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«Lei dice di essersi convertito al cristianesimo dopo aver scoperto che è una "religione pacifica, mentre l'islam contiene violenza, odio e vendetta". Ma Gesù Cristo ha detto: "Sono venuto a portare non la pace, ma la spada"». Con questa incredibile motivazione il dipartimento governativo responsabile della sicurezza e dell'immigrazione nel Regno Unito ha respinto la richiesta di asilo di un iraniano convertito al cristianesimo.
Nonostante il codice penale non preveda una specifica punizione per l'apostasia in Iran, gli uomini che abbandonano l'islam possono essere condannati alla pena di morte mentre per le donne è previsto l'ergastolo. Tra novembre e dicembre 2018 il regime ha arrestato più di 250 cristiani in Iran. Nel 2013 ha incarcerato Ebrahim Firouzi, giovane convertito al cristianesimo, con l'accusa di «promuovere il sionismo cristiano. Le attività di evangelizzazione sono in opposizione al regime della Repubblica islamica dell'Iran».
L'avvocato dell'iraniano convertito che si è visto respingere la domanda d'asilo, Nathan Stevens, ha già fatto ricorso in appello e ha pubblicato su internet la lettera del dipartimento degli Affari interni, commentando: «Ne ho viste tante negli anni, ma sono rimasto davvero scioccato nel leggere questa motivazione incredibile. A prescindere dalla propria visione della fede, come può un funzionario del governo estrapolare in modo arbitrario dei brani di un testo sacro e usarli per umiliare la personale decisione di una persona di seguire un'altra fede?».
A LONDRA NON PIACCIONO I RIFUGIATI CRISTIANI
La pubblicazione della lettera, riporta il New York Times, ha sollevato un polverone nel Regno Unito e il dipartimento degli Affari interni ha diffuso un comunicato, spiegando che «la lettera contrasta con la nostra politica per quanto riguarda la persecuzione religiosa, comprese le conversioni a una particolare fede».
Non è la prima volta però che il Dipartimento si dimostra particolarmente insensibile alle richieste di cristiani convertiti. Come riportato dal Guardian nel 2018, un cristiano convertito si è visto respingere la domanda d'asilo perché non è stato in grado di citare a memoria i versetti del Vangelo dove si parlava del miracolo delle nozze di Cana e di quello della pesca miracolosa. Di conseguenza, si leggeva nelle motivazioni, «queste risposte vaghe sono in contrasto con la pretesa del candidato di aver letto la Bibbia e di aver partecipato a gruppi di preghiera».
Alla stessa persona hanno chiesto chi fossero i genitori di Gesù, lui rispose: «Maria, ma non aveva un padre terreno». Il Dipartimento ha giudicato errata la risposta, sottolineando: «Suo padre era Giuseppe».
L'avvocato Nathan Stevens, specializzato in casi di immigrazione e di richieste d'asilo, racconta anche un altro episodio imbarazzante. Il Dipartimento ha respinto la domanda d'asilo di un altro cristiano convertito perché, recitano le motivazioni, «lei ha affermato nel colloquio che Gesù è il suo salvatore, ma ha aggiunto che Lui non è in grado di salvarla dal regime iraniano. È evidente quindi che la sua fede non è forte e la sua fiducia in Gesù è poco convinta».
COSÌ DISCRIMINIAMO I CRISTIANI
Che a Londra non piacciano i rifugiati cristiani non è una novità. Fin dal 2015 l'organizzazione benefica Barnabas Fund e la Chiesa anglicana denunciano la strana tendenza del dipartimento degli Affari interni ad accogliere solo musulmani. L'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha raccomandato al Regno Unito di accogliere nel primo trimestre del 2018 1.358 rifugiati siriani, di cui solo quattro cristiani (0,29%). Il dicastero ha accettato di prenderne l'82%, cioè 1.112 persone, tutti musulmani, rifiutando i quattro cristiani.
La stessa cosa si è verificata anche nel 2017, quando l'agenzia Onu chiese all'Inghilterra di accogliere 7.060 rifugiati siriani, di cui 25 cristiani (0,35%). Londra accettò di prenderne il 69%, 4.850 persone, di cui solo 11 cristiani. Il Regno Unito si era anche rifiutato di offrire asilo politico ad Asia Bibi per timore di scatenare «disordini e problemi di sicurezza all'interno della comunità» musulmana.
A quanto pare, a nulla sono servite le rimostranze e gli appelli dell'ex arcivescovo di Canterbury, Lord Carey, che in una lettera inviata al Telegraph nel 2015 scriveva: «Chi tra noi chiede da mesi compassione per le vittime siriane vive una grande frustrazione perché la comunità cristiana, ancora una volta, viene abbandonata e lasciata per ultima. Ma così si discriminano inavvertitamente le comunità cristiane, che sono le più colpite dai quei macellai disumani che si fanno chiamare Stato islamico. Non si troverà nessun cristiano nei campi dell'Onu, perché sono stati attaccati e presi di mira dagli islamisti e cacciati da quei campi. Per questo cercano rifugio nelle case private, nelle chiese. L'Inghilterra dovrebbe considerarli una priorità perché sono il gruppo più vulnerabile. Inoltre, noi siamo una nazione cristiana e i cristiani siriani non farebbero fatica a integrarsi. A qualcuno non piacerà quello che sto per dire, ma negli ultimi anni l'immigrazione di massa musulmana in Europa è stata eccessiva e ha portato alla nascita di ghetti che vivono in modo parallelo nella società».
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