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Il cantante Tiziano Ferro non ha mai nascosto il desiderio di avere un figlio e recentemente ha dichiarato di volerlo a tutti i costi, spinto soprattutto da Victor Allen suo compagno da tempo e con cui ha contratto un'unione civile.
«In questo momento Victor lo vuole ancora di più un figlio, forse perché sta per compiere 55 anni», ha detto a Repubblica. I due si sono trasferiti da un anno a Los Angeles e proprio lì potranno realizzare tutto questo. Il motivo è presto detto: «Qui in America la situazione è relativamente più facile, o meglio ci sono diverse soluzioni, come il cosiddetto "fostering", ovvero la possibilità di occuparti per un certo tempo di un bimbo, anche senza una vera e propria adozione».
Ma che cos'è esattamente il "fostering"? È una sorta di sinonimo di affidamento, diffuso soprattutto in Gran Bretagna e Stati Uniti. Nel programma Child Welfare Information Gateway, gestito dall'agenzia federale statunitense del Children's Bureau viene spiegato in cosa consiste questa sorta di pratica di affido. In sostanza la famiglia affidataria è una sorta di famiglia "momentanea" che dovrebbe preparare il bambino all'affido definitivo. Ma a conti fatti, ci chiediamo, è davvero un'esperienza positiva per il bambino stesso? E sì perché anche nel ragionamento fatto da Tiziano Ferro, al centro, più che il reale interesse per il bene del bambino, come al solito c'è il desiderio di felicità di due adulti che, evidentemente, fanno i conti senza l'oste.
Ciò che fa più rabbrividire, infatti, è l'idea di un figlio temporaneo, "per prova", ovvero per provare l'esperienza della paternità e vedere se piace. In questo modo se va bene, si ha la possibilità di restituire il bambino, come se fosse il tester di un profumo e scegliere un figlio "permanente", un po' come si fa quando si provano i vestiti e le scarpe: si capisce qual è il modello giusto e si punta su quello.
Peccato che i bambini appartengano al genere umano e non al mondo degli oggetti inanimati e dunque possano subire anche conseguenze devastanti, a livello emotivo, di queste scelte così egoistiche. Ma tant'è: tutto questo nei paesi anglosassoni è tranquillamente permesso, come se fosse un bene assoluto e inalienabile e, se provi ad alzare la voce in difesa dei più deboli, sei anche intollerante, violento e persino "senza cuore".
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).
LA FIGLIA DI MICHAEL JACKSON INTERPRETA UNA LESBICA CHE SI TRAVESTE DA SUORA
Le firme sono già arrivate a 260mila, ma saliranno ancora perché l'oggetto del contendere è di quelli esplosivi. [...] Una donna, lesbica, che ha una relazione con una prostituta che si traveste da suora per scappare da un non meglio precisato guaio legato alla droga. Bel film, verrebbe da dire, ma stavolta la regista Janell Shirtcliff, non ha badato a spese e per impersonare il protagonista ha scelto un'attrice poco conosciuta, ma dal nome impegnativo: Paris Jackson. Proprio così. È la figlia del mitico re del pop Michael che ha avviato una carriera da attrice.
Il film si chiama Habit ed è destinato a suscitare un vespaio di polemiche perché la blasfemia in esso contenuto va oltre la sensibilità religiosa. Infatti, in poche settimane dal lancio della campagna attraverso la piattaforma CitizenGo, le firme raccolte per chiedere il fermo del film sono state oltre 260mila e sono destinate a crescere. La protesta è promossa dalla Christian Film and Television Commission ed è rivolta al produttore e ai distributori della pellicola affinché non mandino in onda il film.
La campagna sottolinea che la pellicola, che sta per uscire, «ha un contenuto altamente offensivo e blasfemo per i 2 miliardi di cristiani nel mondo che considerano Gesù Cristo figlio di Dio e Salvatore», ma non solo. «Si tratta - hanno ribadito - di una mancanza di rispetto verso tutti coloro che anche se non riconoscono Gesù come Figlio di Dio lo considerano una figura storica rilevante, come ad esempio i musulmani».
L'obiettivo è fare si che nessun distributore distribuisca il film. Un desiderio e poco più dato il giro di miliardi che ruota attorno al business di Hollywood. Le motivazioni illustrate dalla campagna, la mancanza di rispetto, però, non sono sufficienti. Almeno altre due andrebbero spiegate ai signori pieni di dollari dell'industria cinematografica americana.
Anzitutto, l'offesa non è solo al sentimento religioso, ma anche all'intelligenza: provocare fino a questo punto, con allusioni puramente gratuite e antistoriche è un insulto alla storia e quindi all'intelligenza delle persone, ad esempio gli spettatori che pagheranno il biglietto - speriamo pochi - nel mondo dato che il film verrà sicuramente tradotto.
Ma bisogna essere chiari anche su un altro punto: la blasfemia esplicita contenuta nel film è già essa stessa l'offesa, un'offesa che non si fa solo all'uomo e al fede, ma che si fa prima di tutto a Dio. È ristabilire il diritto di Dio ad essere adorato e non vilipeso da un'attrice nota solo per il suo cognome la prima azione da fare perché queste offese creano delle ferite tra l'uomo e il suo Creatore, non passano in cavalleria con un colpo di spugna.
Bene dunque chiedere il boicottagio della pellicola, ma anche promuove qualche azione riparatrice perché il Protagonista ha anche Lui i suoi diritti.
(Andrea Zambrano, Sito del Timone, 2 luglio 2020)
BAMBINO, DIMMI COS'È LA PORNOGRAFIA TRANSESSUALE
I docenti della Archbishop Sentamu Academy, scuola della Chiesa anglicana del Regno Unito, hanno chiesto a bambini tra gli 11 e i 14 anni di definire espressioni come «pornografia, pornografia soft, pornografia hardcore e pornografia transessuale, nonché mutilazioni genitali femminili, sogni bagnati, circoncisione maschile». Una madre ha raccontato al Daily Mail che sua figlia 11enne, dopo aver cercato queste espressioni nel web, è rimasta profondamente turbata. Il preside si è scusato e ha dichiarato che simili compiti saranno d'ora in poi vietati.
Una vicenda sintomatica per comprendere dove tira il vento: nella direzione della pansessualità, anche omosessuale e transessuale, che investe pure l'educazione dei minori.
(Gender Watch News, 26 giugno 2020)
VIA LA BANDIERA LGBT DAL MUNICIPIO DI CADICE
Sulla facciata del municipio di Cadice in Spagna sventolava la bandiera arcobaleno. Avvocati Cristiani e AcTÚa FAMILIA hanno fatto ricorso al giudice e hanno vinto: la bandiera è stata tolta.
Il giudice ha spiegato che, secondo la legge, gli unici drappi ammessi sono quelli istituzionali, così come aveva già ricordato la Corte Suprema.
Una piccola grande prova che mobilitarsi a volte funziona.
(Gender Watch News, 3 luglio 2020)
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