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Fa sempre un po' pena dover scrivere certe cose, ma mi sembra importante per aiutare i lettori a capire meglio alcune dinamiche "troppo umane".
Il 29 settembre, il sito mediatrice.net, diretto da padre Alfonso Bruno, nuovo Segretario generale dei Francescani dell'Immacolata all'epoca del commissario Fidenzio Volpi, riporta un intervento dal titolo "Corsi e ricorsi storici: dalla violenza verbale alla violenza fisica", che si snoda a mostrare come spesso la violenza verbale delle ideologie, in particolare negli anni Settanta, che videro l'esplodere del terrorismo, si sia poi tradotta in azioni violente. Considerazioni interessanti e condivisibili, senonché ad un certo punto si trova scritto: "Oggi, le tendenze ideologiche più radicali sono state sostituite da quelle identitarie, altrettanto – se non più ancora – estreme. C'è l'identitarismo razziale...; c'è però – soprattutto – l'identitarismo religioso. Qui, si è portati a pensare ai Musulmani: ci sono indubbiamente gli islamisti fanatici, ma in fatto di fanatismo non scherzano nemmeno certi estremisti cattolici". E si prosegue tratteggiando l'identikit di tali "estremisti": fanatici vandeani, desiderosi di bruciare gli eretici, e pronti a breve a passare alla violenza; "per adesso, il loro rogo è ancora subliminale, e riguarda le idee, ma – continuando su questa strada – si passerà prima o poi alle vie di fatto. Lo slogan e l'insulto hanno soppiantato, sugli attuali mezzi di comunicazione ogni ragionamento".
Non sono particolarmente perspicace, ma riesco ugualmente a capire che per l'autore dell'articolo, postato su un sito dedicato alla Madonna, questi "fanatici cattolici" siano quelli che in questi giorni si stanno opponendo all'interpretazione "alfonsiana" dei fatti (Bertocchi, Agnoli, Siccardi, svariati laici della M.I.M... tutti generosamente finiti dentro la categoria indistinta dei "tradizionalisti", che è come dire "fascisti" in politica). Oppure stanno parlando di se stessi?
In effetti, chi sovrabbonda di slogan ed insulti? A ben vedere, in un altro articolo che si trova sullo stesso sito (I detrattori replicanti, del 26/09), riportato anche sul profilo Facebook dei Francescani dell'Immacolata, si trova un florilegio di fantasiosi insulti. I "tradizionalisti" (anche qui un termine generico con cui si racchiudono posizioni ben diverse tra loro) sono considerati "piccoli esseri maligni", "giornalisti mancati, cui la fatidica rete offre l'occasione per vendicarsi delle loro frustrazioni professionali", "esemplari della fauna"... Il primo di questi è, secondo il catalogo dei reprobi, Lorenzo Bertocchi, reo di "aver fatto di conto" sul sito Libertà e persona (un conto che ha convinto, sia detto tra parentesi, svariate persone), e di aver dimostrato che i dati proposti da padre Bruno sui frati favorevoli al commissariamento sono manipolati. Di lui si dice: "In prima fila, fa spicco per il suo acume (si fa per dire) tale Lorenzo Bertocchi, che si presenta quale studioso di Scienze Agrarie: disciplina per definizione non certo arida, ma dal momento che "la terra è troppo bassa" e costringe dunque il coltivatore a chinarsi – come solgono giustificarsi quanti abbandonano la zappa e il badile per dedicarsi al lavoro intellettuale – ecco l'insigne agrarista scegliere il suo "violon d'Ingres" ed invadere il terreno (è il caso di dirlo) delle scienze religiose".
