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Come è consuetudine, l’ Agenzia Fides pubblica alla fine dell’anno l’elenco degli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso degli ultimi 12 mesi. Secondo le informazioni in nostro possesso, nell’anno 2009 sono stati uccisi 37 operatori pastorali: 30 sacerdoti, 2 religiose, 2 seminaristi, 3 volontari laici. Sono quasi il doppio rispetto al precedente anno 2008, ed è il numero più alto registrato negli ultimi dieci anni.
Analizzando l’elenco per continente, quest’anno figura al primo posto, con un numero estremamente elevato, l’AMERICA, bagnata dal sangue di 23 operatori pastorali (18 sacerdoti, 2 seminaristi, 1 suora, 2 laici), seguita dall’AFRICA, dove hanno perso la vita in modo violento 9 sacerdoti, 1 religiosa ed 1 laico, dall’ASIA, con 2 sacerdoti uccisi e infine dall’EUROPA, con un sacerdote assassinato.
Il conteggio di Fides non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento. Non usiamo di proposito il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimone”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro, e anche per la scarsità di notizie che, nella maggior parte dei casi, si riescono a raccogliere sulla loro vita e perfino sulle circostanze della loro morte.
Come ha detto il Santo Padre Benedetto XVI nel giorno della festa del protomartire Santo Stefano, “la testimonianza di Stefano, come quella dei martiri cristiani, indica ai nostri contemporanei spesso distratti e disorientati, su chi debbano porre la propria fiducia per dar senso alla vita. Il martire, infatti, è colui che muore con la certezza di sapersi amato da Dio e, nulla anteponendo all’amore di Cristo, sa di aver scelto la parte migliore. Configurandosi pienamente alla morte di Cristo, è consapevole di essere germe fecondo di vita e di aprire nel mondo sentieri di pace e di speranza. Oggi, presentandoci il diacono Santo Stefano come modello, la Chiesa ci indica, altresì, nell’accoglienza e nell’amore verso i poveri, una delle vie privilegiate per vivere il Vangelo e testimoniare agli uomini in modo credibile il Regno di Dio che viene” (Angelus del 26 dicembre 2009).
Dalle poche note biografiche di questi fratelli e sorelle uccisi, possiamo leggere l’offerta generosa e senza condizioni alla grande causa del Vangelo, senza tacere la limitatezza della fragilità umana: è questo ciò che li ha uniti nella vita e anche nella morte violenta, pur trovandosi in situazioni e contesti profondamente diversi. Per annunciare l’amore di Cristo, morto e risorto per la salvezza dell’uomo, testimoniandolo in opere concrete di amore ai fratelli, non hanno esitato a mettere quotidianamente a rischio la propria vita in contesti di sofferenza, di povertà estrema, di tensione, di violenza generalizzata, per offrire la speranza di un domani migliore e cercare di strappare tante vite, soprattutto giovani, al degrado e alla spirale della malvivenza, accogliendo quanti la società rifiuta e mette ai margini.
Alcuni sono stati vittime proprio di quella violenza che stavano combattendo o della disponibilità ad andare in soccorso degli altri mettendo in secondo piano la propria sicurezza. Molti sono stati uccisi in tentativi di rapina o di sequestro, sorpresi nelle loro abitazioni da banditi alla ricerca di fantomatici tesori che il più delle volte si sono dovuti accontentare di una vecchia automobile o del telefono cellulare delle vittime, portandosi via però il tesoro più prezioso, una vita donata per Amore. Altri sono stati eliminati solo perché nel nome di Cristo opponevano l’amore all’odio, la speranza alla disperazione, il dialogo alla contrapposizione violenta, il diritto al sopruso.
Ricordare i tanti operatori pastorali uccisi nel mondo e pregare in loro suffragio “è un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare in modo sempre più coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l’onnipotenza del suo amore” (Benedetto XVI, Regina Coeli, 24 marzo 2008).
UN ELENCO MAI CONCLUSO
A questo elenco provvisorio stilato annualmente dall’Agenzia Fides, deve comunque essere aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano anche con la vita la loro fede in Cristo. Si tratta di quella “nube di militi ignoti della grande causa di Dio” - secondo l’espressione coniata da Papa Giovanni Paolo II - a cui guardiamo con gratitudine e venerazione, pur senza conoscerne i volti, senza i quali la Chiesa e il mondo sarebbero enormemente impoveriti.
