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Parte oggi la cosiddetta "fase 2" delle restrizioni per combattere la pandemia da Covid-19. Tante le nuove regole richiamate dal nuovo Dpcm dello scorso 26 aprile, tra le quali - come si legge nel decreto - si potrà fare visita ai "congiunti" con le solite precauzioni, ovvero guanti, mascherina e distanza di sicurezza.
Ma chi sarebbero per l'esattezza i congiunti? Il termine ha creato diversi dubbi, peraltro l'ultima dichiarazione di Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, che definisce "congiunti" anche gli amici "purché amici veri" ha suscitato molte perplessità e anche una certa dose si ilarità sui social. Ma il termine "congiunti" sembra essere diventato anche il pomo della discordia, ultimamente, in quanto avrebbe fatto infuriare niente di meno che Arcigay!
L'Associazione parla di "inaccettabile gerarchia affettiva imposta dallo Stato": "Il fatto che l'allentamento delle restrizioni sulle relazioni sociali sia circoscritto alla definizione di 'congiunti', che nei nostri codici è riferita inequivocabilmente alla dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita, rappresenta un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti", queste le osservazioni di Gabriele Piazzoni, segretario generale dell'associazione. Ma si dicono preoccupati anche la senatrice Monica Cirinnà, costernata per «le coppie non conviventi e le famiglie arcobaleno non riconosciute», e Matteo Renzi, che in un video aveva promesso di redarguire Giuseppe Conte: «Abbiamo fatto le unioni civili, crediamo nella libertà, non possiamo permettere allo Stato di decidere chi dobbiamo vedere». Richieste che sono state prontamente recepite da Palazzo Chigi che ha pubblicato della apposite Faq, proprio per chiarire tutti i dubbi sul Dpcm, anche quelle riguardanti i "congiunti".
All'appello mancava inizialmente solo Elena Bonetti che, com'è noto, sin dall'inizio del suo mandato si era dichiarata a favore delle adozioni gay, ma che non ha tardato a far arrivare il suo endorsement, ancora una volta, al mondo LGBT: qualche giorno dopo le esternazioni dei colleghi dem, si è affrettata a dichiarare che "Come ministro per le Pari Opportunità ho a cuore di tutelare i diritti delle coppie omosessuali, che non devono essere discriminate. È un punto che va chiarito e va chiarito nella direzione di permettere alle persone di ricongiungersi con i propri legami, fidanzati compresi. Bisogna richiamare al senso di responsabilità ma nello stesso tempo è altrettanto importante la vita delle persone che risponde all'esigenza delle relazioni umane e delle coppie".
Insomma, con la dissoluzione in atto dell'istituto familiare, si aggiunge anche l'estensione massiccia del termine "congiunti".
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).
CAUSA CORONAVIRUS CANCELLATI 200 GAY PRIDE
A causa dell'epidemia di Coronavirus 200 gay pride previsti in tutto il mondo, e che di solito si tengono all'inizio dell'estate, sono stati annullati. Alcuni di loro sono stati definitivamente cancellati, altri spostati. In Italia i primi pride ad essere cancellati sono stati quelli di Vicenza, Parma e dell'Umbria. C'è anche una mappa che in tempo reale informa quali gay pride sono stati soppressi e quali rinviati
(Gender Watch News, 4 aprile 2020)
94 CANDELINE PER ELISABETTA LA REGINA GAY FRIENDLY
La Regina Elisabetta ha compiuto 94 anni. Nel corso degli anni la regnante più volte si è mostrata vicina alla comunità LGBT. Ad esempio nel 2013 ha apposto il timbro reale alla norma che legittimava le "nozze" gay, gesto sì formale, ma anche significativo. Lo stesso è avvenuto per la Turing Law, norma che prevede la riabilitazione postuma per 60mila omosessuali incriminati negli anni addietro a motivo del loro orientamento sessuale.
Poi nel 2017, in occasione del discorso annuale presso il Parlamento, Elisabetta così si espresse: «Il mio governo farà ulteriori progressi per affrontare il divario retributivo di genere e la discriminazione nei confronti delle persone sulla base della loro razza, fede, genere, disabilità o orientamento sessuale».
Elisabetta. Una regina sicuramente gay friendly.
(Gender Watch News, 23 aprile 2020)
PRIME ''NOZZE'' GAY ARABE
Un cittadino tunisino e uno francese si "sposano" in Francia e il contratto matrimoniale viene riconosciuto in Tunisia. L'associazione 'Shams - per la depenalizzazione dell'omosessualità in Tunisia' su facebook così commenta: "Si tratta di una prima assoluta in Tunisia e nel mondo arabo. Il contratto di matrimonio tra un cittadino francese e un tunisino, sottoscritto in Francia, è stato riconosciuto in Tunisia ed annotato nell'atto di nascita dell'anagrafe tunisina".
Anche se non si tratta di una norma che legittima i matrimoni omosessuali, ma solo di un atto amministrativo, ovviamente ha un significato giuridico assai rilevante e, come è accaduto in altri paesi, potrebbe essere il primo passo per una legittimazione voluta dal parlamento.
Inoltre è da sottolineare che il mondo musulmano rappresentava fino a ieri un baluardo contro ogni istanza proveniente dall'ambiente gay, ma questo riconoscimento fa comprendere che una prima crepa si è creata anche nella diga del mondo arabo. Ed altre certamente ne seguiranno.
(Gender Watch News, 27 aprile 2020)
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