Chi conosce Lorenzo Bertocchi, sa non solo che, oltre alla laurea in scienze agrarie, possiede anche diplomi ottenuti presso Università pontificie e che collabora con quotidiani e riviste di prestigio (cattoliche e laiche), ma sa altresì molto bene che è persona di grande equilibrio e moderazione. A lui bisognerebbe rispondere, come a tutti, non solo con garbo, ma soprattutto nel merito: ha ragione Bertocchi quando sostiene che accorpare in un'unica percentuale i Frati francescani dell'Immacolata favorevoli ad un Capitolo straordinario (cioè ad una risoluzione comunque interna alla congregazione) con quelli invece favorevoli al commissariamento (cioè ad un intervento, pesante, dall'esterno) sia una manipolazione? Ha ragione o torto quando chiede, dal momento che si è a lungo dibattuto sui numeri, proprio per giustificare il commissariamento, che sarebbe opportuno darli, questi numeri, in modo onesto, indicando con precisione quanti Frati hanno espresso esplicitamente il loro parere favorevole al commissariamento?
Invece sembra che l'insulto sia l'unica strada percorribile, saltando del tutto il punto in questione. Si arriva addirittura a scrivere: "L'asserzione del Bertocchi si riferisce al fatto che il Visitatore Apostolico, la cui indagine è stata alla base del successivo commissariamento, ha svolto una indagine conoscitiva tra i religiosi. Qui non entriamo nel merito dei risultati, che i nostri lettori possono trovare in dettaglio sul sito degli stessi Francescani dell'Immacolata...". Come? Tutto il pezzo di Bertocchi mette in discussione i numeri dati da padre Bruno sul sito dei Francescani e rilanciati presso varie agenzie, e qui gli si risponde che non si vuole entrare nel "merito dei risultati" numerici? C'è dunque qualcosa da nascondere, dietro gli insulti?
Poi è il momento della dott.sa Cristina Siccardi, non prima di aver regalato l'ultimo complimento a Bertocchi: "Uscito ingloriosamente di scena il Bertocchi, subissato dai fischi e dai lanci di ortaggi degli spettatori, occupa il proscenio una autentica primadonna, la Dottoressa Cristina Siccardi, che sta al giornalismo tradizionalista come la grande Eleonora Duse stava ai drammi di Gabriele D'Annunzio".
Nell'articolo c'è spazio anche per il direttore de La Nuova Bussola, come parte di un' "idra dalle molte teste": "Padre Bruno ha inviato una dettagliata smentita dell'articolo di Agnoli, indirizzata al Direttore de "La Nuova Bussola", Riccardo Cascioli, invocando, a norma delle Leggi sulla Stampa, il proprio diritto alla rettifica. Il Dottor Cascioli ha risposto penosamente, menando il can per l'aia...". Il giorno dopo, invece, il direttore Cascioli pubblicava la smentita di padre Bruno, all'articolo di Agnoli. Smentita, per il vero, curiosa: mentre Agnoli fondava la sua testimonianza sull'opposizione calunniosa di padre Bruno alla marcia per la vita, padre Bruno risponde... al dossier pubblicato su Libertà e persona, senza dire neppure una parola sulla marcia stessa. Chi mena il can per l'aia?
Lascio ai lettori, infine, il diletto di leggere il resto delle nobili considerazioni, riportate in questi articoli. Fa certamente male, però, vedere che nel sito e nel profilo Facebook ufficiale dei Frati si ritrovino tanti insulti, astiosi e poco ragionevoli. Si fa fatica a capire come possano essere proprio i personaggi che usano in un modo così offensivo il nome dell'intero ordine, dopo aver escluso dalla possibilità di postare alcunché non solo i fondatori, ma tutti gli altri Frati considerati "dissidenti", a condurre l'istituto alla tanto auspicata pacificazione.
Perché vede, caro direttore, nella mia esperienza certamente limitata, mi sono fatta un'idea di quello che sta accadendo all'interno dei Frati. Quando accompagnavo gruppi di ragazzi in montagna, accadeva spesso che si finiva per litigare, perché non riuscivo quasi mai a tenere insieme tutti: c'erano i più veloci e i più lenti, i più intraprendenti e i pusillanimi, gli entusiasti e gli annoiati. E questi finivano immancabilmente, nonostante le raccomandazioni a rispettare tutti, per dirsele di santa ragione, e di ragione ognuno ne aveva almeno un po'... E' accaduto più o meno così: tu sei un "cripto-lefebvriano"! E tu sei un "modernista!". Tu celebri una Messa mediocre... E tu quella contro lo spirito del Concilio!
