI NELLE DECISIONI DELLE PERSONE DI APRIRSI O MENO ALLA VITA?
Senza dubbio è un problema di "condizionamento culturale. Nella introduzione a Caritas in Veritate Papa Benedetto spiega proprio che il comportamento dell'uomo di questo secolo è condizionato dalla cultura nichilista. Quante volte questo grandissimo Pontefice ha richiamato l'esigenza di "emergenza educativa " ?
Si rilegga perciò bene Caritas in Veritate e Deus Caritas est, la prima Enciclica di Benedetto XVI. In essa spiega che l'uomo per vivere equilibratamente e secondo la sua vera natura ha bisogno tre nutrimenti: quello materiale, quello intellettuale e quello spirituale. Negli ultimi decenni lo si è privato di quello intellettuale e spirituale, rafforzando solo quello materiale, indispensabile per la cultura consumistica necessaria a crescere i consumi individuali per sostenere il Pil che sarebbe crollato grazie al crollo delle nascite. Quante volte abbiamo letto le considerazioni di maestri del pensiero, premi nobel, scienziati di fama che salvano vite umane, spiegare che l'uomo è solo un animale intelligente e che la scienza potrebbe provvedere a tutti i suoi bisogni (persino soddisfare il bisogno di felicità e togliergli il dolore) se non fosse per l'insegnamento dannoso della religione cattolica che continua a sostenere la sacralità ed inviolabilità della vita? Come ringraziare questi benefattori dell'umanità?
PER LA SERIE "CORSO BASE DI ECONOMIA PER PRINCIPIANTI" CI PUÒ SPIEGARE PER SOMMI CAPI INVECE CHI ERA MALTHUS?
Era un prete, un prete anglicano, ma sempre prete era. E dai preti puo venire, in modo superiore, insegnamenti di salvezza o perdizione. Si pensi al bene prodotto da un santo Curato d'Ars. Si pensi al conforto, entusiasmo rinnovato, illuminazione, gioia, che danno le parole di un santo prete come è il nostro Pontefice Papa Francesco, che ci fa rafforzare la nostra fede e ci richiama alla purezza dell'insegnamento evangelico, rafforza il coraggio di esser cristiani, ci da speranza. Thomas Malthus (1766-1834) invece di predicare il vangelo e la parola del Salvatore, predicava proiezioni economiche sbagliate e soluzioni dannose. Nel mondo, per Malthus, non c'era posto per la popolazione che il tasso di crescita di allora lasciava prevedere. (nel 1798 scrive il famoso saggio sulla popolazione). Ma non si limitò a prevedere male, magari anche "inventandosi" i numeri, ma sembrò più preoccupato alla prognosi che alle diagnosi, tanto che alla storia passa anche per aver "auspicato" carestie, malattie ecc. quale compensazione delle nascite in sovrappiù. (ricordate il malthusiano Scrooge del celebre racconto sul Natale di Dickens ?). Le proposte di controllo della popolazione del Malthus suonavano male dette da un prete, apparivano una offesa alla carità cristiana ed alla stessa scienza, oltre che al buon senso. Ma chi si arrabbiò con il Malthus fu Marx ed Engels che lo interpretarono in chiave pro borghese ed anti-proletaria. Invece Darwin si innamorò delle teorie malthusiane e le strumentalizzò per elaborare la teoria sulla lotta per la sopravvivenza e la selezione naturale (Darwin dedicò a Malthus il suo libro L'origine della specie). Non commento oltre... Solo ricordo ancora gli attacchi che ho ricevuto io dalla cultura neomalthusiana negli ultimi anni.
OLTRE AI BENEFICI STRETTAMENTE ECONOMICI PER LA SOCIETÀ, COME CI HA SPIEGATO, CI SONO ALTRO MOTIVI PER CONSIDERARE LE FAMIGLIE NUMEROSE UN BENE?
I motivi per credere anzitutto nella famiglia, nella vera famiglia, quella ispirata da principi cattolici, quella che prende ad esempio la Famiglia di Nazaret, è che lì certamente i figli non sono soddisfazioni al desiderio o necessità di avere figli. Lì i figli si amano perché sono voluti da Dio. Ma perbacco, dobbiamo aver vergogna a dirlo? Questa è l'essenza della nostra educazione cristiana, della nostra cultura cristiana. Noi siamo creature di Dio, Dio è il Creatore che ha dato un senso alla sua Creazione e noi creature siamo orientate a dare senso alla nostra vita ed alle nostre azioni. Se abbiamo vocazione matrimoniale non è per fare un contratto di società di fatto di convivenza. Rispetto, come si dice, per chiunque la pensi in modo diverso, ma siamo obbligati ad un comportamento esemplare, altrimenti chi capisce, e da che, che siamo cristiani? Conseguentemente i figli, nelle famiglie cristiane, non solo vengono fatti, ma vengono amati, e perciò allevati ed educati coerentemente. Così divengono membri esemplari ed influenzanti la società. In una famiglia numerosa, (tu Costanza hai 4 figli, io ne ho 5) ed esemplare, dove si benedice la tavola prima di iniziare pranzo e cena, per esempio. (come si sorriderà leggendo che una famiglia esemplare deve benedire la tavola...), i figli vengono (dovrebbero venir...) educati alla sobrietà, alla condivisione gratuita, alla tolleranza, rispetto reciproco, bandendo l'egoismo. Per spegnere risatine ironiche sulle facce di qualche lettore occasionale o solo curioso del sito Costanza Miriano, dirò che riuscirci è impegnativo, vuole sforzo, vuole unità di vita, vuole sacrificio, ma non avete idea dei ritorni su questo investimento... E' come investire in Dio, come investire sulla fede. Conoscete un investimento con una promessa di rendimento così alta? La vita eterna e persino la felicità quaggiù sulla terra?
ANNI FA LEI MI DISSE CHE IL PEGGIO DELLA CRISI SAREBBE ANCORA DOVUTO ARRIVARE, E SPIEGÒ QUELLO CHE SAREBBE SUCCESSO. LE SUE PREVISIONI SI SONO AVVERATE. POSSO ALLORA CHIEDERLE COSA VEDE NEL FUTURO DELL'ITALIA?
Vedi, prova a rileggere Caritas in Veritate, alla conclusione Benedetto scrive che in questo mondo, gli uomini, quando devono cercare di risolvere una situazione di crisi cambiano gli strumenti, i modelli di governance, le organizzazioni. Ma dice Benedetto che poiché sono gli uomini che, usando male gli strumenti provocano le crisi, invece di cambiare gli strumenti si devono cambiare gli uomini. Ora, poiché ciò è indiscutibile, cambiare gli uomini ci vuole tempo, ci vogliono uomini disponibili a cambiare, ci vogliono maestri capaci di cambiarli, ecc. Ma la crisi in corso non aspetterà, potrà solo peggiorare se non si prendono vere iniziative immediate. E chi le prende? Chi saprebbe cambiare gli uomini? ridare loro il senso perso della vita? Delle azioni? Lo può solo fare un intervento miracoloso. Non so se lo meritiamo. Ma nel frattempo la Divina Misericordia ci ha dato Papa Francesco. Che sta dando messaggi di cambiamento del cuore dell'uomo. E ciò mi riempie di speranza concreta.
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