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EUTANASIA LEGALE: SI RIPARTE CON LA MENZOGNA!
Come i cattolici possono perdere anche questa battaglia...
da Comitato Verità e Vita
 

I segnali per una ripresa della battaglia per legalizzare l'eutanasia nel nostro Paese sono molteplici; d'altro canto, la composizione del Parlamento e i risultati delle elezioni europee fanno sperare coloro che hanno sempre cercato di distruggere i fondamenti della nostra società di riuscire a dare una spallata definitiva alla famiglia, alla verità sull'uomo e sulla donna, al rispetto di ogni vita umana. Il Presidente della Repubblica – la cui decisione sull'uccisione di Eluana Englaro ha irrevocabilmente segnato il precedente mandato – ha formulato un invito pressante, sostenendo che "il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee su questa materia" e definendo "drammatici i dati resi noti da diversi istituti che seguono il fenomeno della condizione estrema di migliaia di malati in Italia"; così accreditando la versione di migliaia di malati che tenterebbero il suicidio ogni anno e che vorrebbero essere uccisi per morire "con dignità".
Si parte, come sempre, dalla menzogna! Le notizie provenienti dai paesi in cui il testamento biologico è stato introdotto dimostrano chiaramente che il vero obiettivo, già messo in atto, è di eliminare – senza o contro la loro volontà – le persone "scomode" o "inutili" alla società (malati gravi, soprattutto se anziani; disabili in stato di incoscienza; malati di mente; neonati o bambini con gravi patologie): come un filo rosso della distruzione dell'uomo, ispirata dalla mentalità antiprocreativa, che parte dalla contraccezione abortiva e passa dall'aborto legale - specificamente quello eugenetico, ipocritamente denominato "aborto terapeutico", che da oltre 36 anni permette e promuove l'eutanasia prenatale – e dalla fecondazione in vitro.
Degli omicidi "pietosi" compiuti in tutto il mondo si tace: si ripropone piuttosto la solita favola dei medici insensibili e crudeli che "torturano" i pazienti, impedendo loro di morire quando è il momento. "Nessuno può decidere per noi!", ci viene ripetuto, cercando di nascondere la trappola che si sta preparando e che servirà proprio allo scopo opposto: permettere ad altri (medici, familiari, "amici") di sentenziare la nostra morte.
Ecco che il Consiglio d'Europa fa la sua parte, con una "Guida per le decisioni sul fine vita". Chi l'ha scritta? Un "Comitato di bioetica", ovviamente! La sua legittimazione democratica? Nessuna. E in cosa consiste lo stato di "fine vita"? "Un grave deterioramento della salute, a causa della evoluzione di una malattia o di altra causa, minaccia la vita di una persona irreversibilmente in un prossimo futuro": quindi non solo pazienti terminali, ma persone che – prima o poi – sono destinate a morire …
Ecco i politici "cattolici" (come l'on. Gigli, su Avvenire del 13 maggio) pronti a raccomandare un "supplemento di riflessione", invitando a "non rigettare affrettatamente" la Guida, benché "non del tutto in sintonia con i nostri valori etici"!
La rinuncia a difendere i principi non negoziabili, che nella precedente legislatura portò ad un passo dall'approvare una "legge cattolica sull'eutanasia" – come il Comitato Verità e Vita denunciò puntualmente con il "Manifesto Appello sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia" – continua ancora? Davvero il disastro della legge 40 sulla fecondazione artificiale non ha insegnato nulla?

 
Titolo originale: Eutanasia legale: si riparte!
Fonte: Comitato Verità e Vita, 26/05/2014