Quando a casa cominciavamo a "farci i complimenti" tra sorelle, mia mamma – che non è laureata in teologia, anzi non è proprio laureata affatto, ma ha del buon senso – chiudeva la porta della camera, fino a che non avevamo finito di dircele (e ogni tanto di darcele). Ma nel caso dei Francescani dell'Immacolata, anziché chiudersi tutti nella "stanza" del Capitolo generale, qualcuno (secondo i miei calcoli non più di dieci Frati, ma sarò forse smentita dalla pubblicazione dei dati effettivi e ben distinti, come richiesto da Bertocchi...) ha preso la palla al balzo ed ha incominciato a creare un "caso" tale da richiedere l'immediato intervento della Santa Sede, presentando un'unica versione dei fatti.
Appurato dunque chi sia ad usare realmente violenza verbale, mi domando se per caso non accada che questi personaggi passino anche ai fatti.
In effetti, a ben vedere le ultime decisione di governo, sembrerebbe che l'epurazione, tipica dell'ideologia, sia già iniziata.
A partire da P. Stefano Manelli, fondatore della Congregazione, è stato applicato il canone 1337 del Codice di Diritto Canonico: una pena espiatoria che lo confina nella diocesi di Cassino (viene da pensare a padre Pio, maestro di padre Stefano: anche lui fu accusato da vari confratelli e perseguitato dalle gerarchie ecclesiastiche, ma difeso da molti laici coraggiosi e devoti).
E tanti altri spostamenti...
Concludo ricordando un pensiero del compianto Cardinal Tomas Spidlik. Durante gli Esercizi spirituali predicati a Giovanni Paolo II e alla Curia romana, spiegò la differenza tra un povero contadino ubriacone ed un prete con lo stesso vizio. Il contadino, dopo aver bevuto, si recava a confessarsi, dicendo: "Padre, ho peccato. Mi piace il vino ed esagero, sono un poveraccio". Il sacerdote invece cominciava a spiegare durante la predica che perfino San Paolo afferma di prendere vino, la Regola di San Benedetto lo raccomanda e chi non beve lautamente non sa godere delle cose buone che Dio ci ha dato. Chi ha orecchi per intendere, intenda.
Nota di BastaBugie: il commissario dell'Istituto dei Frati Francescani dell'Immacolata padre Fidenzio Volpi dopo aver affondato i Francescani dell'Immacolata, sta tentando di estendere la sua competenza anche alle Francescane dell'Immacolata. Ecco cosa sta accadendo (Fonte: Corrispondenza Romana): il commissario ha inviato una lettera al cardinale Braz de Aviz, prefetto della Congregazione dei Religiosi, per lamentarsi del comportamento di alcuni collaboratori dello stesso cardinale prefetto. Nella lettera, immediatamente circolata con stupore all'interno della Congregazione, il commissario giunge infatti a rimproverare il cardinale Braz de Aviz, per l'atteggiamento non sufficientemente repressivo nei confronti delle Suore Francescane dell'Immacolata dei due Visitatori che, per incarico della Congregazione, hanno partecipato al Capitolo straordinario delle Suore, svoltosi il 23 settembre 2013. Le Suore Francescane, in quel Capitolo, in conformità alle loro costituzioni e al loro Direttorio, hanno rivendicato la loro autonomia dai Frati dissidenti dell'Immacolata. Padre Volpi invoca il numero 583 del Codice canonico, per reclamare la nullità delle deliberazioni assunte dalle Suore e accusa i Visitatori di non aver adempiuto ai loro obblighi di controllo. Il Codice ha però molti canoni, tra i quali il numero 578 secondo cui i membri di un istituto hanno il diritto/dover di custodire fedelmente "l'intendimento e i progetti dei fondatori" (nel caso delle Francescane dell'Immacolata, padre Manelli, di nulla colpevole, per ammissione di padre Volpi) e il 580 che assicura agli istituti religiosi la "giusta autonomia di vita, specialmente di governo" necessaria alla loro vita. Quella autonomia che il dispotico commissario vorrebbe negare a Frati e Suore, per trasformare i conventi in caserme.
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