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LA STORIA DI DON MINUTELLA, IL SACERDOTE SCOMUNICATO NEL 2018 PER SCISMA ED ERESIA
Per Don Minutella i sacramenti dati in comunione con Papa Francesco sono invalidi, ma così cade nell'eresia donatista confutata da Sant'Agostino e dal Concilio di Trento (validità dei sacramenti ex opere operato)
di Simone Ortolani
 

Il «piccolo resto cattolico» guidato da don Alessandro Maria Minutella è realmente cattolico o è semplicemente diventato, in breve tempo, una delle tante sette di ispirazione cristiana? Cosa sta accedendo al movimento di fedelissimi del prete siciliano, che assicura i suoi oltre 43 mila follower della pagina Facebook Radio Domina Nostra di essere spronato da battagliere locuzioni interiori nell'opporsi alla «falsa Chiesa bergogliana», giudicata «eretica ed apostata»?
Il protagonista della vicenda è nato a Palermo il 13 settembre 1973 ed è entrato nel seminario del capoluogo dell'isola nell'ottobre del 1992. Dopo essere stato ordinato sacerdote il 27 dicembre 1999 dal cardinale Salvatore De Giorgi, è stato nominato parroco di San Giovanni Bosco nella zona di Romagnolo nella stessa città. Si è laureato in Teologia sistematica presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia con una tesi sulla mistica del Purgatorio in Santa Caterina da Genova nel 2002 e ha conseguito il dottorato in Storia del dogma cristiano presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2007 con una tesi sull'Escatologia cristologico-trinitaria di Hans Urs von Balthasar, diventata un corposo volume presentato a Roma e a Palermo nel marzo 2014. Oratore brillante e facondo, autore di alcune pubblicazioni - fra cui una su San Gregorio Magno -, uomo di forte temperamento, appassionato ed ironico, don Minutella afferma di avere avuto come guide spirituali don Pino Puglisi e don Gabriele Amorth. Grazie ai social network assurge ad ampia notorietà con infuocate catechesi trasmesse online: parla con trasporto di spiritualità, devozioni e mariofanie sia riconosciute sia non riconosciute; si presenta come paladino della sana Dottrina cristiana, si richiama incessantemente al Catechismo e, facendo leva sulle sue qualifiche accademiche, combatte eresie e polemizza con i «modernisti».
I Sinodi sulla Famiglia del 2014-2015 e, nel 2016, la promulgazione dell'esortazione apostolica Amoris Laetitia sono lo spartiacque nei rapporti fra don Minutella e la gerarchia: papa Francesco è accusato pubblicamente ed esplicitamente da lui di avere autorizzato la Comunione ai divorziati risposati, di avere profanato sia il sacramento del Matrimonio che quello dell'Eucaristia e di avere tradito il Magistero. Nel 2017, il sacerdote inizia un tour per l'Italia per la presentazione del libro I tempi di Maria. [...]
Pur avendo celebrato l'Eucaristia per alcuni anni in comunione con papa Francesco seguendo le rubriche del Messale di Paolo VI, don Minutella arriva gradualmente a sostenere che il pontefice «venuto dalla fine del mondo» non è mai stato nemmeno legittimamente eletto, a causa del complotto della «mafia di San Gallo» e della rinuncia di Benedetto XVI, pretesa come del tutto invalida. In seguito, opta per l'uso esclusivo della liturgia ante-conciliare trasmettendo da Radio Domina Nostra le funzioni da lui stesso officiate secondo il Rito romano antico.

PRESUNTO MEDIUM PER CONTO DELLA SANTA VERGINE
L'esibizione costante delle pretese comunicazioni celesti lo aiuta ad accreditarsi presso piccole fasce di sacerdoti e gruppi di laici maggiormente propensi a lasciarsi suggestionare dal racconto di apparizioni, rivelazioni private e profezie.
