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"Il Direttivo del Movimento per la Vita italiano (…) chiede all'attuale presidente (…) di riproporre le proprie dimissioni già presentate in data 20/4/2013, così da porre le basi di un più celere percorso di riassetto organizzativo". E' la fredda richiesta contenuta in una mozione che verrà presentata alla riunione del Direttivo del Movimento per la Vita Italiano, che si svolge oggi e domani, dall'ex tesoriere Andrea Taddeo. Obiettivo: le dimissioni di Carlo Casini, presidente storico del Movimento per la Vita (lo è dal 1990) nonché europarlamentare, "i cui meriti storici restano comunque indiscussi e indiscutibili", come dice ancora la mozione.
Si tratta di un gesto senza precedenti, peraltro largamente condiviso nel Direttivo, e dice a che punto siano arrivate le tensioni nel Movimento.
La pagina di documento che introduce la richiesta di dimissioni è un durissimo atto d'accusa nei confronti di Casini, reo di comportarsi da padre-padrone del movimento, sia scavalcando e umiliando la Giunta e il Direttivo sia nella gestione economica che manca di qualsiasi trasparenza, con "alcune significative incongruenze nella redazione e presentazione del Bilancio associativo, tali da confermare una deriva 'presidenzialista' svincolata da ogni preventivo confronto e successiva possibilità di controllo". Taddeo peraltro ricorda che proprio questa deriva era stata il motivo delle sue dimissioni da Tesoriere nazionale nel 2012, dopodiché le cose sembrano anche peggiorate.
Oltre alla gestione interna, sotto accusa è anche il rapporto con l'esterno, ovvero l'isolamento e la sterilità in cui è venuto a trovarsi il Movimento per la Vita: azioni pubbliche inefficaci, rapporti sempre più "freddi" con l'associazionismo cattolico.
La situazione è così evidente, afferma Taddeo nel documento, che "è bene che tutto il Direttivo sappia che da tempo ripetutamente autorevoli interlocutori, esterni alla nostra Federazione, hanno chiesto all'attuale Presidente di fare un passo indietro e di favorire un ricambio della rappresentanza nazionale". Il riferimento evidente è alla Conferenza Episcopale Italiana, con cui il Movimento per la Vita ha un rapporto tutto privilegiato, e non solo dal punto di vista ideale: la Cei versa infatti nelle casse del Movimento 600mila euro l'anno, poco meno della metà del bilancio complessivo. La Cei – afferma Taddeo – è così preoccupata della situazione, da minacciare, nell'eventualità che Casini non voglia mollare la presidenza, il taglio dei viveri, che si tradurrebbe "nell'assorbimento della nostra attività culturale nell'orbita di Scienza & Vita e di quella dei Centri di Aiuto alla Vita nelle Caritas".
Le dimissioni di Casini sarebbero dunque necessarie per salvare "non solo l'autonomia e l'identità, ma l'esistenza stessa del Movimento per la Vita italiano".
Il Direttivo che inizia oggi, dunque, sa molto di una resa dei conti nel Movimento per la Vita, dopo anni di battaglie interne che hanno portato all'espulsione o all'emarginazione di personaggi e componenti storiche e a una gestione sempre più personalistica del presidente. L'immobilità del movimento ha peraltro favorito "il sorgere di nuove iniziative concorrenziali alla nostra", dice ancora il documento, con cui non si è saputo attivare "una vera collaborazione operativa".
Finora Casini è sempre riuscito a mantenere il controllo della situazione, contando anche su una solida alleanza con i vertici della Cei, ma ormai anche questo rapporto appare logorato e la mozione – presentata da un suo ex fedelissimo – fa ritenere che la sua presidenza sia effettivamente arrivata all'ultimo atto.
Una componente importante del Direttivo considera che questa potrebbe essere la grande occasione per il rilancio del Movimento per la Vita sia all'interno, cominciando dalla riconciliazione con gli "scomunicati", sia all'esterno, riproponendo una presenza attiva nella società italiana.
