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Guardate con molta attenzione questo video, perché è la testimonianza più drammatica della catastrofe sociale, culturale e giuridica che stiamo vivendo. E' un documento che dovrebbe far ribollire le nostre coscienze.
Guido Barilla - presidente della omonima multinazionale alimentare, uno dei marchi italiani più conosciuti al mondo - volto teso, voce nervosa, è costretto a umilianti scuse, sul modello dei dissidenti cinesi. E' una vecchia pratica maoista, ma torna sempre buona. Nella versione originale ci sono prima i lavori forzati e le sessioni di rieducazione, poi la pubblica autocritica. Nel caso specifico la rieducazione è stata veloce: un bombardamento mediatico scatenato dalla lobby gay e amplificato da tutti i maggiori quotidiani: in poche ore un brillante capitano d'industria trasformato sui notiziari di tutto il mondo in uno dei peggiori criminali in circolazione, inviti al boicottaggio dei suoi prodotti. E l'autocritica scatta immediata, anche per le forti pressioni in azienda e in famiglia per evitare un presunto disastro economico. Lo ha spiegato bene suo fratello Luca, vice-presidente del gruppo, parlando ai ragazzi delle scuole di Fidenza: «Mio fratello ha sbagliato - ha detto -, ma ha chiesto scusa perché noi in azienda rispondiamo alla regola che ci diede nostro padre: 'Che nessun dipendente abbia mai a vergognarsi di ciò che fa la Barilla'».
VERGOGNARSI DI COSA?
E di cosa dovrebbe vergognarsi la Barilla? Del fatto che Guido, intervenendo a un programma radiofonico e rispondendo alle domande pressanti dei suoi interlocutori che gli chiedevano perché non fa uno spot pubblicitario sulle famiglie gay, ha dapprima detto che i suoi soldi li investe come vuole, poi ha spiegato che non farà mai spot per famiglie gay perché lui crede che la famiglia sia solo quella naturale, marito, moglie e figli.
Cioè la Barilla dovrebbe vergognarsi di aver affermato ciò che è sancito dalla nostra Costituzione, per la quale la famiglia gay semplicemente non esiste. C'è una sola famiglia, che è «una società naturale fondata sul matrimonio» (art. 29), finalizzata a «mantenere, istruire, educare i figli» (art. 30). Guido Barilla ha detto soltanto ciò che la Costituzione sancisce e rivendicato la facoltà di scegliere un pubblico di riferimento per vendere i suoi prodotti. Nessuna discriminazione, nessun atteggiamento anti-gay, nessun incitamento all'odio e alla violenza.
Eppure si dovrebbe vergognare perché, come dice nel video di scuse, «mi hanno fatto capire che sul dibattito riguardante l'evoluzione della famiglia ho molto da imparare».
Così eccolo che si deve umiliare impegnandosi a incontrare nelle prossime settimane «gli esponenti delle associazioni che meglio rappresentano l'evoluzione della famiglia», cioè le associazioni gay. Affiora la possibilità, evocata dall'onnipresente Dario Fo in una lettera aperta a Guido Barilla, di uno spot Barilla pro-gay. Ed ecco allora che le terribili accuse dei giorni precedenti diventano magnanimità nei confronti del peccatore disposto a riconoscere i suoi peccati. Vedi il linguaggio clericale di Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay e consigliere regionale in Emilia-Romagna: «Capita a tutti di sbagliare nella vita - ha detto dopo aver visto il video -, l'importante è accorgersi dell'errore, ammetterlo sinceramente e fare di tutto perché ci sia un atteggiamento e una azione riparatrice». Da vomito.
Così adesso Grillini è disposto a ricevere il "pentito" Barilla nel suo ufficio in Regione. Hanno piegato il nemico, adesso lo vogliono vedere strisciare ai loro piedi e farsi pagare un bellissimo spot che magari farà perdere quote di mercato alla Barilla (le famiglie vere contano più dei gay al supermercato) ma che sarà il trionfo dell'ideologia gay, il trionfo della violenza e dell'arroganza.
È TEMPO DI SVEGLIARSI
Possibile che nessuno si svegli davanti a queste cose? I gravi fatti di Casale Monferrato, con lo squadrismo gay che impedisce un normalissimo convegno (fatti ignorati ovviamente dalla stampa, inclusa quella cattolica) e ora la squallida vicenda Barilla: non è ancora chiaro che c'è una minoranza violenta e arrogante che detta legge e di cui siamo tutti ostaggio? Affermare che la famiglia è fondata sul matrimonio tra uomo e donna è diventato un crimine, «un'uscita infelice» nella migliore delle ipotesi (vedi Corriere della Sera). Non è ancora chiaro che la legge sull'omofobia non c'entra niente con le presunte violenze contro gli omosessuali, ma è soltanto un tassello nel consolidamento di una dittatura gay?
Come si fa ancora a sostenere che i gay sono discriminati? Imperversano nei giornali e nelle tv, comandano al cinema, dettano legge in politica, sono forti perfino nella Chiesa. Le donne con figli sono discriminate, non i gay. Nessun datore di lavoro ti chiede se sei gay, ma la stragrande maggioranza chiede alle donne giovani se hanno intenzione di sposarsi e fare figli (inteso che al "sì" si straccia la domanda di assunzione) o più semplicemente vengono scartate subito. E nessuno che si scandalizzi di ciò, nessuno che intervenga. [...]
L'autocritica di Guido Barilla è un documento agghiacciante. Che almeno serva a risvegliare qualche coscienza.
Nota di BastaBugie: vi invitiamo a vedere i due video. Il primo è la versione integrale dell'intervista a Guido Barilla a La Zanzara su Radio 24. Pur manifestandosi a favore dei matrimoni gay, viene considerato omofobo. ll secondo video è quello pubblicato nel sito della Barilla dove Guido chiede scusa e si dimostra disponibile ad imparare le evoluzioni della famiglia dalle associazioni omosessualiste: umiliante!
https://www.youtube.com/watch?v=ovLDCzDIO5g
http://www.youtube.com/watch?v=e4roUsVXzR4
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