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TUTTI CONTRO DOLCE & GABBANA PER LE DICHIARAZIONI CONTRO I FIGLI IN PROVETTA
Elton John e Cecchi Paone invitano al boicottaggio, ma ecco cosa hanno detto di preciso i due stilisti
di Luigi Santambrogio
 

Uno per tutti: Alessandro Cecchi Paone, mancato europarlamentare, showman e consulente gay (le due cose vanno insieme) per Forza Italia, sezione Francesca Pascale da Arcore. Sempre sulle barricate dell'indignazione glamour.« Ho buttato tutte le mutande D&G che avevo. Non le regalerò più ai miei fidanzati». La tignosa dichiarazione gli è venuta dopo aver letto le dichiarazioni di Domenico Dolce su famiglia, figli della provetta e matrimoni gay. Vendetta tardiva, dato che quelle verità lo stilista le aveva dichiarate a Panorama addirittura la scorsa settimana, ma nessuno nel sciccoso ambiente gay friendly se l'era filate più di tanto. Ci voleva invece la furia di Elton John e il suo appello al boicottaggio della griffe per ridare fuoco a polveri ormai bagnate e turbare l'animo del Cecchi pavone. Che fare? Dare alle fiamme le mutande e chiedere pure la restituzione di quelle regalate ai fidanzati. C'è da tremare davanti allo scoppio d'ira dell'ormai smutandato Alessandro.

BOICOTTAGGIO GAY E FECONDAROLO
Con la sua sortita a dare manforte agli amichetti del boicottaggio gay e fecondarolo, Cecchi Paone ci informa che: a) lui possiede un guardaroba bel fornito di boxer e slipponi usciti dalla sartoria di Dolce & Gabbana; b) ai fidanzati il tirchio Paone non fa certo cadeau da mille e una note anche se portare la griffe di D&G sui luoghi strategici dev'essere un must per certa gente. Nel coro mondiale intonato da Elton John contro Gabbana, Cecchi Paone giunge in cattiva compagnia. L'idea delle mutande da buttare sul rogo la deve aver rubata da Courtney Love che ha espresso lo stesso proposito («Ho raccolto tutti i miei vestiti Dolce e Gabbana e li voglio bruciare. Non ho parole. Boicottiamo la bigotteria insensata»), mentre l'ex tennista milionaria e lesbica Martina Navratilova ha colto subito il lato commerciale della faccenda: «Bisognerà vedere», ha insinuato, «se queste sciocchezze faranno male al loro conto in banca».
Tutti a condannare quelle affermazioni di Domenico Dolce che ha avuto il coraggio di affrontare il pensiero unico con evidenze di fatti e di buon senso: «Sono gay, non posso avere un figlio, la vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia». A seguire la frase incriminata: «Non mi convincono i figli della chimica, i bambini sintetici, gli uteri in affitto, semi scelti da un catalogo». Il capofila della campagna di boicottaggio, Elton John ha fatto sapere che indosserà più nulla di Dolce Gabbana e ha invitato gli amichetti dello star system a fare altrettanto. Posizioni intolleranti e fasciste, gli ha replicato Gabbana invitando a suo volta a boicottare i dischi di Elton John. Comunque, una cosa è certa: D&G non sono della stessa pasta di Barilla [ricordate? https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3528, N.d.BB], loro non si sono rimangiati nulla. Anzi, rilanciano: «forse perderemo qualche fan di Elton John, forse guadagneremo qualche mamma».

