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Come volevasi dimostrare. Esperimento fallito. Inserire corsi di arabo nella scuola pubblica francese, per occidentalizzare l'islam ha prodotto l'effetto esattamente contrario ovvero sta islamizzando l'Occidente.
L'ultima riforma scolastica d'Oltralpe, che pretendeva di arginare così la radicalizzazione negli allievi "a rischio", ingenuamente non ha tenuto conto di diversi fattori:
1) che i corsi della République sarebbero andati pressoché deserti, perché i figli delle famiglie musulmane l'arabo non lo imparano certo in classe bensì nella madrasa;
2) che, nella madrasa, la lingua viene loro insegnata su testi non censurati, tali pertanto da istigare, senza filtri, all'odio verso gli «infedeli»;
3) che qualsiasi tentativo fatto in classe, ad esempio dai professori di storia, di spiegare le origini dell'islam viene recisamente respinto dagli alunni islamici, che nella madrasa han ricevuto ben altra versione, inculcata loro come vera.
AGGRESSIONI NEI CONFRONTI DEI DOCENTI
Col risultato, già verificatosi, di vere e proprie aggressioni nei confronti dei docenti. Come è avvenuto a Bordeaux, in una quinta superiore. Nella madrasa ed in moschea circolano opuscoli, spesso scaricabili anche da Internet, con cui si squalificano totalmente le leggi di uno Stato, ritenendo ch'esse non possano "competere" con la legge di Allah, ritenuta l'unica autentica.
In un suo libro, Principal de collège ou imam de la République, il prof. Bernard Ravet, 66 anni, ex-preside di tre istituti superiori in quella sorta di Bronx francese, che è Marsiglia, tra il 1999 ed il 2012, ha raccolto alcune delle "perle" udite con le sue orecchie a scuola, ov'era semplicissimo esser considerati «infedeli», era sufficiente credere nelle regole fissate dal Parlamento e non ritenere ad esse superiore la sharia islamica oppure partecipare alle elezioni. In una fatwa, pronunciata dal Gran Mufti dell'Arabia Saudita, finanziato dalla famiglia reale, si spiega come «Allah abbia spezzato il filo dell'amicizia e dell'amore tra i musulmani e gli infedeli», ponendo tra gli uni e gli altri «inimicizia ed odio eterno, finché non si creda ad Allah ed a lui solo». Ciò, in risposta ad un musulmano, che chiese come dovesse comportarsi nei confronti di un cristiano, che lo chiamava «fratello».
A lanciare l'allarme è ora la professoressa Lina Murr Nehmé, storica e politologa franco-libanese, specialista del mondo arabo contemporaneo e docente all'Università di Beirut: lei ha precisato come «il problema in Francia sia che si giudicano i terroristi, ma non coloro che li hanno formati». Un problema non solo della Francia, a dir la verità, bensì di tutto l'Occidente in generale.
FRANCIA RECIDIVA
Ma la Francia, già ferita dagli efferati attentati degli ultimi anni, dimostra, questo è vero, di non aver ancora capito la lezione. Così ecco la decisione della facoltà di Medicina dell'Università di Parigi Diderot di rinviare di due giorni gli esami, poiché la data fissata coincideva con la festa di Aïd-el-Fitr ovvero con la conclusione del Ramadan. In un Paese europeo a maggioranza cristiana tante ossequiose attenzioni verso le ricorrenze islamiche - e solo verso quelle - non sono solo fuori luogo, ma vengono anche male interpretate come segni di debolezza e di sostanziale apostasia. Così non stupisce che, ad esempio, in una scuola elementare di Winterthur, nella vicina Svizzera, ora gli alunni musulmani pretendano che i compagni di classe «infedeli» ovvero cristiani osservino il digiuno come loro durante il Ramadan, senza risparmiare pressioni psicologiche ed atti di stalking verso quanti non si adeguino. Ciò, nell'indifferenza più totale ovvero senza che nessuno senta la necessità di agire, di intervenire, nemmeno le organizzazioni di categoria degli insegnanti, del tutto zitte in merito, secondo quanto denunciato dall'agenzia on line austriaca Heute.
Franziska Peterhans, segretario generale dell'Lch, associazione elvetica dei docenti, ritiene che, in realtà, nessuno al momento venga "mobbizzato" e che pertanto, qualora degli alunni intendano digiunare per motivi religiosi propri, tale scelta debba essere «rispettata, conformemente a quanto previsto dalla Costituzione federale». Dipende da cosa si intenda per mobbing, pare che le definizioni siano molto elastiche in Svizzera. E nel resto d'Europa. Intanto, l'islamizzazione del Continente continua.
Nota di BastaBugie: Souad Sbai nell'articolo seguente dal titolo "Infine Trump metterà fuori legge i Fratelli Musulmani" fa capire che se l'Europa sta accettando passivamente che l'islam trionfi, dall'altra parte dell'oceano il presidente degli Stati Uniti intende mettere fuori legge i Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica. Si tratta di una vera rivoluzione nella politica estera americana e può aprire un nuovo spiraglio di speranza nella lotta al jihad internazionale.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 2 maggio 2019:
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, intende mettere fuori legge i Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica. Già prima di varcare la soglia della Casa Bianca aveva lasciato trapelare questa possibilità tramite il suo staff, ma una volta insediato e prese in mano le redini dell'amministrazione si è trovato di fronte al parere contrario di un numero significativo e influente di "officials" del Dipartimento di Stato, del Pentagono e degli apparati di sicurezza.
