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La sinistra ha sempre bisogno di proletari. Rappresentano la massa di manovra da lanciare contro il sistema o, per usare il linguaggio marxista, il "soggetto storico" che, mosso dall'odio di classe, porta avanti il processo rivoluzionario attraverso lotte dialettiche.
Una volta, i proletari erano le masse operaie che, inquadrate dal Pei, con tanto di bandiere rosse con la falce e il martello, percorrevano le strade delle nostre città cantando a squarciagola "Avanti o popolo alla riscossa! Bandiera rossa, bandiera rossa! Evviva il comunismo e la libertà! ". Merito dei vari "miracoli economici", però, questi operai sono diventati piccoli, e perfino medi, borghesi, perdendo quindi il loro fervore rivoluzionario. Bisognava sostituirli.
La sinistra è andata, dunque, alla ricerca di altre "classi oppresse". Adoperando non più un'analisi economica e politica dal sapore marxista, bensì un'analisi culturale e morale di matrice gramsciana, la sinistra ha individuato diversi settori adatti a rivestire il ruolo di soggetti storici: le minoranze etniche, le donne (femminismo), gli abitanti del Sud del pianeta e, più recentemente, gli omosessuali e gli immigrati. I teorici della sinistra parlano di un "nuovo proletariato culturale".
L'immigrato, secondo questi teorici, ha tutte le caratteristiche del proletario: è sradicato, emarginato, arrabbiato e via dicendo. Si tratta di instillare in lui una "coscienza di classe" che lo porti a opporsi alle "strutture di oppressione" del paese ospitante. Non a caso, la sinistra studia sotto questa luce il fenomeno dell'immigrazione fin dagli anni Novanta.
"Per la Sinistra comunista - scrive l'ideologo comunista americano Jerry Grevin - la denuncia della xenofobia e del razzismo contro gli immigrati è in continuità diretta con quella difesa dal movimento rivoluzionario dalla Lega dei comunisti, dal Manifesto comunista, la Prima Internazionale, la sinistra della Seconda Internazionale e i Partiti comunisti ai loro inizi".
Riteniamo che questo sia un dato fondamentale da prendere in considerazione nel trattare il problema dell'immigrazione.
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