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CONGELARE GLI OVULI PER RIMANDARE LA GRAVIDANZA?
Due note aziende americane forniscono il servizio gratuitamente alle dipendenti, in modo da poterle sfruttare
di Costanza Miriano
 

Amiche ultratrentacinquenni senza figli, mi raccomando, congelate i vostri ovuli se sperate di concepire nel futuro. Ve lo consiglia l'esperto britannico di fecondazione in vitro, Paul Serhal, uno che sulla manipolazione della vita umana ha costruito la sua carriera, valutate voi se c'è da fidarsi. Certo non siete fortunate come le dipendenti delle aziende della Silicon Valley, a cui l'operazione viene finanziata dal datore di lavoro: ventimila dollari, un po' di stimolazione ormonale, un po' di devastazione fisica e psicologica, ma la carriera è salva.
Voi invece dovete anche pagare se volete salvare una qualche possibilità di diventare madri, oltre a sottoporvi al bombardamento che vi renderà irritabili e sconvolte (gli ormoni regolano una grande fetta delle nostre funzioni vitali e anche del nostro delicato mondo interiore), che aumenterà sensibilmente i rischi di tumore all'apparato riproduttivo e al seno e di altre malattie circolatorie, che triplicherà le possibilità che il bambino muoia entro le prime settimane o che sia malato al concepimento a causa dei farmaci usati per iperstimolare le ovaie, rese più grandi di un grosso melone e poi operate per prendere gli ovetti, e poi dovrete solo tollerare il pensiero che alcuni "progetti di figlio" siano conservati in un frigo invece che dentro di voi, cosa di cui non sono certissima non rimanga traccia nella sua mente, nel suo corpo di certo sì (molte malattie del piccolo vengono imputate a questo, senza che i dati vengano tanto pubblicizzati, perché il giro di affari è enorme), ammesso che il progetto arrivi a diventare vita.
Care donne, siete sicure che valga la pena correre tutti questi rischi, e farli correre ai vostri eventuali figli, rischi che per voi sono altissimi a fronte di una bassa possibilità di successo, mentre per le cliniche c'è solo la certezza di arricchirsi? Siete sicure che non sia meglio fare i conti con la natura e con la realtà? Non è meglio guardare in faccia la vostra storia, e capire che forse, con l'illusione del controllo, avete immolato magari sull'altare della realizzazione personale e professionale il sacrificio più grande, il rischio di non diventare mai madri? E anche se vi costasse ammettere di avere fatto un errore, questa è l'unica strada per uscirne: guardare in faccia l'errore e chiedere perdono di questo, prima di tutto a se stesse. Care donne, nessuno può giudicare il desiderio di maternità di una donna, perché tra i desideri è certo il più profondo, e non ci si può permettere di entrare nella stanza più intima di un'altra persona, se non in punta di piedi. Vorremmo però che rifletteste sul fatto che qualcuno vuole sfruttare i vostri desideri senza dirvi la verità, magari dopo che qualcun altro ha sfruttato il vostro bisogno di amore portandovi a letto senza che ci fosse un'apertura alla vita, e qualcun altro ancora ha sfruttato le vostre capacità di lavoro senza tenere conto del fatto che una donna non può lavorare come un uomo, perché ha questa bizzarra cosa che la caratterizza, cioè che in una fase della sua vita, e solo in quella, può avere dei figli. Vorremmo soprattutto che ci riflettessero le più giovani, quelle che sono ancora in tempo per non farsi fregare. Vorremmo che sia chiaro che chi vi propone di congelare gli ovuli in realtà vi sta dicendo di congelare la vostra vita. Il problema è che poi non sempre si scongela.

 
Titolo originale: Vite di donne sospese con i loro ovociti
Fonte: Avvenire, 23 ottobre 2014