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Padre Jacques Hamel è il primo sacerdote ucciso in odium fidei, o. per meglio dire, con spirito jihadico, da un islamico in Europa dopo tre secoli circa, ovvero dalla fine della millenaria offensiva musulmana contro la Cristianità.
Indipendentemente dal fatto che lui era uno di quei sacerdoti della vecchia guardia ecumenista e dialogista, è potenzialmente martire della fede, soprattutto se dovesse rispondere al vero il fatto che - come avrebbero testimoniato i presenti - si sia rifiutato di inneggiare ad Allah un istante prima di essere sgozzato.
Ma padre Hamel non sarà elevato agli onori degli altari, perché fastidioso per chi predica la menzogna ed esercita il tradimento e ci afferma ogni giorno che l'Islam è religione di pace. L'Islam è religione di pace, esattamente come il cielo è verde e l'erba è blu, gli alberi crescono orizzontale e i pesci mangiano le loro foglie.
Paragoni folli a parte, affermare che l'Islam - come tutte le altre "religioni" (concetto pienamente sociologico e per nulla religioso in sé, tanto meno cristiano) - sia "religione di pace" sottintende inevitabilmente o un'immensa e imperdonabile ignoranza storica e teologica, o la malafede.
UN FASTIDIO IMBARAZZANTE
Dato ciò, chi, anche involontariamente in quanto ammazzato, smentisce questo, è appunto un fastidio.
Se poi lo fa volontariamente, è un fanatico, un puffo brontolone che non si accorge che il mondo è bello e tutto va bene e la misericordia regna incontrastata. E se c'è violenza è colpa dei ricchi, di interessi economici, ma non certo di odi religiosi.
Quanto è avvenuto invece è molto importante e significativo: per la prima volta un sacerdote ha pagato con la propria vita il prezzo delle menzogne e dei tradimenti altrui. Superfluo dire che sarà il primo di una lunga coda di morte.
Ancora una volta, a ciascuno le proprie responsabilità. Noi denunciamo le menzogne in nome della realtà delle cose. Tra queste "cose", ve n'è una amarissima.
Per mille anni, i cristiani uccisi dai musulmani sapevano di morire compianti dalla propria Comunità, tanto religiosa (ovvero la Chiesa) quanto politica (la Cristianità), che era pronta a vendicarli se possibile, o almeno a difenderli materialmente, o almeno a elevarli all'onore degli altari quando giusto, o comunque a perpetuare il ricordo del loro sacrificio, anche al fine di impedire materialmente altre vittime innocenti.
E OGGI?
I cristiani uccisi oggi, e che saranno uccisi nel futuro, moriranno sapendo di essere un peso per la propria Comunità, un fastidio, un macigno che grava tanto sugli intenti ecumenici e dialogici di grandissima parte dei preti, quanto su quelli mondialistici e sinarchici dei finanziari e dei politici e giornalisti loro servi.
Ma... c'è un ma. La loro morte e il loro sacrificio invece non saranno dimenticati in Cielo, dove, a differenza di molti degli infastiditi terreni, essi troveranno la Luce e la felicità eterna: molti quella elevatissima dei martiri della fede. E non saranno dimenticati nemmeno da un "piccolo gregge" di uomini e donne qui in terra, che non seguono ecumenisti, dialogisti, finanzieri, mondialisti e tutti gli altri servi dei padroni del mondo.
Dio si ricorderà di loro, martiri alla sua sequela. Noi ci ricorderemo di loro, del loro sacrificio.
Noi non dimentichiamo. In attesa della giustizia, che arriverà infallibilmente. E quella sarà l'unica vera misericordia. La misericordia della Verità, quando a ognuno sarà dato ciò che merita.
Nota di BastaBugie: Leone Grotti nell'articolo sottostante dal titolo "Prete sgozzato in chiesa. La Francia ha nutrito e cresciuto il mostro jihadista, che ora divora i suoi figli" riporta il pensiero di Padre Toufic Eid, parroco siriano di Maloula, dove tre martiri cristiani si sono opposti all'Isis, il quale dichiara: «Sconvolto dall'uccisione di Jacques Hamel. Ma avevamo avvisato la Francia. Politici riconoscano i loro errori»
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Tempi il 27 luglio 2016:
«La Francia ha nutrito un mostro e ora questo mostro le si ritorce contro, divorando i figli e i cittadini francesi». Così padre Toufic Eid, parroco siriano di Maloula, ha commentato l'attentato di ieri, quando due terroristi islamici hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray (Normandia), vicino a Rouen, prendendo in ostaggio i fedeli presenti alla Messa del mattino e sgozzando padre Jacques Hamel (nella foto) e un fedele. Quest'ultimo è in bilico tra la vita e la morte.