Non è però così tutto scontato. Il candidato più accreditato a sostituire Casini è infatti il professor Gian Luigi Gigli, attualmente parlamentare di Scelta Civica, con il quale questo quotidiano ha avuto recentemente un franco scambio di opinioni a proposito della legge sull'omofobia. Gigli, che già oggi o domani dovrebbe essere nominato alla vice-presidenza, è il nome voluto dalla Cei (è difficile contraddire chi conta così tanto nel bilancio del Movimento).
Tale scelta però potrebbe riproporre quel vizio d'origine che ha portato all'attuale paralisi del Movimento per la Vita. In discussione non c'è affatto il valore delle persone in questione e la loro dedizione alla causa: sia Casini che Gigli possono vantare un curriculum di sicuro affidamento. Ma due questioni pesano enormemente: anzitutto la forte "ingerenza" della Cei, che fa calare dall'alto la decisione sul presidente, al punto da svuotare di senso l'autonomia del movimento e frustrare il desiderio di coinvolgimento dal basso; e il concentrarsi in un'unica persona del ruolo di leader del movimento e di suo rappresentante politico. Essendo Carlo Casini un parlamentare è stato giocoforza sacrificare la libertà di giudizio del movimento alla mediazione politica del suo presidente.
Chi è giustamente preoccupato di mantenere delicati equilibri in Parlamento per ottenere le migliori leggi possibili, non può avere la libertà di esprimersi come presidente di un movimento chiamato anzitutto a dare testimonianza della verità. Per questo la guida del movimento – di ogni movimento - dovrebbe essere libera da preoccupazioni "politico-partitiche". Se venisse confermata la scelta dell'on. Gigli quale successore dell'on. Casini, si riproporrebbe lo stesso errore – ripeto: aldilà del valore indiscutibile delle persone - e si condannerebbe il Movimento per la Vita alla paralisi.
Nota di BastaBugie: ecco, in esclusiva per il lettori di BastaBugie, il testo integrale della mozione proposta al direttivo del Movimento per la Vita da Andrea Taddeo
Cari amici del Direttivo,
la ns. prossima riunione convocata per il 21-22 Settembre 2013 ci dà l'occasione per trovare nuovo slancio su importanti temi che sono di nostra competenza e necessitano di decisioni urgenti. Dopo la "sorpresa" per la lettera di dimissioni presentata dal nostro Presidente allo scorso Direttivo di Aprile 2013, è anche il momento per verificare la composizione ed il funzionamento degli Organi dell'Associazione con calma e senza essere presi dall'emotività.
Possiamo ora affrontare i reali problemi e il diffuso disagio già emerso dopo l'ultimo rinnovo delle cariche sociali (Assemblea Terrasini 2012), dai quali è derivato fra l'altro l'avvicendamento del Tesoriere nazionale.
Sono noti a tutti voi i motivi che mi avevano spinto a rassegnare le dimissioni, soprattutto le criticità nella gestione della Federazione nazionale da me puntualmente evidenziate e che non hanno trovato alcuna credibile correzione di rotta.
Anche nell'Assemblea nazionale di Tivoli 2013, così poco partecipata, ho dovuto segnalare alcune significative incongruenze nella redazione e presentazione del Bilancio associativo, tali da confermare una deriva "presidenzialista" svincolata da ogni preventivo confronto e successiva possibilità di controllo.
I gravi problemi posti alla vs. attenzione non sono stati risolti neppure dopo la nomina di un nuovo Tesoriere, anzi si sono ulteriormente radicalizzati, come penso possa confermare l'amico Remo Cavicchini.
La questione nodale resta sempre la stessa: in via di fatto, nonostante l'ampia base associativa e la nostra ricchezza di qualificate risorse umane, continua a rimanere frustrata la volontà assembleare più volte espressa di pervenire ad una effettiva gestione collegiale della Federazione, così come prevista a chiare lettere dallo Statuto. E' stata infatti consentita al Presidente la possibilità del tutto arbitraria di svolgere in solitudine anche ruoli decisionali ed esecutivi, con modalità tali da rendere irrilevanti le funzioni statutarie della Giunta e del Direttivo.
Senza voler disconoscere i meriti e le qualità di Carlo Casini, che gli vanno attribuiti in misura eccezionale ed ineguagliabile lungo il corso della storia del Movimento per la Vita Italiano, dico soltanto che lo sviluppo di una realtà complessa come la nostra, composta da oltre 600 associazioni locali, può e deve contare sulla disponibilità di ciascuno, dal più grande al più piccolo degli aderenti, a rendere un "servizio" adeguato alle necessità del tempo presente.
