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Il sacerdozio è l'amore del Cuore di Gesù (San Giovanni Maria Vianney)
PREGHIERA DEL PAPA PER L’ANNO SACERDOTALE
Signore Gesù, che in san Giovanni Maria Vianney hai voluto donare alla Chiesa una toccante immagine della tua carità pastorale, fa' che, in sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo in pienezza quest'Anno Sacerdotale.
Fa' che, sostando come lui davanti all'Eucaristia, possiamo imparare quanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra; tenero l'amore con cui accogli i peccatori pentiti; consolante l'abbandono confidente alla tua Madre Immacolata.
Fa', o Signore Gesù, che, per intercessione del Santo Curato d'Ars, le famiglie cristiane divengano « piccole chiese », in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere accolti e valorizzati. Concedici, Signore Gesù, di poter ripetere con lo stesso ardore del Santo Curato le parole con cui egli soleva rivolgersi a Te:
«Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio
è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita.
Ti amo, o Dio infinitamente amabile,
e preferisco morire amandoti
piuttosto che vivere un solo istante senza amarti.
Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti chiedo
è di amarti eternamente.
Mio Dio, se la mia lingua
non può dirti ad ogni istante che ti amo,
voglio che il mio cuore te lo ripeta
tante volte quante volte respiro.
Ti amo, o mio Divino Salvatore,
perché sei stato crocifisso per me,
e mi tieni quaggiù crocifisso con Te.
Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti
e sapendo che ti amo». Amen.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5, 1-11)
Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini". Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Vita di San Giovanni Maria Vianney
Giovanni Maria Vianney nasce a Dardilly, presso Lione, in Francia, nel 1786.
Fin da piccolo si racconta di lui che amasse la solitudine e fosse particolarmente timorato di Dio. Sono anni difficili quelli di fine Settecento. La rivoluzione francese non permette a nessuno di pregare Dio in pubblico.
E così i genitori di Giovanni Maria lo portano ad ascoltare Messa in un granaio fuori città. La pena per i preti sorpresi a celebrare Messa è la ghigliottina. Nonostante il clima anticlericale, nonostante vi fossero pesanti minacce verso i sacerdoti, Giovanni Maria fa propria nel cuore la crescente volontà di dedicarsi interamente a Dio nel sacerdozio. Vuole, insomma, diventare prete. A diciassette anni riesce per la prima volta ad andare a scuola, dove con l'aiuto di un prete amico che crede nella sua vocazione, prova a seguire gli studi, seppure con scarsi risultati. Le difficoltà divengono insormontabili quando si tratta di affrontare, in seminario, gli studi di filosofia e di teologia. Ma Giovanni Maria non demorde, accetta ogni umiliazione, e a Grenoble, nel 1815, a ventinove anni, viene finalmente ordinato sacerdote.
Diviene parroco di Ars, nella diocesi di Belley: per questo motivo viene chiamato il Curato d’Ars. Rimane parroco ad Ars per circa quarantadue anni e il suo ascendente è ancora vivo nella parrocchia che ha santificato con il suo apostolato.
Là fa rifiorire mirabilmente con l’efficace predicazione, con la mortificazione, la preghiera, la carità. Numerose sono le anime che si rivolgono a lui, che trascorre ore e ore in confessionale. È ammirabile nella devozione a Maria, al Rosario, all’Eucaristia.
Estenuato dalle fatiche, macerato dai digiuni e dalle penitenze, nel 1859 termina i suoi giorni nell’abbraccio del Signore. Prima ancora che Pio XI lo iscriva nell’albo dei Santi nel 1925 e lo proclami Patrono del clero, Ars è diventata meta di pellegrinaggi. L’esempio che Giovanni Maria lascia a tutti i preti è quello della possibilità della santità all’interno di un ministero ordinario. Giovanni Maria non fa nulla di eccezionale, ma vive ogni istante solo e soltanto come uomo di Dio.
Ecco cosa scrive lui stesso: «Fate bene attenzione, miei figlioli: il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo. Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov'è il nostro tesoro. Questo è il bel compito dell'uomo: pregare ed amare. Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell'uomo sulla terra. La preghiera nient'altro è che l'unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente.
In questa unione intima, Dio e l'anima sono come due pezzi di cera fusi insieme che nessuno può più separare. Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura! È una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito.
Figlioli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell'anima e fa che tutto sia dolce.
Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell'uomo che non si avverte più la sua lunghezza. Ascoltate: quando ero parroco di Bresse dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso percorrere lunghi tratti di strada; allora pregava il buon Dio, e il tempo, siatene certi, non mi pareva mai lungo. Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come un pesce ne l'onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c'è divisione alcuna nel loro cuore».