Molti commentatori hanno parlato del primo sacerdote martire francese ucciso in odium fidei in terra europea da un terrorista islamico. L'attentato, condannato da tutti i politici e anche dalle autorità musulmane francesi, ha reso improvvisamente la Francia simile all'Iraq, dove attentati di questo tipo non sono purtroppo una novità e dove il 31 ottobre del 2010 un commando islamista ha fatto una strage nella chiesa cattolica Nostra Signora della salvezza gridando: «Voi tutti infedeli. Noi andremo in Paradiso se vi uccideremo e voi andrete all'inferno». Secondo alcune notizie gli attentatori di ieri, francesi nati a Rouen, avrebbero filmato il momento in cui tagliavano la gola all'anziano sacerdote, pronunciando prima del delitto alcune frasi in arabo.
Padre Eid conosce bene il «mostro» che sta devastando di attentati la Francia. Maloula, villaggio siriano di cui è parroco, è stata conquistata dai jihadisti nel 2013 e riconquistata poi dall'esercito di Assad nel 2014. La furia islamista, oltre ad aver distrutto chiese e conventi, ha anche dato vita a tre martiri cristiani, uccisi in odium fidei. «Sono desolato», ha dichiarato in un'intervista a Boulevard Voltaire. «Faccio le mie condoglianze alla Chiesa e a tutti i francesi, sono sconvolto. Noi purtroppo avevamo avvisato i francesi che si sarebbe arrivati a questo punto».
Il sacerdote accusa infatti da anni i paesi europei, e in particolare la Francia, di aver fatto di tutto per spodestare Bashar al-Assad e lasciare così la Siria in mano a una coalizione di milizie islamiste. Questo intervento non ha fatto che favorire lo Stato islamico e la sua ideologia. «In questo momento», continua, «i cattolici devono restare forti nella fede ma anche nella verità. Devono chiedere allo Stato non solo di abbattere questi terroristi, ma anche di andare alla radice di questo terrorismo».
Per il parroco di Maloula, «la polizia non basta, la politica francese deve fare i conti con se stessa e rivedere tutte le sue azioni degli ultimi anni. Queste hanno portato all'esodo migratorio dei siriani in Europa», che tanto sta mettendo in difficoltà l'Unione Europea. «È una politica che non ha senso, controproducente. I francesi devono ammettere i loro errori e cooperare con il governo siriano. Devono anche rivedere i rapporti con i loro "amici" internazionali che finanziano e sponsorizzano questo terrorismo e questa ideologia».
Ecco perché padre Eid chiede «ai politici francesi di essere sinceri e di riconoscere i propri errori e cambiare di conseguenza le loro politiche. Ai cristiani invece dico che anche noi abbiamo avuto i nostri martiri. La speranza è una sfida per i cristiani. Bisogna pregare molto e lavorare molto, anche politicamente però. Dobbiamo conservare la fede e restare forti nella verità».
In questo senso, è utile leggere le affermazioni di un esperto di islam come padre Samir Khalil Samir, gesuita e docente presso il Pontificio istituto orientale di Roma. Ha scritto su AsiaNews: «Ancora oggi la soluzione è l'integrazione, non il rifiuto dei migranti», però bisogna avere il coraggio di dire che «l'islam fa fatica a integrarsi perché ha una cultura in molti punti opposta a quella attuale dell'occidente. Dal punto di vista religioso, sociale, dei rapporti uomo-donna, in rapporto al mangiare... è un sistema completo. Che la religione sia diversa, questo non è un problema. Ma il fatto è che nell'islam la religione è legata a un sistema politico, sociale, culturale, storico, di costume, che influenza tutto».
Oggi, continua il gesuita, «l'influsso radicale e islamista rende l'integrazione molto più difficile». E «si deve anche avere il coraggio di dire anche che l'islam ha elementi di violenza nel Corano e nella vita di Maometto. Se invece si continua a dire che "l'islam è una religione di pace", creiamo solo confusione e mistificazione». Per padre Samir, i politici continuano a fare affermazioni di questo tipo solo «per avere i voti delle comunità islamiche».
Questo è vero soprattutto in Francia: «Da alcuni anni in Francia il governo può donare terreni per moschee e centri islamici con affitti gratuiti per 99 anni. Così stanno riempiendo la Francia di moschee finanziate da Paesi che sostengono il terrorismo. Fra i politici c'è una perdita del senso morale, dato che sono disposti a tutto pur di accumulare voti. E c'è anche un pizzico di ignoranza: nessuno direbbe che nel Corano non vi sono versetti violenti! Ignoranza e perdita di senso morale sono una miscela esplosiva». Il presidente della Repubblica francese François Hollande pensi anche a tutte queste cose quando dice: «Combatteremo il terrorismo islamico con ogni mezzo».
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