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Il matrimonio è di due generi: il matrimonio come istituzione naturale, e il matrimonio come sacramento. Il matrimonio come istituzione naturale, o il matrimonio naturale, è quello di cui gode ogni coppia legittimamente sposata, se i coniugi non sono entrambi battezzati, od essendo per esempio ebrei, musulmani, buddhisti, o non professando nessuna religione. Al matrimonio sacramentale hanno accesso, invece, solo la coppia di cui tutti e due i membri sono battezzati. Siccome la Grazia suppone e perfeziona la natura in genere, così anche qui. Procediamo esponendo prima il primo genere di Matrimonio, poi il secondo.
1) IL MATRIMONIO COME ISTITUZIONE NATURALE
Il matrimonio fu istituito da Dio nel Paradiso terrestre per due finalità, che sono espresse in due passi della Genesi. La prima finalità è espressa nel primo capitolo della Genesi (vv. 27-8) con le parole: Maschio e femmina li creò e li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi"; la seconda finalità è espressa nel secondo capitolo della Genesi (vv. 18-24) con le parole: "L'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio... gli tolse una delle costole e formò la donna... per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne".
LE FINALITÀ DEL MATRIMONIO
In conformità a questi brani della Sacra Scrittura, la Santa Chiesa Cattolica insegna che la prima finalità del matrimonio è la procreazione (ed educazione) dei figli; la seconda finalità è l'assistenza reciproca tra gli sposi. La prima finalità del Matrimonio è la procreazione. Questo spiega perché la Chiesa ha sempre opposto la contraccezione e predicato uno spirito di generosità alle coppie cristiane quanto al numero dei loro figli.
La seconda finalità è l'assistenza reciproca degli sposi, che si descrive anche come "amore matrimoniale". Essa può essere intesa come un tipo di amicizia profonda e duratura, che tipicamente, ma non essenzialmente, possiede un aspetto sessuale. L'aspetto sessuale viene descritto a sua volta come remedium concupiscientiae. Ciò significa che l'esercizio della sessualità è lecito ed onesto nel matrimonio, anche se il Peccato Originale l'ha staccata, insieme ai sensi ed alle emozioni, dal controllo completo della ragione, e perciò l'ha disordinata.
Il remedium concupiscientiae è espresso da San Paolo (I Cor.7,2) con le parole "Per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito". Il remedium concupiscientiae viene considerato come parte della seconda finalità del matrimonio, anche se classicamente fosse considerato come terza finalità, una finalità che si è aggiunta al Matrimonio dopo il Peccato Originale. Inoltre, a queste due (o tre) finalità, il matrimonio ha due proprietà: l'indissolubilità e l'unità.
LE DUE PROPRIETÀ DEL MATRIMONIO
Per comprendere cosa sono queste due proprietà, si deve sapere che col consenso reciproco di un uomo ed una donna capaci di sposarsi legittimamente, viene in esistenza tra loro un legame (o vincolo) spirituale, che costituisce l'essenza propria del Matrimonio. Questo legame è indissolubile nel senso che non viene sciolto che dalla morte stessa. Ciò è espresso da nostro Signor Gesù Cristo con le parole (Mt.19, 6): "Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi".
L'indissolubilità del legame preclude il divorzio. La Chiesa può invece concedere la separazione fisica per parecchi motivi, rimanendo salvo il legame, e può anche dichiarare nullo un matrimonio (per mancanza di legittimità ad esempio). Tale dichiarazione non è comunque una forma di divorzio, bensì la semplice dichiarazione da parte della Chiesa che il matrimonio non è mai esistito. Il legame è unico, invece, nel senso che unisce due persone sole. Ciò è espresso dal Signore con le parole (Mt.19, 5) con cui Si riferisce al sopracitato passo della Genesi: "Non sono più due, ma una carne sola".
2) IL MATRIMONIO COME SACRAMENTO
Ecco, secondo la dottrina cattolica, i fini e le proprietà del matrimonio come istituzione naturale. Questa istituzione naturale fu elevata da nostro Signore Gesù Cristo ad un sacramento. Come tale acquista tre caratteristiche ulteriori: la prima, l'educazione di un popolo per il servizio e culto del vero Dio e di Cristo nostro Salvatore; la seconda, il segno dell'unione tra Cristo e la Sua Chiesa; la terza, il segno e il dono della Grazia.