PREGHIERA
Signore Gesù, Tu hai voluto donare alla Chiesa, attraverso San Giovanni Maria Vianney, un’immagine viva di Te, ed una personificazione della Tua carità pastorale.
Aiutaci, in sua compagnia ed assistiti dal suo esempio, a vivere bene quest’Anno Sacerdotale.
Fa che possiamo imparare dal Santo Curato d’Ars il modo di trovare la nostra gioia restando a lungo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento; come la Tua Parola che ci guida sia semplice e quotidiana; con quale tenerezza il Tuo Amore accolga i peccatori pentiti; quanto sia consolante l’abbandono fiducioso alla Tua Santissima Madre Immacolata; quanto sia necessario lottare con vigilanza contro il Maligno.
(canto adatto)
PAROLE DEL SANTO CURATO D'ARS SUL SACERDOZIO
· L'ordine: è un sacramento che non sembra riguardare nessuno tra voi ed è un sacramento che riguarda tutti.
· Quando vedete il sacerdote, pensate a Nostro Signore Gesù Cristo.
· Il sacerdote non è sacerdote per se stesso, lo è per voi.
· Andate a confessarvi con la Santa Vergine o con un angelo. Vi assolveranno? Vi daranno il corpo e il sangue di Nostro Signore? No, la Santa Vergine non può far discendere il suo divin Figlio nell'ostia. Anche se aveste duecento angeli là per voi, non potrebbero assolvervi. Un sacerdote, per quanto semplice sia, può farlo. Può dirvi: andate in pace, vi perdono.
· Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia, ed uno dei doni più preziosi della misericordia divina.
· Lasciate una parrocchia per vent'anni senza sacerdote: vi si adoreranno le bestie.
PREGHIERA DEI FEDELI
Celebrante: Signore Gesù Cristo, Sommo Sacerdote e Re dell’Universo, che dal Trono della Tua Santa Croce, attiri a Te tutti gli uomini, perché liberati dal giogo del male, rinasciamo alla Luce del Tuo Amore, ascolta la supplica che, in questi Divini Misteri, il Tuo Popolo orante innalza.
Preghiamo insieme dicendo: Santifica, o Signore, i Tuoi sacerdoti.
Tutti: Santifica, o Signore, i Tuoi sacerdoti.
1. Per la Santa Chiesa, affinché, nel Suo materno amore verginale, generi di nuovo e ancora santi Sacerdoti, infiammati dal Fuoco del Tuo Amore, che guidino il popolo con la Tua certa Misericordia, lo educhino alla Verità e lo santifichino offrendo, insieme alla propria esistenza, il Tuo Corpo ed il Tuo Sangue, Fonte di ogni Grazia. Preghiamo
2. Per il Santo Padre Benedetto XVI, perché conformato sempre più a Te dallo Spirito Santo, guidi come Pastore dei pastori la Tua Santa Chiesa nell’unità, richiamando incessantemente alla Verità ed alla Santità tutto il Popolo, attraverso il ministero umile e ubbidiente dei Vescovi e di tutti i Sacerdoti, che, solo nella fedeltà alla sua persona, sono fedeli a Te. Preghiamo
3. Per quanti non Ti hanno ancora incontrato e riconosciuto come Signore, perché, salutarmente provocati dalla totale, quotidiana e verginale dedizione dei tuoi sacerdoti, non induriscano il proprio cuore ma si affidino, attraverso di loro, alla Santa Chiesa, nella quale splende il Tuo Volto misericordioso. Preghiamo
4. Per i Sacerdoti malati e sofferenti, perché, abbracciando la Croce, attraverso la quale li chiami alla santità, riconoscano sempre il Tuo Volto Redentore e offrano ogni fatica intercedendo per la salvezza del popolo loro affidato e per tutta la Santa Chiesa. Preghiamo
5. Per i sacerdoti rinati alla Vita Eterna, affinché possano contemplare il Tuo Volto Santo, Che hanno adorato quotidianamente nell’incruento Sacrificio dell’Altare. O Signore, usa loro la stessa inesauribile Misericordia che, nel Tuo Nome, tanto abbondantemente, amministrarono in vita al Tuo Popolo Santo. Preghiamo
Celebrante: Padre Onnipotente, che hai voluto che il Tuo Figlio Risorto permanesse nel mondo attraverso il Corpo Mistico della Chiesa, e hai affidato ai Sacerdoti, per la Potenza dello Spirito, la Sua Presenza Vera Reale e Sostanziale nel Sacramento della Santa Eucaristia, accogli la nostra supplica e donaci una coscienza sempre più viva della grandezza del ministero sacerdotale.
