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Per il video con l'intervista a Monica Cirinnà vai alla fine dell'articolo
Cosa c'entra il referendum costituzionale con le unioni civili e la difesa del diritto naturale? È l'interrogativo che pongono con sempre più insistenza alcuni gruppi e movimenti cattolici e pro-famiglia guardando, con malcelato fastidio, all'annunciato impegno del Comitato promotore del Family-day per la campagna per il 'No' al quesito referendario di ottobre.
Il ragionamento del Comitato è semplice: la riforma delle istituzioni politiche nazionali unitamente alla nuova legge elettorale (che premia la singola lista e non la coalizione) andrebbero a creare un sistema che pone al vertice dello Stato un presidente del Consiglio espressione di un singolo partito che a sua volta avrebbe la maggioranza dei seggi in un Parlamento sostanzialmente mono-camerale. Lo stesso premier e lo stesso partito sarebbero quindi in grado di eleggere da soli il presidente della Repubblica e i giudici della Corte Costituzionale e di imporre nomine in tutti gli organismi più importanti della macchina statale. Prenderebbe forma così un sistema che non ha eguali in tutto l'Occidente democratico dove, invece, vengono di solito garantiti tutta una serie di pesi e contrappesi tesi al bilanciamento dei poteri e a garantire la rappresentanza democratica di tutti i corpi sociali. Persino lo stabile presidenzialismo Usa prevede infatti che la Casa Bianca e il Congresso possano essere controllati da rappresentanti di due partiti di segno opposto.
VIOLATE TUTTE LE PREROGATIVE PARLAMENTARI
La recente vicenda dell'approvazione del ddl Cirinnà, che ha visto la violazione di tutte le prerogative parlamentari per la ferrea volontà del premier di portare avanti la legge, dovrebbe essere di monito a tutti. Qualora passasse la riforma con un'unica Camera, si avverte infatti l'enorme pericolo che leggi di grande valore etico e antropologico potrebbero essere approvate con un atto di imperio da parte del governo (vedi eutanasia, liberalizzazione delle droghe e riforma delle adozioni). La riforma renderebbe di fatto l'esecutivo decisore unico delle leggi dello Stato.
Si tratta di fantasmi agitati dalla piazza pro-family per punire Renzi, sostengono coloro che, con più o meno buona fede, vedono nella riforma una possibilità di semplificare l'iter per la formazione delle leggi. Peccato che, all'indomani dell'approvazione delle unioni civili, l'adozione per tutti (si badi bene: non una famiglia per tutti i bambini), il matrimonio egualitario, il diritto al suicidio e le droghe libere siano state additate da decine di esponenti del Pd come le nuove frontiere dei diritti su cui concentrare le prossime battaglie parlamentari.
Qualcuno potrebbe obiettare che non sarà di certo un sistema bicamerale a fermare una deriva antropologica in atto da anni. Ebbene a tutti coloro che tendono a sottovalutare la portata della riforma costituzionale e la distruzione di ogni istanza rappresentata dai corpi intermedi è vivamente consigliata la visione della breve intervista al deputato Pd e attivista gay, Alessandro Zan, e alla senatrice dem, Monica Cirinnà, realizzata l'11 maggio da Diego Bianchi, alias 'Zoro', conduttore di 'Gazebo', programma satirico di Rai 3.
LA DITTATURA GAY AVANZA SPEDITA
I due parlamentari dem, raggiunti davanti a Montecitorio durante i festeggiamenti della piazza Lgbt, parlano della necessità di riformare la legge sulle adozioni affermando che "è stato fatto solo un primo passo" e che "presto si arriverà all'uguaglianza piena". Quando? Chiede loro il giovane conduttore romano: "Con il prossimo Parlamento e con il prossimo congresso del Pd in cui saranno calendarizzate alcune mozioni", risponde la 'pioniera' dei diritti civili. Zoro fa quindi notare che il Pd e il Parlamento sono due cose distinte e che alcune leggi vanno cambiate insieme agli altri partiti, ma viene subito interrotto dalla Cirinnà: "E no, il Pd è l'unico partito che ha cambiato questo Paese e poi in ottobre finalmente sanciremo la fine del bicameralismo perfetto - aggiunge la Cirinnà illustrando l'agenda dem - dopo di che faremo il congresso del Pd dove tutte le mozioni conterranno il matrimonio egualitario e, infine, il prossimo Parlamento farà il matrimonio egualitario con il Pd che sarà partito di maggioranza". "Forse anche l'unico" fa notare Zoro con ironia, "Magari!" sottolinea la relatrice del testo sulle unioni civili.
