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FEMMINISTE PRO ABORTO DANNO FUOCO ALLA CATTEDRALE DI CITTA' DEL MESSICO
Il rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre svela che sono 300 milioni i cristiani che nel mondo patiscono forme di persecuzione, discriminazione e limitazione della libertà religiosa (VIDEO: La furia delle femministe)
di Anna Bono
 

Sabato 28 settembre, Giornata internazionale per l'aborto libero e sicuro, anche a Città del Messico è stata organizzata una manifestazione nel corso della quale un gruppo di femministe radicali hanno tentato di dare fuoco alla cattedrale metropolitana. Vestite di nero, incappucciate e con il volto coperto da maschere o dalle bandane verdi che in tutta l'America Latina sono diventate il simbolo dei pro abortisti, si sono avvicinate al portone d'ingresso della chiesa e vi hanno appiccato il fuoco.
L'intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha impedito che le fiamme si estendessero. Spento il fuoco, gli agenti di polizia e i membri della Guardia Cristera Nacional, un gruppo di cattolici devoti della Vergine di Guadalupe, creato per proteggere le chiese, hanno formato un cordone umano pacifico per impedire che i dimostranti entrassero in chiesa. Ma le numerose agenti di polizia municipale presenti sono rimaste passive.
Dei membri della Guardia Cristera Nacional per tutto il tempo della manifestazione hanno presidiato altre chiese cittadine per impedire incendi e atti di vandalismo. Prima di essere fermate, le femministe hanno anche imbrattato con disegni osceni i muri esterni della cattedrale e hanno scritto degli slogan come "il corpo è mio", "Aborto legale", "Dio è una donna".
Il tentativo di incendiare la Cattedrale è fallito anche grazie al fatto che la Guardia Cristera Nacional tramite i social network ha lanciato tempestivamente un appello ai cattolici chiedendo a chi poteva di correre in centro città per pregare e difendere le chiese. Le femministe hanno anche dato fuoco all'ingresso degli uffici della Conaco e della Camera di Commercio, il Consiglio nazionale dei commercianti e dei fornitori si servizi.

Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 3 minuti) si possono vedere alcune scene di ordinaria follia delle femministe pro aborto in Messico di cui ha parlato l'articolo.


https://www.youtube.com/watch?v=R4DrqOIsd9A

I CRISTIANI: PERSEGUITATI PIU' CHE MAI

L'autrice del precedente articolo, Anna Bono, nell'articolo seguente dal titolo "Perseguitati più che mai. Un nuovo rapporto" parla della grave situazione di persecuzione dei cristiani nel mondo. Il 75% degli uccisi a causa della fede è cristiano (pur essendo i cristiani solo un terzo della popolazione mondiale).
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 ottobre 2019:
Un cristiano su sette vive in un paese nel quale rischia di essere perseguitato per la sua fede e in cui subisce limiti alla pratica religiosa. È quanto rivela il rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre, "Perseguitati più che mai".
Focus sulla persecuzione anti cristiana tra 2017 e 2019", presentato la mattina del 24 ottobre a Roma nella Basilica di San Bartolomeo all'Isola, illuminata di rosso dalle 19.00 alle 24.00 in memoria del sangue versato per la fede. Sono circa 300 milioni i cristiani che patiscono forme di persecuzione, discriminazione e limitazione della libertà religiosa, particolarmente gravi in 20 stati. In gran parte sono residenti in due continenti, l'Asia e l'Africa.
L'Islam si conferma la minaccia maggiore: il jihad, con attentanti, sequestri, attacchi; l'odio religioso, l'intolleranza, spesso esasperati da fattori etnici, diffusi tra ampi strati di popolazione; le leggi e le istituzioni ispirate alla shari'a che proibiscono espressioni pubbliche di religiosità. Il rapporto evidenzia le situazioni più critiche e gli sviluppi verificatisi nel triennio considerato.
Particolare allarme suscitano i dati relativi alla diffusione del jihad in Africa, nel Sahel e nelle regioni sub sahariane: un'ampia fascia di territori che vanno dall'Oceano Atlantico all'Oceano Indiano. Dei 19 religiosi - 18 sacerdoti e una suora - uccisi dall'inizio del 2019, 15 vivevano in Africa, tre in Burkina Faso, uno dei paesi in cui il jihad si è rapidamente affermato durante l'anno in corso.
L'Asia meridionale e orientale è l'altra, vasta regione in cui la vita dei cristiani è resa particolarmente difficile da restrizioni e violenze. Uno dei più gravi attentati degli ultimi anni si è verificato nello Sri Lanka il giorno di Pasqua del 2019 ed è costato la vita a 258 persone. Il rapporto sottolinea tra le emergenze il persistente stato di incertezza dei cristiani del Medio Oriente nonostante la sconfitta militare dell'Isis, lo Stato Islamico.
 
Titolo originale: Femministe pro aborto danno fuoco al portale d'ingresso della cattedrale di Città del Messico
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/10/2019