Tu Che Vivi e Regni nei secoli dei secoli. Amen.
(canto adatto)
TESTIMONIANZE
1) Santa Teresa di Lisieux (1873-1897)
Teresa aveva solo 14 anni quando, durante un pellegrinaggio a Roma, comprese la sua vocazione di madre spirituale per i sacerdoti. Nella sua autobiografia scrive come, dopo aver conosciuto in Italia molti santi sacerdoti, avesse anche capito che, nonostante la loro sublime dignità, essi restavano degli uomini deboli e fragili. “Se dei santi sacerdoti ... mostrano con il loro comportamento di aver bisogno estremo di preghiere, cosa bisogna dire di quelli che sono tiepidi” (A 157). In una delle sue lettere incoraggiava la sorella Celina: “Viviamo per le anime, siamo apostoli, salviamo soprattutto le anime dei sacerdoti ... preghiamo, soffriamo per loro e, nell’ultimo giorno, Gesù sarà riconoscente” (LT 94).
Nella vita di Teresa, dottore della Chiesa, c’è un episodio commovente che dimostra il suo zelo per le anime e specialmente per i missionari. Era già molto malata e camminava solo con grande fatica, così il medico le aveva ordinato di fare ogni giorno, per una mezz’ora, una passeggiata nel giardino. Pur non credendo nell’utilità di questo esercizio, ella lo eseguiva fedelmente ogni giorno. Una volta una consorella che l’accompagnava, vedendo le grandi sofferenze che le procurava il camminare, le disse: “Ma suor Teresa, perché fa tutta questa fatica se le procura più sofferenze che sollievo?”. E la santa rispose: “Sa sorella, sto pensando che forse proprio in questo momento un missionario in un paese lontano si sente molto stanco e scoraggiato, perciò offro le mie fatiche per lui”.
Dio mostrò di aver accolto il desiderio di Teresa di offrire la sua vita per i sacerdoti, quando la madre superiora le affidò due nomi di seminaristi, che avevano chiesto il sostegno spirituale di una carmelitana. Uno era l’abbé Maurice Bellière, che pochi giorni dopo la morte di Teresa riceveva l’abito di “Padre Bianco” e divenne sacerdote e missionario. L’altro era P. Adolphe Roulland, che la santa accompagnò con le sue preghiere e sacrifici fino all’ordinazione sacerdotale e in modo speciale poi come missionario in Cina.
2) Beato cardinale Clemens August von Galen (1878-1946)
Il 13 settembre 1933, a 55 anni, il parroco Clemens von Galen fu nominato vescovo di Münster da Papa Pio XI. Conformemente al suo motto di non lasciarsi influenzare “né dalla lode, né dalla paura”, protestò pubblicamente contro i provvedimenti terroristici della Gestapo e denunciò lo Stato che aveva danneggiato i diritti della Chiesa e dei credenti. Nel 1946, Papa Pio XII nominò cardinale il vescovo di Münster per i suoi meriti e per lo straordinario coraggio nel professare la fede. Al suo ingresso come pastore di Münster, il vescovo Galen fece stampare un’immagine con la seguente scritta: “Sono il tredicesimo figlio della nostra famiglia e ringrazierò eternamente mia madre per aver avuto il coraggio di dire di sì a Dio anche per questo tredicesimo bambino. Senza questo sì di mia madre adesso non sarei sacerdote e vescovo”.
LITANIE DEL SACRO CUORE
(si recitano le litanie del Sacro Cuore di Gesù, vittima e sacerdote)
PREGHIERA FINALE PER I SACERDOTI
Signore Gesù, presente nel Santissimo Sacramento,
che hai voluto perpetuare la tua Presenza tra noi per il tramite dei tuoi Sacerdoti,
fa’ che le loro parole siano sempre le tue,
che i loro gesti siano i tuoi gesti, che la loro vita sia fedele riflesso della tua vita.
Che essi siano quegli uomini che parlano a Dio degli uomini, e agli uomini, di Dio.
Che non abbiano paura del dover servire,
servendo la Chiesa nel modo in cui essa ha bisogno di essere servita.
Che siano uomini, testimoni dell’eterno nel nostro tempo,
camminando per le strade della storia con i tuoi stessi passi e facendo a tutti del bene.
Che siano fedeli ai loro impegni,
gelosi della propria vocazione e della propria donazione,
specchio luminoso della propria identità e che vivano nella gioia per il dono ricevuto.
Te lo chiediamo per la tua Madre Maria Santissima:
lei che è stata presente nella tua vita sarà sempre presente nella vita dei tuoi sacerdoti. Amen.
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