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BENIGNI: BRAVO, MA SU S.AGOSTINO...
Col Dante di Benigni alle 23 la Rai taglia 6 milioni di italiani
da Avvenire
 

La serata è stata vista da oltre 3 milioni di persone ma i più l’hanno persa ...
Possibile che nessuna rete Rai potesse ospitare tutto il ciclo alle 21?
Quali spettatori si augura la Rai, servizio pubblico pagato con il canone degli Italiani?
Quello della pubblicità, sulla quale fa presa l’Auditel e che deve esser ossequiata ad ogni costo?
O quello della civiltà e dell’interesse per ciò che è bello e prezioso, e fa parte della tradizione di tutti?

CANTALAMESSA LODA E CORREGGE L’ATTORE TOSCANO
Lo spettacolo di Roberto Benigni sul V Canto dell’Inferno, trasmesso la settimana scorsa da Raiuno, è stato «a momenti una lezione di altissima comunicazione religiosa, oltre che artistica e letteraria». Lo ha affermato padre Raniero Cantalamessa nella prima predica d’Avvento, ieri mattina, davanti a Papa Benedetto XVI e ai cardinali e prelati della Curia Romana.
Secondo il predicatore della Casa Pontificia, «tuttavia, su un punto, forse non premeditato, Benigni ha lanciato un messaggio che potrebbe risultare micidiale per i giovani e che va rettificato». L’attore ha citato la frase di Agostino che dice: «Dammi la castità e la continenza, ma non ora», come se prima, ha spiegato, bisognasse «provare tutto» e poi, da vecchi, «praticare la castità».
Ma, ha chiarito Cantalamessa, «l’attore ha attribuito erroneamente la frase a sant’Agostino, in quanto essa è invece di Agostino ancora peccatore, di prima della conversione. Non ha detto quanto era costato al santo strapparsi alla schiavitù della passione a cui si era dato in braccio. E non ha ricordato la preghiera che egli sostituirà più tardi a quella incauta giovanile: 'Tu mi comandi di essere casto; ebbene, concedimi quello che mi chiedi e poi chiedimi quello che vuoi'».

 
Fonte: Avvenire, 8 dicembre 2007