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Sul caso della nave Diciotti c'è stata molta disinformazione e bisogna fare un po' chiarezza con alcune domande.
La prima, che si ripropone ad ogni tentato sbarco, è questa: se - come dice Boeri e con lui tutta la sinistra e i media - questi migranti vengono qui da lontani paesi dell'Asia e dell'Africa smaniosi di poterci pagare le pensioni e farci vivere nel lusso, perché nessuno dei paesi europei sgomita per accaparrarseli?
Perché non approfittano di questa straordinaria opportunità per assicurare il futuro dei loro pensionati? Perché fanno il fuggi fuggi?
Perché oppongono un rifiuto totale e vogliono ad ogni costo regalare all'Italia e alla sola Italia, questo privilegio? Possibile che siano così masochisti? Rischiano di far saltare la UE pur di costringere l'Italia ad accettare questo straordinario regalo: un caso estremo di altruismo, si direbbe.
POLEMICHE A SENSO UNICO
I nostri famosi "altruisti", quelli che fanno i solidali, ma col portafoglio dello Stato, cioè degli italiani, quelli che sono accorsi a Catania, ma non si sono visti ai funerali di Genova (tranne Martina che è stato fischiato), né si vedono nei luoghi del terremoto: perché tutti costoro hanno inveito contro Salvini che non vuole far sbarcare i migranti e non hanno detto una sola parola sui paesi europei che vengono meno agli impegni presi e si rifiutano di prendersi anche quote minime di questi migranti?
Riescono solo a mettere all'indice i governi sovranisti di Visegrad (con cui Salvini è alleato) e che rifiutano le quote.
E' ciò che anche ha ripetuto Massimo Cacciari in tv, pensando così di sfoderare un formidabile argomento contro il ministro dell'Interno.
Solo che Salvini aveva già risposto andando oltre la ripartizione in quote. Infatti ha spiegato: "Stop invasione. Il mio obiettivo è bloccare barconi e barchini, è organizzare nei Paesi africani degli sportelli che decidano chi ha diritto di partire e chi no, seguendo il modello australiano. Basta col businnes per gli scafisti".
Poi il ministro ha aggiunto la descrizione del "nostro progetto di investimenti per aiutare veramente i paesi africani, dopo anni di nulla cosmico targato PD".
INTANTO IN SPAGNA...
Proprio negli stessi giorni in cui si è svolta la vicenda Diciotti, sono accaduti dei fatti nell'enclave spagnola di Ceuta, dove c'è un'alta barriera per impedire ai migranti africani di entrare in Europa (a proposito di muri e di blocco navale).
Infatti il governo progressista spagnolo mercoledì scorso ha mandato la polizia a scontrarsi coi migranti. Gli 800 agenti della Guardia Civil spagnola hanno sparato proiettili di gomma e usato getti d'acqua. Alla fine diversi sono stati i feriti, ma un centinaio di migranti sono riusciti a entrare.
Però il giorno dopo, giovedì, le 116 persone che ce l'avevano fatta sono state rispedite oltre il confine, in Marocco, dalla Guardia Civil.
Fra l'altro El Paìs, citando fonti della polizia, scrive che ci sono "le mafie dietro gli assalti dei migranti alle frontiere di Ceuta e Melilla".
Ecco dunque la domanda: perché nessuno dei "solidali" che sono accorsi a Catania (dove i migranti vengono nutriti e curati e non certo presi a sberle) ha protestato contro il trattamento durissimo delle forze dell'ordine spagnole (e prima di quelle francesi)?
Perché non si è vista nessuna maglietta rossa? Perché UE, Onu, Amnesty Internazional, Ong, Emergency, Vaticano, don Luigi Ciotti, Saviano eccetera non hanno emesso vibrate proteste?
Se fosse l'Italia - e in particolare il ministro Salvini - a erigere barriere di filo spinato, a mandare la polizia che spara proiettili di gomma e getti d'acqua contro i migranti per ricacciarli oltre la frontiera e a sostenere che ci sono "le mafie dietro gli assalti dei migranti alle frontiere" cosa accadrebbe?
Giustamente ieri il ministro dell'Interno (solo lui) ha commentato: "Dopo aver superato il confine spagnolo a Ceuta e aggredito gli agenti di pattuglia, questi signori sono stati rimandati in Marocco (...). Se lo fa la Spagna va bene, ma se lo propongo io allora sono razzista, fascista e disumano".
Viene anche da chiedersi anche perché gli spagnoli non vogliono saperne di queste masse di migranti desiderose di pagare le loro pensioni. Com'è che solo gli italiani dovrebbero abboccare a questa storiella?
SCIOPERO DELLA FAME?