IL RESTO È NOIA E FINZIONE
Tra un boicottaggio e l'altro, un cincillà che brucia e t-shirt griffate che finiscono nella spazzatura, la guerra in corso non ha nulla di nobile e drammatico, come sono la difesa dei diritti della vita e la venuta al mondo dei bambini. Verrebbe da mandare al diavolo questo mondo di miliardari che sfodera il suo orgoglio gay perché non ha più nulla di decente da esibire. Eppure, da Cecchi Paone a Ricky Martin, padre surrogato e impotente, la polemica hollywoodiana e tutta mercantile su Dolce & Gabbana ha molto da dire e da scoprire. Una volta accettato che maschio e femmina pari sono genericamente pari, che l'embrione possa essere non il frutto di un rapporto d'amore tra un uomo e una donna, ma il prodotto di una manipolazione in laboratorio, che al desiderio non c'è limite se non quello provvisorio e mutevole della scienza, che per fare un matrimonio non ci vogliono una donna e un uomo e neppure mamma e papà per fare un figlio. Beh allora bisogna solo scegliere la tecnica migliore o la banca dei gameti capace di soddisfare anche i più eugeneticamente esigenti. In questo folle puzzle Frankenstein, tutti ci possono mettere il loro pezzettino biologico: come quella madre inglese che si è fatta impiantare nell'utero un embrione prodotto con lo sperma del figlio. Il bambino, che ora ha già sette mesi, è nei fatti figlio di suo fratello e di sua nonna. Mica poi tanto diverso dai «figli sintetici della chimica» ricordati da Dolce.
Comprereste un paio di boxer da genitori così? O uno sparato gay-fucsia con occhiali a pois verdi da un Elton John che in un attacco di paternità si procura due gemelli da un donna in affitto? Il pensiero unico e anti umano che l'ideologia gender mira a imporre a tutti, vorrebbe che tutto ciò fosse accettato come "naturale" e che innaturale e deviante diventasse invece chi si oppone a questa delirante deriva totalitaria. Le avanguardie abitano il mondo dorato dello spettacolo e del vippaio fashion perché, si sa, la moda è ormai l'unica certezza rimasta ai sudditi consumatori. Contro Dolce e Gabbana la lobby dei ricchi e famosi agita lo spauracchio del boicottaggio e del no logo, contro tutti gli altri basta la legge Scalfarotto e l'accusa di omofobia, malattia considerata ormai più pericolosa del cancro.

Nota di BastaBugie: ma cosa hanno detto di preciso Dolce e Gabbana? Ecco le loro parole più un ottimo commento apparso su GWN (Gender Watch News) del 16/03/2015:
Gli stilisti Dolce e Gabbana, entrambi omosessuali dichiarati, rilasciano queste dichiarazioni a Panorama: "Se c'è una cosa che non deve cambiare è la famiglia". Spiega Stefano: "La famiglia non è una moda passeggera. È un senso di appartenenza sovrannaturale". E Domenico riprende: "Non abbiamo inventato mica noi la famiglia. L'ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c'è religione, non c'è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre". Poi l'intervista vira sui figli delle coppie gay: "Non mi convincono quelli che io chiamo i figli della chimica, i bambini sintetici", afferma Dolce. "Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d'amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni". "Che fossi gay", prosegue ancora Gabbana, "mia madre lo venne a sapere da un telegiornale. Fu difficile all'inizio. Mi fece una scenata: Cosa dico alla vicina? Nulla, non dirle nulla mamma. E poi se amo un uomo o una donna che importanza ha per te? Lei mi guardò e poi mi disse: è vero, non ha nessuna importanza. Un figlio? Sì, lo farei subito". La palla passa a Dolce che è di avviso opposto: "Io sono gay, e non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c'è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. Una di queste è la famiglia". L'uscita dei due stilisti non è andata giù ad Elton John che ha avuto due bambini tramite la pratica dell'utero in affitto. La pop star su Instagram ha così replicato: "Come vi permettete di dire che i miei meravigliosi figli sono 'sintetici'? Dovrebbero vergognarsi per aver puntato i loro ditini contro la fecondazione in vitro, un miracolo che ha consentito a legioni di persone che si amano, etero ed omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli". Successivamente Elton John ha lanciato la campagna #boycottDolce&Gabbana per boicottare i prodotti dei due stilisti. Un paio di riflessioni. Bene che Dolce e Gabbana difendano la famiglia. Ma allora perché fanno coppia? Non scimmiottano così l'unica relazione di coppia esistente che loro stessi vogliono tutelare e si chiama "famiglia"? In secondo luogo qui si rischia di dire no ad adozione e figli in provetta ma sì all'omosessualità. Perché le prime due paiono pratiche un po' troppo estreme ma la seconda no. Ormai è passato questo messaggio: bene la coppia omosessuale ma non quella che vuole adottare. Ma a rigor di logica se dici sì alla relazione omosessuale perché negare a questa la possibilità di adottare? Insomma, si vuole tenere sia il bambino che l'acqua sporca. Infine anche nel mondo omosessuale ci sono i dissidenti. E in ogni ideologia, compresa quella gender, quelli che fanno la fine peggiore sono sempre i dissidenti interni perché i più pericolosi. E lo sono proprio perché sono i soggetti più credibili. La campagna sui social a danno del marchio Dolce & Gabbana, scoppiata come una bomba in rete, è una riprova. E' come nell'Isis: i musulmani non perfettamente ortodossi vengono decapitati perché sono la feccia peggiore.

 
Titolo originale: Il fascista Elton John, i bimbi D&G e le mutande di Paone
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17/03/2015