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A PADOVA MUSULMANI CACCIANO I BIMBI DAL PARCO GIOCHI
I genitori cristiani ricordano che è un luogo pubblico e non si possono rimproverare i bambini perché fanno chiasso
di Cesare Arcolini
 

«Il giardino è comunale, ma qui ognuno fa quello che vuole. Ci siamo stancati». A parlare è stato ieri mattina un gruppo di genitori italiani di Noventa Padovana (Padova) che hanno segnalato un episodio che potrebbe dare il via a non poche polemiche: «Ci sono alcuni giorni in cui i genitori del Bangladesh e dell'India si mettono a pregare all’interno del giardino "Gli Aceri" e pretendono che i nostri bambini stiano zitti o meglio ancora abbandonino lo spazio verde. Questo è inaccettabile».
Emergono poi una serie di problematiche parallele da non trascurare: «Premesso che la parola razzismo non rientra nel nostro vocabolario, non è possibile che le famiglie straniere fruiscano del parco e poi lo lascino in condizioni pietose. Bottiglie vuote, lattine, pezzi di carta, avanzi di cibo. Tutto rigorosamente per terra. Ci siamo stancati di dover pulire le loro immondizie. Occorre una regolamentazione del parco più severa, in modo tale che il rispetto e l'educazione emergano. Così proprio non può andare avanti».
Tornando all'episodio cardine della polemica proseguono: «Questo non è un luogo di preghiera. Ci sono giostre, spazi per correre e giocare con la palla. I posti dove pregare sono altri. La nostra libertà non ha prezzo. Non accetteremo più di sentirci rimproverare perché i nostri bambini fanno chiasso durante i loro momenti spirituali». Ieri pomeriggio, in concomitanza col mese del Ramadan nel parco c'erano alcune famiglie musulmane. Nessuno, però, ha voluto fornire spiegazioni sulla vicenda.

 
Fonte: ilgazzettino.it, 11 agosto 2010