Infine a proposito del presunto sciopero della fame che alcuni ospiti della Diciotti avrebbero iniziato, Salvini ieri ha ricordato che "in Italia (dati 2017) vivono 5 milioni di persone in povertà assoluta (1,2 milioni di bambini)" e costoro "lo sciopero della fame lo fanno tutti i giorni, nel silenzio dei buonisti, giornalisti e compagni vari".
E' dunque incomprensibile che questi ospiti della nave Diciotti, a cui è offerto lo stesso cibo che è offerto al personale italiano, lo rifiutino.
C'è anche da chiedersi come davvero stanno le cose a bordo della nave. Perché ieri, in un'intervista, il comandante della Diciotti Massimo Kothmeir ha descritto una situazione del tutto diversa da quella che in questi giorni hanno rappresentato i media.
In sintesi ha detto: "A bordo non avevamo bambini. Non c'è emergenza sanitaria, la situazione è più che soddisfacente, i migranti mangiano, stanno bene. E non hanno la sensazione di essere sequestrati dal governo".
VERITÀ NON DETTE
C'è infine da porsi una domanda (la quarta) sulla provenienza di questi migranti che sono partiti da Eritrea, Siria, Bangladesh, Egitto e Isole Comore.
Se si prende un carta geografica si vedrà che si tratta di luoghi lontanissimi dall'Italia: l'Eritrea è davanti alla ricchissima Arabia Saudita, molto a sud della Mecca, le isole Comore sono nell'Oceano Indiano, nell'altro emisfero e il Bangladesh è più lontano da noi della Cina.
Qualcuno ci spieghi cosa c'entra l'Italia con loro. Perché ce li ritroviamo a Catania? Com'è che questa gente arriva sulle nostre coste? Dai loro paesi e assurdo e difficilissimo arrivare qua, oltretutto sono lontanissimi anche per mentalità, storia e cultura da noi. Chi, come e perché vuole convogliare migranti da tutto il mondo sulle coste italiane? Quali interessi ci sono in gioco?
Anche per coloro che fuggono come profughi da situazioni di guerra (per esempio i siriani) è assurdo che arrivino sulle coste italiane.
Gianandrea Gaiani ha scritto che "in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 nessuno di coloro che sono arrivati in Europa illegalmente avrebbe diritto ad asilo o altre forme di accoglienza" perché "la Convenzione prevede l'obbligo di asilo per chi fugge direttamente da Stati in preda a guerra e violenze, ma impone che le domande di asilo vengano stilate nei campi profughi dei paesi confinanti con quelli in cui la loro vita è in pericolo".
Dunque per le Convenzioni internazionali neanche i profughi (e sono una piccola minoranza fra i migranti) possono scegliere questo o quel paese a loro piacimento con l'obbligo - per quello da lui deciso - di accoglierlo e mantenerlo.
Perciò, prima di invocare i trattati internazionali, sarebbe bene che i nostri buonisti si informassero.
EMMA BONINO
Fra costoro va citata Emma Bonino che ieri ha rilasciato a "Repubblica" un'intervista furibonda contro Matteo Salvini. Un'intervista che suscita due considerazioni.
Primo: il suo movimento si chiama "Più Europa" e invece di protestare contro i Paesi della Ue che - sulla nave Dicioti - se la sono data a gambe facendo perdere le tracce (quindi "meno Europa" fino a sparire), la Bonino arriva a dire: "i nostri partner europei ci guardano allibiti".
Come se a scandalizzare fossimo noi italiani e non loro. Così trasforma gli imputati in nostri giudici e l'Italia - che ha il merito di aver salvato la vita di questi migranti - nell'imputata.
Secondo: l'intervista inizia con questa frase: "la vita altrui non vale più niente". E' proprio sicura di poter pontificare sul diritto alla vita l'on Bonino, simbolo della lotta per l'aborto? La vita dei bambini (i più indifesi) nel grembo delle madri quanto vale?
Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "La CEI in politica, per integrare senza evangelizzare" spiega che la CEI non è uno Stato sovrano. Si è offerta di prendersi in carico i richiedenti asilo della Diciotti, che non perdono perciò la qualifica di clandestini e che quindi rimarranno in Italia. Tutto questo non ha niente a che fare con l'integrazione. E neppure con la missione delle diocesi che è quella dell'evangelizzazione.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 agosto 2018:
L'inserimento diretto della CEI - Conferenza Episcopale Italiana - nella trattativa e nella conclusione della vicenda della "Diciotti" è qualcosa di nuovo. Risolve qualche problema ma ne pone altri. Non si era ancora mai verificato che i vescovi italiani si inserissero in una decisione istituzionale e politica di spettanza del governo italiano, dei governi di altri Paesi coinvolti, e dell'Unione Europea. Le persone sbarcate dalla "Diciotti" sono state affidate all'Albania, al Irlanda e... appunto alla CEI, che però non è uno Stato come gli altri due. Potrà in futuro ripetersi la cosa? E la CEI chiedere ancora che il governo accolga immigrati affidandoli poi alla Chiesa italiana? E potrà farlo solo la CEI o anche altre realtà religiose presenti in Italia? Potrà farlo anche l'UCOII? Potranno farlo anche altri soggetti non religiosi della società civile? Non esiste più, quindi, il diritto dovere dello Stato di difendere i confini e di decidere in ultima istanza su chi entra? So bene che la decisione politica non è stata presa dalla CEI, ma dal governo italiano, e che si è trattato di uno stratagemma per risolvere una questione che stava diventando sempre più spinosa, ma il governo l'ha presa perché la CEI si era resa disponibile. Chi altri in futuro avrà titolo per rendersi disponibile? E il governo dovrà sempre tenere conto di queste disponibilità? Un atto in apparenza così semplice crea una situazione complessa.
Del resto, alla fine i nuovi ospiti vivranno in Italia, perché la Conferenza episcopale italiana non è sovrana su un territorio, vive in Italia, con tutte le sue diocesi e parrocchie. Quindi, di fatto, sono stati accolti in Italia a tutti gli effetti, tranne quello economico, almeno sembra. Allo stato attuale non è infatti chiaro se la CEI manterrà i nuovi arrivati con i fondi dell'otto per mille o altri fondi propri oppure se li farà rientrare nelle quote a carico delle Caritas diocesane. In questo caso a mantenerli sarebbe ancora lo Stato italiano e non la CEI. In ambedue i casi, comunque, gli immigrati vivranno in Italia e qui faranno le domande di asilo per ottenere la qualifica di profughi e per tutte le altre pratiche cui gli immigrati che sono in territorio italiano senza un permesso devono sottoporsi.
Tutto questo non ha niente a che fare con l'integrazione. La CEI, che non è uno Stato sovrano, si è offerta di prendersi in carico delle persone le quali non perdono perciò la qualifica di clandestine e che quindi rimarranno in Italia, per un periodo più o meno lungo in attesa di una vaglio della loro situazione da parte delle autorità. Fare questo non significa integrare, significa solo accogliere facendosi carico delle spese.
Non c'è dubbio che la CEI abbia agito con sagacia dal punto di vista dell'immagine. Passa per il protagonista "buono" del gioco in questione, fingendo di accogliere presso di sé e accogliendo di fatto in Italia: ha fatto accogliere gli immigrati a Salvini senza che Salvini possa essere accusato dai suoi di accogliere gli immigrati. Però ha anche impedito che si addivenisse ad un chiarimento tra i veri soggetti politici della questine e in particolare l'Europa. Ha anche impedito che l'Unione Europea facesse fino in fondo la gran brutta figura che già stava facendo. Un soggetto non politico si è inserito in una faccenda politica impedendone il chiarimento politico.
Bisognerà anche vedere se questa intromissione diretta in politica, perché di questo si tratta, sia positiva anche da altri punti di vista e nel lungo periodo. Perché la CEI non è intervenuta anche in passato per casi politici (ed umanitari) ben più gravi? Una volta si diceva che la Chiesa non fa politica diretta ma attraverso i laici e le persone di buona volontà che essa forma: non è più valido? Questo intervento è stato motivato dicendo che in questo modo la Chiesa favorisce l'integrazione. Ma è vero che le diocesi stanno svolgendo questo compito? Eppoi: è questa la finalità che la Chiesa deve direttamente perseguire?
E' da molto tempo che non sentiamo più parlare di evangelizzazione nei confronti degli immigrati. A meno che non si considerino tali le varie "Feste dei Popoli" che diocesi e parrocchie organizzano nel periodo di Pentecoste. Il compito di evangelizzare è stato sostituito con quello di integrare? Dimenticando forse che evangelizzare è anche il modo migliore per integrare. Se ci si impegna a integrare non perciò si evangelizza. Se si evangelizza si finisce anche per integrare. È l'annuncio ad avere sempre la precedenza nella missione della Chiesa. Allora, conviene veramente alla Chiesa italiana diventare soggetto politico, sostituendosi agli Stati? Farlo solo su alcuni temi politicamente corretti? Presentarsi come un soggetto operativo che integra senza evangelizzare? Non sarebbe meglio che la Chiesa educasse ad accogliere e ad integrare secondo i principi della sua Dottrina sociale e si concentrasse sulla evangelizzazione?
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