«Eravamo in parte delusi e scandalizzati da una certa deriva modernista e il passo successivo è stato quello di vedere in don Minutella un profeta dei nostri giorni. Ci diceva di essere stato scelto dalla Madonna come Suo inviato dal Cielo e di riceverne locuzioni», spiega un ex attivista del «piccolo resto». «Molti di noi eravamo realmente ispirati dal desiderio di servire il Vangelo, ma altri erano soltanto anticlericali guidati dall'odio verso la gerarchia, pontefice compreso, e vedevano in don Minutella un "liberatore dai cattivi", il capo di una rivoluzione per liberare Roma dagli apostati».
Il parroco assicura di ricevere queste locuzioni interiori da parte del Cielo e ne fa uno dei suoi principali argomenti di persuasione. In un'occasione, documentata, egli cerca grottescamente, di fronte ad alcuni fedelissimi, di imitare la voce di Padre Pio - che ne starebbe possedendo il corpo - intimando agli stessi la più stretta fedeltà alla sua persona. In un'altra, egli parla in falsetto, cercando di presentare se stesso come medium per conto della «Santa Vergine».
Era stato proprio il ricorso al presunto elemento soprannaturale che aveva contribuito a turbare i rapporti fra questo vivace quanto indocile curato, in precedenza stimato come brillante studioso, e l'arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo. Il porporato, ricevendolo nel settembre del 2015 in episcopio gli aveva ordinato il silenzio sulle propagandate rivelazioni a causa del turbamento dei fedeli. Questo precetto era coerente con le disposizioni dell'arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, nell'ambito della cui giurisdizione territoriale, a Carini, sorge, su un terreno di proprietà privata, il centro Piccola Nazareth, gestito da don Minutella: «Le locuzioni sono ingannevoli». Commentando anche la distribuzione a Piccola Nazareth di acqua nemmeno potabile ma spacciata come «prodigiosa», il presule protestava che era «quanto meno strumentale l'invenzione dell'acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova. Corre l'obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze». L'arcivescovo di Monreale si diceva certo della «sicura falsità delle sue affermazioni quando si dichiara "profeta" di messaggi soprannaturali, la cui diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli Angeli e i Santi».

SACRE DEVOZIONI E PROFANO MARKETING ONLINE
Questo esibizionismo che mescola con disinvoltura sacre devozioni e profano marketing online irrita alcuni fra i simpatizzanti della prima ora. Per i meno ingenui, sono le stesse catechesi di don Minutella ad apparire ambigue e confuse: egli inizia a citare, senza un vero e proprio criterio, come maestri di ortodossia autori del tutto diversi fra di loro, da Hans Urs von Balthasar a monsignor Marcel Lefebvre, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, fino ad esprimere apprezzamento per i sedevacantisti di varie correnti, ricercando recentemente contatti con i loro rappresentanti, forse per ottenere una certa legittimazione dal confronto pubblico con i sacerdoti di questo ambiente. Ed è proprio dalle pubblicazioni dell'Istituto Mater Boni Consilii di Verrua Savoia, appartenente a questa costellazione, che don Minutella ricava l'espressione «Una cum», tanto da farne una propria bandiera. L'espressione latina è parte del Canone della Messa in cui è commemorato il nome del Papa regnante: «Una cum famulo tuo Papa nostro Francisco», cioè, «Insieme col Tuo servo nostro Papa Francesco». Per i sedevacantisti non è lecito celebrare i sacramenti in comunione con gli occupanti della Sede apostolica dai tempi di Giovanni XXIII; don Minutella sceglie invece di celebrare «una cum Papa Benedicto».