E' pertanto responsabilità di tutti e di ciascuno saper "leggere i segni dei tempi" e ad essi corrispondere con la propria azione, magari accettando per il bene comune un ruolo diverso da quello storicamente svolto (ci sia di esempio la testimonianza di S.S. Benedetto XVI).
In questa prospettiva di sviluppo tralascio di considerare il fronte esterno degli antagonisti e le loro azioni ostili, rilevo invece all'interno del "campo amico" il sorgere di nuove iniziative concorrenziali alla nostra e la crescente difficoltà di attivare sinergie di livello nazionale in cui sperimentare una "vera" collaborazione operativa, al di là di scontate convergenze di facciata.
Basta pensare ad esempio all'andamento dell'iniziativa europea UNO DI NOI, giunta ormai al suo epilogo, e all'ennesimo mancato coinvolgimento nella Settimana Sociale per rendersi conto che il rapporto della nostra rappresentanza nazionale con i corrispondenti livelli delle altre realtà associative del mondo cattolico italiano continua a rimanere sostanzialmente "freddo" e condizionato anche da imbarazzanti preclusioni (potrebbero a proposito essere menzionati tanti ulteriori esempi).
Quali siano le cause di tale palpabile disagio, di cui percepiamo i sintomi riflessi persino in periferia, posso solo intuirlo, ma stando ai fatti e non alle opinioni è bene che tutto il Direttivo sappia che da tempo ripetutamente autorevoli interlocutori, esterni alla nostra Federazione, hanno chiesto all'attuale Presidente di fare un passo in dietro e di favorire un ricambio della rappresentanza nazionale, giungendo fino al punto di indicare l'identikit del nuovo presidente e accessoriare la mancata realizzazione dell'auspicio con un eloquente allarme sulla futura tenuta delle nostre risorse finanziarie, addirittura ipotizzando l'assorbimento della ns. attività culturale nell'orbita di Scienza & Vita e di quella dei CAV nelle Caritas.
Nella Giunta tenutasi a Luglio u.s. si è parlato proprio di questo e l'ordine del giorno della riunione di Settembre del Direttivo ne rappresenta il corollario, pur evidenziando il tentativo di nascondere le reali cause della crisi e pilotare l'esito di una soluzione preconfezionata da altri, a dispetto della democrazia associativa e dei compiti statutari del Direttivo.
Tutto questo è grave ed inaccettabile, tanto più mettendo a rischio non solo l'autonomia e l'identità, ma l'esistenza stessa del Movimento per la Vita Italiano.
Se dunque l'oggetto dell'autorevole sollecitazione riguarda innanzitutto la persona del Presidente, per il bene del movimento appaiono opportune le sue immediate dimissioni piuttosto che far trascorrere altro tempo in inutili schermaglie interne ed esterne, così da poterci riappropriare in maniera consapevole e dignitosa del diritto-dovere di determinare il nostro futuro senza ricatti o commissariamenti.
Mi faccio pertanto promotore della seguente mozione:
"Il Direttivo del Movimento per la Vita Italiano, ritenendo indispensabile affrontare con urgenza i problemi conseguenti alla rilevata necessità di un più efficiente, trasparente e congruo assetto organizzativo-gestionale della Federazione secondo quanto prefigurato dallo Statuto anche al fine di rafforzare in senso collegiale la funzionalità ed autorevolezza degli organi di rappresentanza nazionale, chiede all'attuale Presidente, i cui meriti storici restano comunque indiscussi e indiscutibili, di riproporre le proprie dimissioni già presentate in data 20/04/2013, così da porre le basi di un più celere percorso di riassetto organizzativo."
Considerata la delicatezza del contenuto e della situazione chiedo a tutti i componenti del Direttivo di non divulgare ad altri questa lettera.
Chiedo infine a quanti ritengono di sostenere detta mozione di dirmelo in via riservata, unitamente alla disponibilità a sottoscriverla come co-presentatore.
Cordiali saluti
Andrea Taddeo
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