“Vivere nella fede in Gesù Cristo, vivere la verità e l’amore implica rinunce ogni giorno, implica sofferenze. Il cristianesimo non è la via della comodità, è piuttosto una scalata esigente, illuminata però dalla luce di Cristo e dalla grande speranza che nasce da Lui”. (Benedetto XVI, udienza generale, 5 novembre 2008) (S.L.) (Agenzia Fides 30/12/2009)
CENNI BIOGRAFICI E CIRCOSTANZE DELLA MORTE DI ALCUNI
P. Giuseppe Bertaina, italiano, è stato ucciso a Nairobi, capitale del Kenya. I malviventi hanno sorpreso p. Giuseppe, lo hanno picchiato, legato e imbavagliato, provocandone la morte per insufficienza respiratoria.
Il sacerdote spagnolo Eduardo de la Fuente Serrano è morto in seguito ad un accoltellamento, subito in una strada alla periferia di L’Avana, capitale di Cuba. Il sacerdote, 61 anni, lavorava da tre anni a Cuba come Parroco nella chiesa di Santa Chiara di Assisi, dove era impegnato soprattutto in opere umanitarie. Le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto mettono in evidenza la sua attenzione verso tutti: i bambini, gli anziani, ed in modo particolare gli adolescenti e i giovani, che aveva coinvolto in un vivo ed impegnato gruppo parrocchiale.
Don Révocat Gahimbare, parroco di una parrocchia in Burundi, è stato ucciso da 4 banditi travestiti da poliziotti che avevano rapinato il monastero delle Suore “Bene Maria”. Avendo saputo dell'assalto, don Gahimbare si era precipitato al soccorso delle religiose, ma i banditi gli hanno teso un agguato lungo la strada. Il sacerdote è stato raggiunto da una pallottola che lo ha ucciso.
Don Juan Gonzalo Aristizabal Isaza, sacerdote colombiano di 62 anni, è stato trovato morto all’interno della sua automobile. Il sacerdote si distingueva per il suo spirito di carità verso i più bisognosi, la sua dedizione pastorale, l’intelligenza, e la donazione agli altri.
Don Daniel Matsela Mahula, è stato ucciso mentre era alla guida della sua auto, da quattro banditi di strada.
Don Lionel Sham, 66 anni, parroco di Mohlakeng (Sudafrica), è stato ucciso dopo essere stato rapito dalla sua casa. P. Sham Lionel era noto per essere aperto a tutti e generoso con le persone nel bisogno.
Padre Gabriel Fernando Montoya Tamayo (40 anni) e padre Jesús Ariel Jiménez (45 anni), sono stati uccisi in Colombia.
Il sacerdote spagnolo Ramiro Ludeña, 64 anni, è stato ucciso con un colpo di fucile nel nordest del Brasile, dove lavorava da 34 anni in un'associazione di sostegno ai bambini di strada. La polizia brasiliana ha fermato un giovane di 15 anni che ha confessato il crimine.
Il sacerdote statunitense Lorenzo Rosebaugh, 74 anni, è rimasto ucciso in Guatemala.
Padre Ernst Plöchl, austriaco di 78 anni, è stato ucciso nella Provincia Sudafricana del Capo. Era in Sudafrica da oltre 40 anni, gestiva una scuola di 400 alunni ed era ammirato per il suo impegno per i poveri.
Jorge Humberto Echeverri Garro, 40 anni, professore ed operatore pastorale, ucciso in Colombia.
Il sacerdote messicano Habacuc Hernández Benítez, 39 anni, ed i giovani seminaristi Eduardo Oregón Benítez, 19 anni, e Silvestre González Cambrón, 21 anni, sono stati assassinati mentre si dirigevano ad una riunione di pastorale vocazionale. L’Arcivescovo di Acapulco, Mons. Felipe Aguirre Franco, ha segnalato che in quella regione del Paese prevale la logica di risolvere tutto con la pistola, la logica del regolamento di conti, dello spargimento di sangue.