«Don Minutella ha iniziato a celebrare in comunione con papa Benedetto XVI dichiarando che fosse ancora lui in carica. Ci disse che fu la Madonna a rivelargli che Francesco non fosse il vero papa e che non bisognava assolutamente menzionarlo perché, partecipando alle celebrazioni eucaristiche in unione con Francesco, si rischiava la dannazione eterna delle nostre anime, di tradire Gesù Cristo, di contaminarsi con le eresie», sostiene un gregario ormai deluso. Ma nemmeno la fiducia nei confronti di Joseph Ratzinger è piena. Quando il vescovo bavarese sceso dalla Cattedra di San Pietro ribadisce «ancora una volta», nel contesto dell'intervista contenuta nel libro di Peter Seewald Benedetto XVI. Una vita, la sua «amicizia» con il suo successore, don Minutella appare smarrito ed esclama incredulo che «è in gioco la fede stessa», come in occasione nella catechesi trasmessa da Radio Domina Nostra la sera del 5 maggio 2020. «Dov'è Pietro, chi è Pietro, che fine ha fatto Pietro?», si chiede in diretta su Facebook. Ormai è innegabile una «crepa profonda nei confronti del Romano Pontefice che rimane Benedetto XVI ma che però ci disorienta, ci smarrisce e ci mette alla dura prova. Quest'uomo - denuncia don Minutella - che ha continuato a vestirsi di bianco dopo aver detto che non sarebbe più intervenuto, lì, a 93 anni, scrive questi libri dove dice e non dice, parla e non parla, rendendoci ancora più confusi di quanto fa Bergoglio».

SCOMUNICA PER ERESIA E SCISMA
Il preteso campione della «Resistenza cattolica» - affermano alcuni testimoni - «avalla le sue dottrine con autori come San Tommaso d'Aquino stravolgendone i contenuti. Ha esortato tutti a non confessarsi più con altri sacerdoti che non appartengano al suo "piccolo resto". Ha chiesto di non ricevere la santa Eucaristia da costoro, che se celebrata in comunione con papa Francesco non sarebbe il Corpo del Signore, ma quello di satana; ha ordinato di non far battezzare i propri bambini da costoro, a non farsi nemmeno benedire dai pastori della Chiesa "ufficiale" per non riceverne maledizioni».
Sono diverse le registrazioni audio e video che confermano queste parole, diffuse fra i seguaci su WhatsApp e su Telegram.
«Ha detto in modo imperativo di non entrare nemmeno nei Santuari. Molte persone, credendo alle sue tesi, hanno iniziato a nutrire dubbi sulla validità dei propri matrimoni, dei battesimi, delle comunioni ricevute, precipitando nella desolazione più nera. Ma don Minutella si è spinto molto oltre. Ha detto che se fosse morto un nostro caro, non avremmo dovuto accettare funerali da parte di sacerdoti una cum Francisco, ma al più seppellirlo con una semplice benedizione altrimenti avremmo danneggiato l'anima del defunto».
Sollevato agli inizi dell'aprile 2017 dalla guida della parrocchia di San Giovanni Bosco da monsignor Corrado Lorefice, succeduto al cardinale Romeo come arcivescovo del capoluogo siciliano, il 13 novembre 2018 don Minutella è stato raggiunto dal decreto in cui veniva dichiarata la scomunica latae santentiae nella quale era incorso per eresia e scisma, firmato dallo stesso prelato il 15 agosto 2018, «con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento».
Affermare che i sacramenti amministrati in comunione con il Papa regnante sono invalidi, sacrileghi e addirittura satanici costituisce senza dubbio un'eresia, e contrasta chiaramente con l'insegnamento dello stesso Concilio di Trento sulla validità degli stessi ex opere operato. Queste spericolate asserzioni sono inoltre espressioni strane e pericolose che richiamano l'antica eresia donatista sull'invalidità dei sacramenti amministrati da sacerdoti reputati indegni, combattuta e confutata da Sant'Agostino. La predicazione costante contro il Romano Pontefice e il vescovo del luogo e la formazione di una congregazione di persone che non ne riconosce l'autorità, costituisce uno scisma nel senso proprio del termine. [...]