La conversazione filmata davanti alla Camera è andata in onda nella puntata di domenica scorsa. In studio le immagini sono state successivamente commentate dallo stesso Zoro, il quale ha fatto notare agli ospiti della trasmissione come ormai per i parlamentari dem "il Pd e Parlamento sono la stessa cosa". In pratica stanno dicendo che "dopo ottobre ce sta una camera sola dove facciamo quello che ce pare", rincara la dose Zoro mostrando più capacità di sintesi e acume politico di molti editorialisti di lunga fama.
Ma ad avvalorare ancora di più lo scenario di una nuova offensiva sui temi etici all'indomani dell'ok al nuovo assetto istituzionale è la nascita del Comitato Italia lgbt per il Sì, tra i cui promotori appare Alessio Di Giorgi, il fondatore di gay.it appena chiamato da Renzi per condurre la campagna web e social per il Sì al referendum. Questo comitato spiega chiaramente che la riforma della Costituzione assicurerà di raggiungere più facilmente la loro agenda sui diritti.
Insomma più chiaro di così non potrebbe essere esposto il nesso tra la trasformazione del tessuto sociale e antropologico della società italiana e un sistema istituzionale che assegna tutto il potere politico ad un solo partito.
Nota di BastaBugie: ecco il video con l'intervista a Monica Cirinnà di cui parla l'articolo
Stefano Fontana ha reso noto il comunicato dell'Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa, dal titolo "Il governo italiano fa approvare la legge sulle unioni civili: è l'ora è di smarrimento, ma la speranza non va perduta".
Ecco dunque il comunicato completo pubblicato su Libertà e Persona il 12 maggio 2016:
Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 11 maggio 2016 la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge Cirinnà sulle Unioni civili. A meno di un atto del Presidente della Repubblica che può rinviare le leggi approvate al Parlamento, atto possibile ma improbabile, l'Italia ha quindi una legge che riconosce giuridicamente le convivenze di fatto tra persone eterosessuali e la unioni civili tra persone omosessuali.
La coppia omosessuale è completamente paragonata alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Lo stralcio della stepchild adoption (l'adozione del figlio del partner) dal testo della legge non ha modificato l'impianto generale della stessa e, anzi, sarà prossimamente fonte di altre preoccupazioni avendo il governo annunciato di voler rivedere la legge sull'adozione, appunto per permettere per quella via l'adozione da parte delle coppie omosessuali.
Il contenuto della legge ha gravissime conseguenze sociali. Il matrimonio e la famiglia sono potenzialmente distrutte. Tutto l'ordinamento giuridico, da una legge nazionale fino al regolamento di una scuola, dovrà essere inteso d'ora in poi come applicabile ad ogni tipo di famiglia. Tutte le politiche familiari -fiscali, abitative, scolastiche, giovanili, sanitarie …, dovranno essere svolte indifferentemente per le coppie eterosessuali sposate e con figli e per le coppie omosessuali naturalmente non fertili. L'omosessualità viene considerata utile per il bene comune e, quindi, dovrà essere insegnata nelle scuole accanto ad altre forme di relazione sessuale. Già oggi lo si fa ampiamente, ma di fatto. Da domani lo si dovrà fare di diritto.
La società viene concepita non come originata dalle famiglie, ma come una somma di individui che hanno diritto al riconoscimento dei loro desideri, qualsiasi essi siano, al di fuori di ogni norma naturale. Tra il potere politico che riconosce questi diritti e le lobbies che li promuovono si stabilità una saldatura potente che stritolerà chiunque si ponga in mezzo. Non sarà più possibile parlare di bene e di verità nella sfera pubblica.