Don Ruggero Ruvoletto, missionario italiano di 52 anni, è stato ucciso nella sua parrocchia in un quartiere periferico di Manaus (Brasile). E' stato trovato senza vita, inginocchiato vicino al letto, con il capo reclinato, colpito alla nuca da un proiettile. La sua parrocchia era lungo il confine tra la città e la foresta dove la criminalità è particolarmente aggressiva. Lo stesso don Ruggero aveva recentemente partecipato a una manifestazione per chiedere maggiore sicurezza.
P. Gisley Azevedo Gomes, CSS, 31 anni, Assessore nazionale della Sezione Giovani della Conferenza Episcopale Brasiliana è stato ucciso all’interno della sua automobile, presentava un colpo al viso e due alla testa. “In maniera deplorevole – hanno affermato i Vescovi del Brasile - è stato vittima di quella violenza che desiderava combattere”.
Don Mariano Arroyo Merino, originario della Spagna, 74 anni, è stato trovato morto nella sua parrocchia a Cuba. Gli assassini hanno pugnalato p. Arroyo e successivamente gli hanno dato fuoco. Il suo corpo era ammanettato, imbavagliato e parzialmente bruciato
Don James Mukalel, 39 anni, è stato trovato morto nell’India meridionale. Il giovane sacerdote era benvoluto da tutti, era sempre sorridente e zelante nel lavoro pastorale. Tra le ipotesi, potrebbe essersi trattato di un caso di violenza anticristiana, dato che lo scorso anno nell’area si erano verificati alcuni casi di attacchi di integralisti.
ELENCO MISSIONARI UCCISI NELL'ANNO 2009
(nome, luogo della morte, data della morte)
1. Padre Giuseppe Bertaina (Kenya) – 16/1
2. Don Eduardo de la Fuente Serrano (Cuba) – 14/2
3. Don Juan Gonzalo Aristizabal Isaza (Colombia) – 22/2
4. Don Daniel Matsela (Sudafrica) – 27/2
5. Don Lionel Sham (Sudafrica) – 7/3
6. Don Révocat Gahimbare (Burundi) – 8/3
7. Padre Gabriel Fernando Montoya Tamayo (Colombia) – 16/3
8. Padre Jesús Ariel Jiménez (Colombia) – 16/3
9. Don Ramiro Ludeña (Brasile) – 20/3
10. Padre Lorenzo Rosebaugh (Guatemala) – 18/5
11.Padre Ernst Plöchl (Sudafrica) – 31/5
12.Jorge Humberto Echeverri Garro (Colombia) – 11/6
13.Don Habacuc Hernández Benítez (Messico) – 13/6
14.Eduardo Oregón Benítez (Messico) – 13/6
15.Silvestre González Cambrón (Messico) – 13/6
16.Padre Gisley Azevedo Gomes (Brasile) – 15/6
17.Don Mariano Arroyo Merino (Cuba) – 13/7
18Ricky Agusa Sukaka (R.D.Congo) – 15/7
19Don James Mukalel (India) – 30/7
20Padre Leopoldo Cruz (El Salvador) – 24/8
21Don Cecilio Lucero (Filippine) – 6/9
22Don Ruggero Ruvoletto (Brasile) – 19/9
23Don Evaldo Martiol (Brasile) – 26/9
24Don Oscar Danilo Cardozo Ossa (Colombia) – 27/9
25William Quijano (El Salvador) – 28/9
26Don Ed Hinds (N.J.- USA) – 24/10
27Don Louis Jousseaume (Francia) – 26-10
28Suor Marguerite Bartz (USA) – 1/11
29Don Hidalberto Henrique Guimaraes Brasile – 7/11
30Padre Miguel Angel Hernandez (Honduras) - 8/11
31Don Jean Gaston Buli (R.D.Congo) – 10/11
32Don Daniel Cizimya Nakamaga (R.D. Congo) – 6/12
33Padre Louis Blondel (Sudafrica) – 7/12
34Suor Denise Kahambu (R.D. Congo) – 7/12
35Padre Jeremiah Roche (Kenya) – 11/12
36Don Alvino Broering (Brasile) – 14/12
37Don Jaramillo Cárdenas (Colombia) – 20/12
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