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OMELIA V DOMENICA T.ORD. - ANNO C (Lc 5,1-11)
Non temere... D'ora in poi sarai pescatore di uomini
da Il settimanale di Padre Pio
 

Le letture di questa domenica ci fanno meditare sul dono delle vocazioni. Che cos'è la vocazione? Si può dire che è una chiamata particolare a seguire Gesù più da vicino nella vita religiosa o sacerdotale. Il Signore sceglie delle creature e dona loro la grazia più grande dopo quella del santo Battesimo. La vita consacrata è, infatti, un anticipo già su questa terra della vita angelica che si condurrà un giorno in Paradiso. Nella prima lettura abbiamo ascoltato il racconto della vocazione del profeta Isaia. La risposta del Profeta è stata pronta e generosa: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). E nel Vangelo abbiamo sentito come Gesù chiamò i suoi primi Discepoli e come loro, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Gesù inoltre dice a Pietro: «D'ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5,10), ovvero collaboratore di Dio nella salvezza dei fratelli.
Certamente il Signore chiama molti giovani alla vita consacrata o sacerdotale, dal momento che immensi sono i bisogni delle anime da salvare in ogni angolo della terra. Purtroppo sono sempre troppo pochi quelli che rispondono generosamente lasciando tutto per seguire il Signore. In proposito si racconta un episodio della vita di san Francesco Saverio.
Una volta questo Santo, dopo aver predicato ai giapponesi sull'immenso amore di Dio nel donarci il suo Unigenito Figlio, sentì farsi questa grave obiezione: «Come mai Iddio, se è così buono come tu dici, ha aspettato tanto a farci conoscere i misteri del Cristianesimo?». A questa domanda, san Francesco Saverio si rattristò, poi si fece coraggio e rispose: «Volete saperlo?... Ecco: Dio aveva incaricato molti cristiani di venire ad annunziarvi il Vangelo; ma molti di essi non hanno voluto obbedire...».
San Francesco Saverio fece un appello ai giovani che perdevano il loro tempo più bello in cose inutili: «Come vorrei... far conoscere a tanti uomini, più ricchi di scienza che di amore, il grande numero di anime che, per loro negligenza, sono prive della grazia e forse vanno all'inferno. Sono milioni di infedeli che forse si farebbero cristiani, se ci fossero missionari».
Il missionario è veramente un pescatore di uomini, che non bada a sacrifici pur di guadagnare anime a Gesù Cristo. La vocazione missionaria è una vocazione eroica; santa Teresina del Bambin Gesù, paragonava il missionario al martire che perde la sua vita per amor di Dio. Dio chiama, chiama molti giovani. San Giovanni Bosco, in base alla sua esperienza di educatore della gioventù, diceva che un giovane su tre ha il dono della vocazione. Pensiamo a quante chiamate e a quante poche risposte...
Bisogna pregare molto per ottenere il dono di numerose e sante vocazioni. Questo è il dono più grande, più necessario alla Chiesa e al mondo intero. A nulla varrebbero le più grandi opere se mancassero gli operai della messe. Diceva san Giovanni Maria Vianney: «Lasciate un paese per vent'anni senza sacerdote e gli uomini vi adoreranno le bestie». Pensiamo a quanti paesi sono senza sacerdote, a quante anime sono senza pastore. Bisogna molto pregare per implorare un dono così grande! Nella vita di mons. Ketteler, vescovo di Magonza in Germania, si legge un episodio molto bello, che ci fa capire quanto valga la preghiera umile e nascosta.
Celebrando la Santa Messa in un monastero, mons. Ketteler rimase stranamente colpito, nel distribuire la Santa Comunione, alla vista di una suora. Quel volto lo aveva già visto in un'altra occasione. Finita la Messa espresse il desiderio di parlare alla Comunità: tutte le religiose si radunarono, ma il Vescovo non vi trovò quella che tanto l'aveva impressionato. Chiese se tutte fossero presenti e seppe che mancava una suora, che era già al lavoro. Venne chiamata e interrogata su quello che faceva, su quelle che erano le sue preghiere nel corso della giornata. Ella rispose che fin da bambina pregava molto il Sacro Cuore di Gesù e che di notte dedicava un'ora di preghiera per la conversione di quei giovani intelligenti, chiamati al sacerdozio, ma che trascurano la loro vocazione. Ancora più impressionato il Vescovo disse alla Superiora: «Io debbo la mia conversione da una vita frivola a questa suora. Una notte, nella foga della danza, vidi improvvisamente davanti a me un volto che mi fissava intensamente. Ne rimasi sbalordito, meditai su quella strana apparizione, compresi la leggerezza del mio operare e cambiai vita, entrando in Seminario. Oggi, nel distribuire la Comunione, ho riconosciuto quel volto, apparsomi nella notte».
Ogni vocazione è un miracolo e solo la preghiera lo può ottenere.

 
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 7 febbraio 2016)