Nota di BastaBugie
: Michelangelo Nasca nell'articolo seguente dal titolo "Don Minutella scomunicato per eresia e scisma" racconta come si è arrivati al comunicato ufficiale dell'arcidiocesi di Palermo dove si rende nota la scomunica a don Alessandro Minutella.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Stampa il 13 Novembre 2018:
Un comunicato ufficiale redatto dall'arcidiocesi di Palermo rende note le notifiche di scomunica "latae sententiae" nei confronti del sacerdote palermitano don Alessandro Maria Minutella, in cui lo stesso sacerdote è incorso - si legge nel testo - «per il delitto di eresia e per il delitto di scisma, come previsto dalla Legge canonica (cfr. can.1364 §1 CIC), con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento». Una notifica pesante che da diversi giorni era ormai nell'aria, e che probabilmente lo stesso Minutella aveva da tempo subodorato.
A nulla sono valsi i tentativi di confronto e di dialogo portati avanti dall'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, da sacerdoti e amici del prete palermitano, nella speranza di smorzare i toni e le reiterate accuse contro Papa Francesco e lo stesso arcivescovo che don Minutella pronunciava pubblicamente durante le omelie e attraverso i canali del web, parlando dell'«impostura della falsa Chiesa», di una Chiesa «multinazionale della menzogna e della falsità. Prostituta indegna, venduta ai poteri del mondo».
Anche per tali ragioni don Minutella era stato inizialmente rimosso dall'incarico di parroco nella comunità parrocchiale che gli era stata affidata. Inoltre le presunte locuzioni interiori e soprannaturali che don Alessandro diceva di percepire, entrando in contatto con la Vergine Maria, gli angeli e alcuni santi, non apparivano molto convincenti, meno che mai l'acqua miracolosa che sarebbe sgorgata in un terreno non molto distante dalla città di Palermo. Un ulteriore strappo alle regole era stato determinato dalla costituzione di una comunità religiosa femminile seguita spiritualmente da Minutella, ma non riconosciuta dalla Chiesa.
All'inizio di questa vicenda - poiché i primi raduni avvenivano in territorio extradiocesano - anche l'arcidiocesi di Monreale aveva preso immediatamente posizione. «Poiché "le divine locuzioni" di cui don Minutella è artefice vengono ampiamente diffuse online, e rappresentano un serio rischio per il profondo turbamento di molte coscienze, si precisa che sono ingannevoli e forvianti le sue "profezie" e che la loro diffusione mette seriamente a rischio la genuina devozione popolare verso la Madonna, gli angeli e i santi. È quanto meno strumentale l'invenzione dell'acqua miracolosa, che avrebbe poteri soprannaturali e terapeutici, perché gioca con la sacra sensibilità dei semplici che vivono seri momenti di prova. Corre l'obbligo di avvertire tutti i fedeli che tali pratiche oltre ad essere contrarie al volere della Chiesa, sono fortemente sospette di manipolazione delle coscienze».
Nel giugno del 2018 don Minutella prende parte e guida un raduno di fedeli provenienti da alcune regioni italiane, circa un migliaio, ma l'ipotesi che da quel raduno potesse nascere qualcos'altro naufraga dopo non molto tempo. Nel mese scorso, don Alessandro ha comunicato, attraverso il web, la sua amarezza per essersi ritrovato solo, dichiarando anche il progetto di non intervenire più attraverso il web; adesso - dice - «ho deciso di fermarmi per un po' di tempo» . «La vera Chiesa - prosegue don Minutella - ha deciso di non dovere intervenire con me. Ho mandato due lettere a Benedetto XVI e non mi hanno risposto. Ho mandato la richiesta d'incontrare - come succedeva in passato - il cardinale Burke - e non mi ha risposto. I mezzi di comunicazione della vera Chiesa mi boicottano. [...] Allora se tacciono anche da "questa parte" il rischio è che si pensi che io sto portando avanti una mia chiesa, che io stia creando una setta. Ma io non sto facendo nulla di tutto questo. Io sto difendendo la Santa Madre Chiesa». Ora, a Palermo, giunge la notifica della scomunica.


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Titolo originale: Il caso Minutella: un po' di chiarezza
Fonte: Corrispondenza Romana, 11 Maggio 2020