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La lobby omosessuale che sta dentro la Chiesa, anche tra le sue gerarchie, come denunciato da Papa Francesco, deve avere lavorato alacremente negli ultimi tempi, se ormai anche la stampa cattolica usa parole impostaci da quella lobby, come gay - parola ideologicamente connotata, nata dopo il '68 per convincerci del fatto che le persone con tendenza omosessuale che la vivano liberamente sono più gaie, cioè allegre di noi (sottinteso, noi bacchettoni, noi repressi, noi non liberati) - ma anche persone omosessuali, espressione che trovo offensiva, perché appiattisce la persona sulla sua tendenza sessuale, come se quello dicesse tutto di lui, o di lei. Mi riferisco alla pagina uscita domenica, ancora sul caso del capo scout della provincia di Gorizia che dopo essersi unito civilmente e pubblicamente con gran festeggiamenti a un uomo vorrebbe continuare a fare da guida scout, nonostante il parere contrario del parroco don Francesco Fragiacomo, che però pare sia stato abbandonato da tutti.
La paginata di Avvenire di domenica scorsa, per esempio, è tutta un invito all'accoglienza, ancora sulla scorta di Amoris Laetitia, che però, a meno che non mi sia persa qualche capitolo, parla solo di accogliere le famiglie che hanno al loro interno una persona con tendenze omosessuali, cosa che credo nessuno si sia mai sognato di mettere in discussione.
COSA INTENDIAMO PER ACCOGLIENZA?
Io vorrei capire cosa intendiamo per accoglienza. Secondo me la questione è molto semplice. O il Catechismo è da cambiare (e nella nuova edizione non ci sono cambiamenti, ma magari chissà, l'hanno deciso sabato sera e lo hanno saputo solo alcuni colleghi che ne hanno scritto domenica), o non lo è. Se il Catechismo non è da cambiare gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, e chi decide di vivere programmaticamente e pubblicamente il suo disordine (tutti ne abbiamo qualcuno, ma si presume che li combattiamo) non può fare da guida agli altri. Non è un concetto difficile.
E se gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, è evidente che la condizione di chi li vive in pienezza non è voluta da Dio, altrimenti sarebbe un sadico che mette nel cuore desideri che fanno il nostro male. Come ipotizzano diversi psichiatri, queste tendenze nascono per riparare delle ferite - e qui nessuno colpevolizza nessuno, tutti abbiamo delle ferite, per il peccato originale e perché anche i nostri genitori ne sono feriti a loro volta, e noi come genitori inevitabilmente sbagliamo, sempre per quello stesso noiosissimo peccato originale. Se davvero è così - e non trovo altra spiegazione per qualcosa che il Catechismo definisce disordinato (che il Papa lo sottolinei o meno, è irrilevante, è la sua sensibilità che però non mette in discussione le basi, altrimenti lo direbbe apertamente, no?) - che vuol dire esattamente accogliere? Vuol dire aiutare a guarire le ferite, non incoraggiare le persone a starci sempre più dentro, la loro ferita. Vuol dire essere capaci di guardare una persona con tendenza omosessuale negli occhi e dirle "tu per me sei più grande della tua attrazione, ti voglio più bene di così, vedo oltre, vedo la tua bellezza e grandezza, e sei prezioso ai miei occhi".
ANDARE DIETRO AL MONDO?
Trovo questa voglia della Chiesa di andare dietro al mondo davvero insana. Già nel mondo la lobby ha le leve del comando, non ha bisogno della nostra tardiva ininfluente approvazione (quando la Chiesa scimmiotta il mondo diventa insipida e non serve più): non solo in Occidente da tempo non ci sono discriminazioni, ma al contrario si tenta di imporre con una violenza e arroganza mai viste una visione del mondo e della sessualità attraverso le scuole, i mezzi di comunicazione (anche a noi giornalisti fanno dei corsi di riprogrammazione mentale), i grandi organismi finanziari internazionali.
Perché la Chiesa che finora era stata maestra di umanità non continua a dire la verità all'uomo e alla donna? Di che ha paura? C'è una lobby, lo ha detto il Papa, ma ci saranno dentro tutti? O gli altri seguono per paura di essere fuori moda? Perché accanto a pastori che sanno fare i padri, accanto a quelli di Courage e tante altre brave guide, ci sono alcuni pastori che non hanno più il testosterone che serve a dire: "se hai un'attrazione verso persone del tuo stesso sesso questo non ti fa stare bene, e quindi io combatterò al tuo fianco, perché tu sei prezioso per me, ma non ti dirò mai che ti devi arrendere, né tanto meno che puoi insegnare ad altri a farlo".
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