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OMELIA I DOMENICA DI AVVENTO - ANNO B - (Mc 13,33-37)
Giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati
da Il settimanale di Padre Pio

Con questa domenica inizia il tempo dell'Avvento e, con esso, un nuovo Anno liturgico. L'Avvento è quel periodo di quattro settimane che precede il Natale. Durante questo periodo dobbiamo preparare i nostri cuori all'incontro con Dio. In noi si deve ridestare quel desiderio di fervida attesa e di speranza che caratterizzò il lungo tempo di preparazione del popolo ebreo alla venuta del Messia.
Il profeta Isaia, nella prima lettura, esprime il desiderio che ogni uomo ha di Dio: «Se Tu squarciassi i cieli e scendessi» (Is 63,19). Ogni uomo, anche se non se ne rende pienamente conto, avverte questo desiderio. L'uomo è stato creato per Dio e non troverà pace se non quando riposerà in Lui. Questo desiderio sarebbe rimasto per sempre inappagato se Dio stesso non avesse preso l'iniziativa e non fosse disceso su questa terra. L'umanità senza Dio vaga nelle tenebre, pertanto il profeta così si rivolge al Signore: «Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore? [...] Ritorna per amore dei tuoi servi» (Is 63,17-18). Questa deve diventare anche la nostra preghiera, per noi e per il mondo intero, smarrito e lontano da Dio. La preghiera dei buoni attira la misericordia su tutto il mondo.
Il profeta sentiva tutta la miseria dell'umanità e così parlava a Dio: «Ecco, Tu sei adirato perché abbiamo peccato contro di Te da lungo tempo e siamo stati ribelli. Siamo divenuti tutti come una cosa impura [...] tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento» (Is 64,4-5). Oggi come allora ci siamo ribellati a Dio, i nostri peccati si sono moltiplicati e abbiamo offeso molto il Signore. «Nessuno invocava il tuo nome» (Is 64,6), continua il profeta Isaia, facendoci comprendere quanto sia necessaria la preghiera per ottenere la Misericordia. La lettura si conclude con un atto di fiducia in Dio, che è nostro Padre e che non ci lascerà in balia di noi stessi.
Il Salmista invoca l'intervento di Dio a salvezza del suo popolo con queste parole: «Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci [...] guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna [...] Da Te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il tuo nome» (Sal 79).
Il Signore è venuto, si è fatto uomo per la nostra salvezza, e tornerà alla fine dei tempi per giudicare i vivi e i morti.
Di questa seconda venuta parla il Vangelo di oggi. Gesù, invitandoci alla vigilanza, ci rivolge queste parole: «Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà» (Mc 13,35). Egli ci invita a stare attenti, a rimanere desti: «Fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati» (Mc 13,36). Gesù ci ha lasciati nella sua casa, ovvero la Chiesa, dando «a ciascuno il suo compito» (Mc 13,34), una missione particolare da compiere. Anche noi ci lasceremo sorprendere addormentati se non realizzeremo questo progetto d'amore che Dio ha su di noi, se non porteremo a termine questo compito a noi affidato. Ci addormenteremo anche noi se allenteremo la nostra preghiera e ci lasceremo dominare dagli affanni, dalle preoccupazioni e dalle lusinghe di questo mondo, e non presteremo attenzione alla cosa più importante: la salvezza dell'anima.
Consapevole di tutto questo, san Francesco d'Assisi così pregava all'inizio della sua conversione: «Signore, cosa vuoi che io faccia?». La risposta non tardò ad arrivare e san Francesco svolse nella Chiesa un compito importantissimo, quello di restaurare la casa di Dio, la Chiesa, che, per opera di tanti uomini, stava andando in rovina.
Ognuno di noi ha un compito affidato dalla Provvidenza di Dio. Se riusciremo a realizzarlo arrecheremo un grandissimo bene alla Chiesa e al mondo intero. Preghiamo per tanti giovani, generosi quanto distratti, i quali non si accorgono di aver ricevuto una particolare vocazione, come quella di san Francesco, e sprecano i loro anni migliori in cose inutili.
Come abbiamo pregato all'inizio della Messa, dobbiamo andare incontro a Gesù che viene, che vuole entrare nel nostro cuore. Andremo incontro al Signore con la preghiera, che deve essere sempre assidua e fervente. Non ci sarà vita cristiana senza la preghiera. Oltre a ciò, l'orazione iniziale della Messa ci indica le buone opere: per mezzo di esse noi ci avvicineremo sempre di più a Dio e avvicineremo tutti quelli che da noi saranno beneficati.
In questo periodo di Avvento prendiamo anche noi questi due propositi: quello della preghiera e quello delle opere di misericordia. Facendo così ci prepareremo nel modo migliore a celebrare il Natale del Signore.

 
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 30/11/2014)