In seguito all'embargo lanciato nel giugno 2017 dal Quartetto anti-terrorismo arabo contro il Qatar, il principale sponsor dei Fratelli Musulmani in tutto il mondo insieme alla Turchia di Erdogan, fu l'allora Segretario di Stato in persona, Rex Tillerson, ad escludere che Washington potesse bandire la Fratellanza nella sua totalità come organizzazione terroristica, poiché esponenti e partiti politici ad essa affiliati erano parte integrante di diversi governi e parlamenti in paesi del Medio Oriente con cui gli Stati Uniti avrebbero dovuto necessariamente mantenere relazioni e contatti.
Tillerson si limitò a menzionare Turchia e Bahrein, nel primo caso per dimostrare l'impraticabilità della messa fuori legge dei Fratelli Musulmani, che avrebbe implicato la rottura pressoché totale dei rapporti con uno stato membro della NATO con cui una forma di dialogo e cooperazione andava gioco forza mantenuta, nonostante Erdogan e le sue politiche di supporto all'estremismo. Nel secondo, invece, probabilmente per delegittimare l'embargo nei confronti del Qatar da parte del Quartetto, di cui il Bahrein è membro insieme ad Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto.
In Bahrein in effetti si trovavano in parlamento esponenti islamisti, ma affiliati a gruppi minoritari e reputati dal governo di Manama non sovversivi o collegati a organizzazioni terroristiche, contrariamente ai Fratelli Musulmani in Egitto, Tunisia, Siria, Libia e in altri paesi di Medio Oriente, Nord Africa e Golfo che Tillerson dimenticò (o omise) di ricordare, Qatar in testa. Di conseguenza, se l'ex Segretario intendeva far risaltare la presunta incoerenza del Bahrein, che con il Quartetto aveva dichiarato illegali i Fratelli Musulmani, il suo tentativo è stato alquanto malmirato e lasciava trapelare una malcelata propensione per Doha che non deve aver giovato al suo rapporto con Trump.
Le dimissioni di Tillerson, rimpiazzato da Pompeo, e la successiva fuoriuscita di Mattis dal Pentagono, ancora non ufficialmente sostituito, hanno liberato il campo da figure apicali e carismatiche che si erano frapposte tra il presidente americano e l'obiettivo di dichiarare la Fratellanza organizzazione terroristica per gettarla in uno stato d'illegalità internazionale.
Tuttavia, come fa notare il New York Times, anche il più recente rilancio dell'idea di bandire i Fratelli Musulmani, incoraggiata dal Presidente egiziano Al Sisi in visita alla Casa Bianca, deve fronteggiare l'opposizione della rete trasversale dei summenzionati "officials", con la sponda di think tanks e giornaloni americani sul libro paga di Doha (si vedano rispettivamente i casi Brookings Institute e "Qatar Newspapers", quest'ultimo collegato all'uscita del film Blood Money, che mostra come il Qatar abbia infiltrato i media americani ricorrendo alla minaccia di "hackerare" i giornalisti per intimidirli quando non intendevano mettersi al servizio della causa islamista neppure sotto pagamento).
Trump riuscirà questa volta nel suo intento? Pur riconoscendo l'effettiva complessità dell'attuazione di un bando integrale, l'imposizione da parte di Washington di sanzioni internazionali mirate nei confronti di attività economiche e di altra natura legate alla Fratellanza, e nei confronti dei suoi militanti maggiormente coinvolti in attività d'indottrinamento e radicalizzazione, ridurrebbe significativamente la capacità dell'organizzazione islamista di diffondere l'estremismo che ha generato il terrorismo jihadista contemporaneo di ISIS e Al Qaeda.
Si tratterebbe di un'autentica rivoluzione della politica internazionale, che aprirebbe nuove prospettive di pace, stabilità e sviluppo in Medio Oriente. La capacità del Quartetto di respingere il tentativo dei Fratelli Musulmani di stabilire dittature fondamentaliste in tutta la regione, come già accaduto durante la cosiddetta Primavera Araba, risulterebbe enormemente rafforzata dal sostegno della superpotenza americana. Trump va pertanto sostenuto e incoraggiato nel portare avanti questa iniziativa, che dovrebbe essere abbracciata anche in Europa, specie dopo l'uscita dei "Qatar Papers", libro che documenta come il Qatar abbia impunemente finanziato le moschee radicali dei Fratelli Musulmani in tutta Europa, Italia compresa.
Proprio l'Italia che ha un rapporto privilegiato con il Qatar, è il paese dove gli emiri di Doha hanno investito maggiormente in progetti e iniziative di proselitismo condotte dai Fratelli Musulmani, ed è quindi il paese dove l'urgenza di colpire con provvedimenti sanzionatori le realtà legate alla Fratellanza è più urgente. Mettere fuori legge i Fratelli Musulmani come organizzazione terroristica: l'Occidente deve unirsi al mondo arabo moderato per fermare il progetto di conquista dei Fratelli Musulmani e degli stati canaglia che li sponsorizzano, Qatar e Turchia. Forza Trump e forza Europa, segui l'esempio del Presidente degli Stati Uniti.
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