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Quando si parla di Riforma protestante il pensiero condiviso pare essere quello di un'opportunità colpevolmente non colta dal mondo cattolico, che si è tagliato fuori da un'ondata di modernità e libertà che lo avrebbe certamente reso più idoneo ai giorni odierni. Lutero, dopo cinquecento anni, conserva l'immagine di un condottiero che emancipò le masse dall'ignoranza delle Scritture, introducendole alla libertà di pensiero. Nessuno lo descrive come violento, antisemita e blasfemo. Eppure, sono i suoi stessi scritti a raccontare di una personalità inquietante e carica di odio, come riporta scrupolosamente Angela Pellicciari, storica del Risorgimento e dei rapporti tra papato e massoneria, nel suo ultimo libro: Martin Lutero (Ed. Cantagalli).
Professoressa, dal suo volume emerge il ritratto di un uomo pieno di contraddizioni, come mai?
«Lutero ha voluto il ritorno alla Scrittura, anzi, alla "sola Scrittura", ma della Scrittura ha preso solo quanto corrispondeva al suo pensiero. Un esempio: negava il libero arbitrio, cioè negava che l'uomo fosse responsabile delle proprie azioni. Negava pertanto che le opere fossero necessarie alla salvezza. Bene, nella Scrittura sono moltissimi i passi in cui si afferma il contrario. Che fa Lutero di fronte alla lettera di Giacomo? La definisce una lettera di paglia. «Amate i vostri nemici», comanda Gesù, invece in nome della sola Scrittura Lutero propaganda un odio assoluto, orribile e smodato, nei confronti del papato e degli ebrei. Abolisce la bellezza del culto cattolico con quadri, icone, sculture, paramenti e cerimonie, ma diffonde capillarmente immagini oscene disegnate da Lucas Cranach, interprete della cultura luterana nell'arte, per irridere e calunniare la storia religiosa dell'Occidente. La rivoluzione francese avrà il copione pronto».
Con questa lettura del personaggio Lutero non si rischia di riaprire vecchie ferite proprio mentre siamo impegnati in un cammino di ecumenismo col mondo luterano?
«Sono stata molto sorpresa dalla reazione di tanti amici cattolici, cattolici convinti, alla comparsa di questo libro. Persone che avevano condiviso e pubblicamente appoggiato il mio lavoro di riscoperta della verità sul Risorgimento, in questo caso sono state zitte. Ma proprio zitte. Nel senso che lo stampa cattolica si è distinta per ignorare o, diciamo, prendere in scarsissima considerazione questo mio lavoro. La motivazione che mi è stata addotta è proprio quella cui si fa riferimento: le esigenze dell'ecumenismo e la difese dei "poveri" protestanti. A mio parere le cose stanno diversamente. La divisione fra i cristiani è certamente uno scandalo. Ma lo scandalo non può andare a discapito della verità, perché questo sarebbe uno scandalo maggiore. E la verità è - a mio modo di vedere - che la predicazione luterana è stata la peggiore sciagura del secondo millennio. La verità è che i "poveri" cattolici hanno subito danni enormi a causa di Lutero e che negli ultimi decenni sono anche stati vittime di una campagna di disinformazione sistematica che li ha indotti ad accettare supinamente le ragioni del pensiero protestante e massonico, profondamente anticattolico e, quindi, antitaliano».
Ne esce un giudizio sulla Riforma protestate del tutto negativo che si appropria e distorce il concetto di libertà.
«Proprio innalzando la bandiera della libertà, Lutero è all'origine della statolatria moderna e di un assolutismo sconosciuto nella cattolica Europa. Se si analizzano i suoi scritti, cosa che io ho fatto con attenzione, la parola libertà ricorre come un mantra: libertà, libertà, libertà. Proprio come faranno i giacobini e i comunisti. Libertà dunque. Quale libertà? Quella dal Papa e da Roma. Quella che in Germania fonda un nazionalismo esacerbato che stacca dalla comunione cattolica una parte significativa del territorio tedesco. Quella che addita nel principe colui che, per volontà di Dio che lo ha scelto, dovrà guidare non solo lo Stato ma anche la Chiesa. Colui quindi che concentrerà nelle sue mani un potere assoluto. Quel potere contro cui la Chiesa ha sempre combattuto schierando a battaglia uno stuolo di martiri».
Ma il pensiero comune pare essere esattamente il contrario: si dice che Lutero sia il fondatore della modernità in quanto si è schierato a favore del libero esame contro l'oscurantismo cattolico.
«Si dice, appunto. É vero che Lutero ha scatenato una battaglia furibonda in nome del libero esame. Ma è altrettanto vero che questo esame coincideva con il suo. Di fatto, ha preteso di incarnare quell'infallibilità che la Chiesa ha sempre attribuito al Papa. Partito dal libero esame, è arrivato a esigere la piena osservanza del proprio credo. Tanto che si è opposto frontalmente al settarismo — logica conseguenza del suo pensiero — fino ad arrivare, nel caso degli anabattisti per esempio, ad esi-gere la pena di morte. E quando, sempre in nome della libertà, il popolo si è ribellato al potere temporale ed ecclesiastico, si è schierato con furore dalla parte dei principi definendo "cani" i contadini e arrivando a rivolgersi ai sovrani con queste parole: "cari signori sterminate, scannate, strangolate, e chi ha potere lo usi". Si calcola che la ribellione che ha insanguinato la Germania nel 1524-1525 abbia provocato circa 100.000 morti. Ed è stato solo l'inizio».
Dal suo ritratto non ne escono bene nemmeno i principi che si sono schierati con Lutero contro il Papa e l'imperatore.
«Bisogna dire che appoggiare la Riforma rappresentava un grosso affare. Proprio come è avvenuto da noi all'epoca del Risorgimento. Lutero negava sia la legittimità del potere spirituale che la legittimità degli ordini religiosi. Avendo perso il diritto all'esistenza, clero e religiosi vengono derubati delle loro proprietà e i loro beni (un terzo della ricchezza nazionale!) passano ai principi. C'è da stupirsi che alcuni di loro — non certamente i migliori — siano diventati luterani? C'è da stupirsi piuttosto che molti abbiano resistito alla tentazione di farlo».
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