L'EDUCAZIONE
Osserviamo che l'educazione dei figli è una conseguenza della procreazione, cioè della prima finalità del matrimonio, e che questa educazione è soprattutto un'educazione morale e spirituale. Nel caso del matrimonio sacramentale, l'educazione morale e spirituale che i genitori devono inculcare nei loro figli è chiaramente quella che corrisponde alla Fede cattolica.
IL SEGNO DELL'UNIONE TRA CRISTO E LA SUA CHIESA
Il catechismo di Trento spiega che il matrimonio è segno dell'unione intima tra Cristo e la Sua Chiesa (cf. Ef.5.32), e del Suo amore immenso per noi. Il fatto che il legame matrimoniale è il più stretto di tutti i rapporti umani e coinvolge il più grande affetto ed amore, lo rende il segno più adatto di questa unione.
L'unione tra Cristo e la Sua Chiesa ha due altri significati per il Matrimonio. Il primo, come insegna il catechismo di Trento, è che l'amore matrimoniale sia speciale, santo, e puro; il secondo è che il marito sia il capo della moglie come Cristo è Capo della Chiesa. Per questo motivo il marito deve amare la sua moglie, e la moglie amare e rispettare il suo marito: "Cristo ha amato la Sua Chiesa", spiega San Paolo, "e si è dato per Lei" (Ef. 5,25), e "la Chiesa è soggetta a Cristo" (Ef.5,24).
Si osserva però che l'autorità cristiana non è egoista, ma è una questione di servizio e devozione secondo l'esempio del Figlio dell'Uomo Che venne non per essere servito ma per servire.
Il catechismo di Trento insegna che il marito deve trattare sua moglie con generosità ed onore: lei è la sua compagna come Eva lo fu per Adamo. Lui deve guadagnare per la famiglia e mantenerla in ordine, anche nel senso morale. La moglie, invece, deve obbedire al suo marito, possedere "l'incorruttibilità di uno spirito quieto e mite" (nelle parole si San Pietro), educare i figli, occuparsi della casa, ed amare e stimare il suo marito sopra ogni altro dopo Dio.
IL SEGNO E DONO DELLA GRAZIA
Come abbiamo fatto notare all'inizio di questa sezione, il matrimonio, quale sacramento, significa e conferisce la Grazia; conferisce sia la Grazia santificante che quella sacramentale. Il concilio di Trento dichiara (S.XXIV): "Mediante la Sua Passione, Cristo, l'Autore e Perfezionatore dei venerabili sacramenti, meritò per noi la Grazia che perfeziona l'unione naturale (tra gli sposi), conferma la loro unione indissolubile, e li santifica".
Riguardo a questa terza caratteristica del sacramento del matrimonio ricordiamo che Dio elargisce la Grazia sacramentale nei sacramenti per compiere i fini per cui li ha istituiti. Dunque, tramite il sacramento del matrimonio, Dio conferisce le Grazie necessarie per procreare ed educare figli, e per l'assistenza reciproca degli sposi. Queste Grazie saranno applicate se gli sposi le pregano, e, possiamo aggiungere, se vivono da buoni cristiani frequentando la santa Messa devotamente e pregando con assiduità.
Il catechismo di Trento conclude la sua esposizione sul Matrimonio con le parole seguenti: "Così troveranno che le benedizioni del matrimonio cresceranno quotidianamente con l'abbondanza della Grazia divina; e vivendo nella ricerca della pietà, non solo passeranno questa vita in pace e tranquillità, ma anche si riposeranno nella vera e ferma speranza (che non confonde) di arrivare tramite la bontà divina al possesso di quella vita che è eterna."
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: un'ora e mezza) don Claudio Crescimanno spiega che non c'è modo più fecondo di vivere la propria vita che spendendola per qualcun'altro. La conferenza è del 15 febbraio 2019 e si è svolta a Staggia Senese (SI).
https://www.youtube.com/watch?v=ttbOuyE9GO0
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