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TRATTATO DI LISBONA: IN MOLTI NON SI ACCORGONO DEI GRAVI RISCHI CHE CORRIAMO IN EUROPA
di Giorgio Salina
 

Giovedì 3 dicembre, “Avvenire” pubblicava un intervento di Roberta Angelilli e Gianni Pittella, i due Vice Presidenti italiani del Parlamento europeo, che era tutto un inno al Trattato di Lisbona, grazie al quale i nostri problemi hanno ormai tracciata la strada maestra per essere facilmente risolti.
Con molta franchezza mi pare ci sia troppa enfasi. Vero è che avevamo bisogno di regole più snelle, democratiche e funzionali per regolare il funzionamento dell’UE, tuttavia alcune affermazioni probabilmente avrebbero meritato una maggiore cautela. «Ma forse la vera novità rivoluzionaria del Trattato di Lisbona – dichiarano i due Vice Presidenti all’unisono – riguarda la protezione dei diritti personali legati alla dignità dell’uomo, alla libertà, all’uguaglianza, alla solidarietà, alla cittadinanza e alla giustizia. (...) Infatti, la Carta dei diritti fondamentali è diventata legge europea, una tutela e una garanzia più forte per tutti noi cittadini anche in considerazione dell’evoluzione della società, del progresso sociale e degli sviluppi scientifici e tecnologici. Particolare attenzione sarà poi attribuita ai bambini a cui è dedicato un apposito articolo della Carta, il 24, che ribadisce il principio dell’interesse superiore dei minori in tutti gli atti che li riguardano, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, e l’obbligo alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. La tutela dei diritti è infatti un principio fondatore dell’Unione Europea e il presupposto indispensabile della sua legittimità».
Nobili parole, ma i nostri due Rappresentanti hanno dimenticato che non più di venti giorni or sono il Parlamento ha chiesto di modificare una legge lituana che pretendeva di impedire la propaganda omosessuale ai minori! Sicuri che la propaganda gay risponda all’obbligo della protezione e delle cure necessarie per il loro benessere (dei minori)?
Come se ciò non bastasse il mese scorso la Corte Costituzionale tedesca, in un’attesissima sentenza, stabiliva che le deliberazioni conseguenti alla Carta si applicheranno in Germania solo se non in contrasto con la legge tedesca. Evidentemente la Corte ha giurisdizione solo in Germania, ma il monito è chiarissimo. E ciò dopo che a vario titolo Inghilterra, Irlanda, Polonia e Slovacchia hanno affermato lo stesso principio in sede di ratifica del Trattato.
Altri passaggi dell’intervento suscitano qualche perplessità: «Le principali novità: innanzitutto il Presidente del Consiglio dell’Unione Europea rimarrà in carica due anni e mezzo anziché solo sei mesi, con una conseguente continuità strategica ed organizzativa e una rinnovata autorevolezza. E poi l’Alto Rappresentante della Politica Estera, il cosiddetto Mr Pesc, (nel nostro caso la Signora Pesc. n.d.r.) avrà il duplice ruolo di vicepresidente della Commissione e capo della diplomazia europea, con l’obiettivo di organizzare il nuovo servizio per l’azione esterna dell’Unione, che contribuirà al rafforzamento di una politica estera unica».
Io capisco che in alcune occasioni si debba fare buon viso a cattivo gioco, capisco anche che i Vice Presidenti debbano fare sponda a dichiarazioni analoghe del Presidente Buzek, tuttavia non possiamo ignorare completamente che queste nomine sono state volute dall’asse Parigi – Berlino, Sarkozy – Merkel, che non intendevano avere figure carismatiche di primo piano, in questi incarichi. Le voci di dissenso non sono certo mancate: Daniel Cohn-Bendit, Copresidente del Gruppo dei Verdi/ALE al Parlamento europeo ha dichiarato senza mezzi termini che scegliendo Herman Van Rompuy e Catherine Ashton «i Dirigenti hanno continuato a indebolire le istituzioni europee. I Capi di Stato e di Governo hanno confermato la loro scelta per un Presidente debole della Commissione (Barroso), designando un Presidente del Consiglio insipido (Van Rompuy) ed un Alto Rappresentante agli affari esteri insignificante (Ashton, la Baronessa Ashton). L'Europa si affossa. La buona notizia è che le cose potranno soltanto migliorare in futuro». È stata la lapidaria conclusione.
Come noto dal 1° gennaio prossimo la Presidenza di turno verrà assunta dalla Spagna: il Presidente del Consiglio sarà Van Rompuy, e non Zapatero, ma i Ministri “zapateriani” presiederanno i diversi Dicasteri (esteri, interni, economia, ecc.) Come reagiranno i nostri  vice Presidenti Angelilli e Pittella se si proponesse anche in Europa l’eliminazione di tutti i crocifissi dai luoghi pubblici, come stanno facendo in Spagna?
Per concludere segnalo una Direttiva della Commissione europea e del Consiglio all’esame del Parlamento, che tratta della protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. Vi risparmio la direttiva, ma Vi riporto una nota in merito redatta dal Dottor Carlo Bellieni, neonatologo dell’università di Siena, Membro della Pontificia Accademia per la Vita. Scrive tra l’altro Bellieni, commentando la Direttiva: «La filosofia morale di Peter Singer ad esempio è impostata come una forma di utilitarismo, secondo la quale la differenza di specie (ivi compreso il genere umano) non è in sé una differenza moralmente rilevante, sebbene possa esserlo indirettamente nella misura in cui si traduce in una differenza di preferenze o nell'intensità delle stesse.
Sostenere questo significa negare la specificità propria della persona umana; dare diritti man mano maggiori quanto più si sale nella scala evoluzionistica significa negare la specificità della persona umana, fino a negare, come avviene, che alcuni esseri umani, che non hanno capacità di autodeterminazione non sono “persone”. I diritti degli animali sono cosa sacrosanta, ma non devono essere confusi con quelli della persona umana.»
Forse Onorevole Angelilli ed Onorevole Pittella, acquisito un metodo più spedito per assumere decisioni vincolanti, per altro ancora tutto da sperimentare, in particolare per i famosi principi non negoziabili, ma non solo per quelli, c’è da stare con l’occhio vigile e con le orecchie tese per evitare un’omologazione relativista che sino ad ora ha cercato di prevaricare cultura, tradizioni e storia.
Un indizio di ciò? Eccolo. Mercoledì 25 novembre 2009, a Strasburgo, il Parlamento ha approvato il Programma pluriennale 2010-2014 in materia di libertà, sicurezza e giustizia (programma di Stoccolma), che all’articolo 3 sottolinea l'importanza di ampliare senza restrizioni la competenza della Corte di giustizia, sia affinché quest'ultima possa adottare decisioni pregiudiziali su qualsiasi questione derivante dall'SLSG (spazio di libertà, sicurezza e giustizia) sia affinché sia consentito alla Commissione di avviare procedure d'infrazione in questo settore. Non suona qualche campanello d’allarme? Beh, dovrebbe suonarne più d’uno!

 
Fonte: Svipop, 9-12-2009