La strada è aperta all'approvazione di altre leggi nefaste e ingiuste, che stavano aspettando il lasciapassare della Cirinnà. Il ddl Fedeli, per esempio, che renderà obbligatorio l'insegnamento gender nelle scuole. Oppure il ddl Scalfarotto che impedirà di dire in pubblico ciò che si pensa a proposito dell'omosessualità e dell'omosessualismo. Si arriverà, come già ricordato sopra, all'adozione dei minori da parte di coppie omosessuali e, tramite la fecondazione eterologa, ormai completamente sdoganata dalle sentenze giudiziali e della Corte costituzionale, a forme di "famiglia" aperta e incrociata all'interno della quale i legami naturali saranno solo un ricordo.
La legge approvata dal Parlamento è ingiusta, dannosa, tragicamente contraria al bene della persona, della famiglia e della società. Il Presidente del Consiglio si dichiara cattolico. L'onorevole Boschi, ministro per i rapporti per il Parlamento si dichiara ripetutamente cattolica e, sono parole sue, "formatasi alle Giornate della gioventù volute da Giovanni Paolo II". Molti onorevoli del Partito democratico si dicono cattolici e i giornali li chiamano in gergo cattodem. A giungere in aiuto al governo in occasione della votazione al Senato erano giunti i e parlamentari del gruppo guidato da Alfano, che si dicono cattolici. Molti deputati che hanno votato contro la legge Cirinnà appoggiano però il governo e continueranno ad appoggiarlo nonostante il loro voto contrario alla legge in questione. Questo panorama è squallido e indecoroso. Molti cattolici ne sono scandalizzati.
Durante il lungo percorso parlamentare del ddl Cirinnà, la base cattolica, e non solo, del nostro Paese si è mobilitata dando vita a due Family Day nel giugno 2015 e nel gennaio 2016. Le persone semplici che si sono assunte questo onere hanno salvato la faccia del mondo cattolico e il buon nome dell'Italia. Molte associazioni non si sono mai mobilitate e si sono adattare agli avvenimenti, quando non li hanno esse stesse promossi. Da parte della gerarchia ecclesiastica è prevalso il silenzio, quando non una comunicazione fuorviante. Nessuna traccia della Nota che i Vescovi avevano pubblicato nel 2007. Molti documenti del magistero, come la Nota della Congregazione della Dottrina della fede del 2003, sono stati trascurati o dimenticati.
Il governo è arrivato a far approvare la legge sulle Unioni civili con una arroganza politica mai vista in precedenza. Sia al Senato prima sia alla Camera poi, ha posto la fiducia. Fatto assolutamente inusitato, trattandosi di una legge ad alto contenuto etico ed antropologico che chiamava direttamente in causa la coscienza dei parlamentari. La posizione della fiducia ha impedito il confronto parlamentare e ha obbligato i parlamentari ad un voto politico. Così la politica ha schiacciato l'etica. Il governo ha completamente impedito una seria discussione parlamentare anche evitando di far passare il testo di legge in Commissione o blindandone il testo. Non era mai capitato prima, sicché molti osservatori hanno espresso vivo allarme per la democrazia.
In quest'ora drammatica e pericolosa, mentre non possiamo sperare niente dalle coscienze, anche cattoliche, che hanno deciso di adattarsi al vincitore di oggi e al pensiero unico di cui è portatore, la speranza può venire sia da un residuo di uomini politici che si sono finora opposti alla legge sulle unioni civili in Parlamento, spesso con grave sforzo personale e disagio, sia dalla coscienze più avvertite presenti nel Paese. E' auspicabile che i primi diano corpo a iniziative politiche condivise e traversali anche puntando su prossimi appuntamenti referendari; i secondi si uniscano e si mobilitino per far sentire che il Paese reale non corrisponde a quello delle lobbies e delle gerarchie del Palazzo.
La speranza ultima però viene dalla fede nell'aiuto del Signore e dall'uso delle forze della ragione che Egli ha posto in tutti noi. Nei momenti di sbandamento generale bisogna aggrapparsi con maggiore forza a Ciò Che Conta e lì ritrovare la forza e il coraggio di riprendere la lotta.
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