I PIÙ LETTI DEL MESE
-
Il 1° libro di BastaBugie
CI HANNO PRESO PER IL COVID
Per non dimenticare tre anni di abusi di potere
Anno 2023 pag. 514 € 16
-
Audio registrati
-
La censura di YouTube
YouTube ha censurato in passato circa il 20% dei video che abbiamo pubblicato e oggi ci impedisce di pubblicare video con temi contrari al politicamente corretto (islam, gay, covid, ecc.)
SCEGLI UN ARGOMENTO
- Aborto
- America
- Animalisti e vegetariani
- Attualità
- Cinema
- Comunismo
- Cristianesimo
- Ecologia
- Economia
- Eutanasia
- Evoluzionismo
- Famiglia e matrimonio
- Fecondazione artificiale
- Immigrazione
- Islam
- Libri
- Liturgia e sacramenti
- Morale
- Omelie
- Omosessualità
- Pedofilia
- Pillole
- Politica
- Santi e beati
- Scienza
- Scuola
- Storia
- Televisione
« Torna alla edizione
Il nuovo libro di Alberto Leoni è dedicato al Risorgimento (che Gramsci chiamava «cosiddetto» e, per opposti motivi, anche noi) ed è, secondo il suo stile, una dettagliata narrazione di uomini, fatti e battaglie. Soprattutto queste ultime, perché l'autore, esperto di storia militare, è andato personalmente sui luoghi in cui si sono svolte. Addio mia bella addio. Battaglie ed eroi (sconfitti) del Risorgimento (Ares, pp. 400, €. 18) si apre, naturalmente, col 1848, anno delle insurrezioni nazionalistiche e liberali in tutta Europa, e le famose Cinque Giornate di Milano.
Qui effettivamente il popolo aveva motivo di ribellarsi a un impero austro-ungarico che calcava la mano sugli operosi lombardi e veneti per usare il ricavato in altre zone dell'impero. La scintilla fu una processione di saluto al nuovo arcivescovo, italiano, che aveva sostituito il precedente austriaco. Poiché era la seconda, le autorità mangiarono la foglia e «la processione venne caricata dai poliziotti, italiani, comandati dal conte Luigi Bolza».
Italiani. Vabbè, il resto è la storia, effettivamente, eroica che tutti conoscono. Ma per noi è facile dire, col senno del poi, che forse per i milanesi era meglio la padella imperiale che la brace piemontese. Giustamente, nel secolo romantico le parole magiche Patria e Italia-agli-italiani facevano vibrare i giovani cuori (v. inno nazionale). Ma ci sarà pur stato qualcuno, all'epoca, che si sia chiesto se è meglio essere governati da un capace e onesto straniero che da un pessimo connazionale.
Vabbè, ai soliti posteri l'ardua sentenza. L'autore è impressionato (giustamente) dal fervore di tanti volontari che andarono a morire per un ideale. Molti di questi insorti e poi garibaldini non erano affatto dei mangiapreti, ma dalle lettere che hanno lasciato emergono religiosità insospettate. Come Luciano Manara, il cui cattolicesimo però non gli impedì di combattere per sostituire il Papa con Mazzini e rendersi, di fatto, complice di serialkiller di monaci come Callimaco Zambianchi.
L'abnegazione e l'eroismo sono commoventi, certo, ma è la Causa che distingue l'eroe dal criminale, come dice sant'Agostino, ed è il motivo per cui non ammiriamo Che Guevara o i giovani delle SS. La propaganda ha sempre fatto leva proprio sui giovani, e per evidenti motivi. E la propaganda ideologica l'hanno inventata i giacobini. Detto questo, ogni elogio deve andare al libro di Leoni che, finalmente, permette di vedere come al cinema quel che i più anziani tra noi hanno mandato a memoria alle elementari.
Personalmente, nel 1960, per il centenario fui precettato coi miei compagni di scuola per marciare in camicia rossa e festeggiare l'inizio di quella che giustamente Leoni chiama «guerra civile» tra sudisti e nordisti piemontesi. Il «Corriere dei Piccoli» riempiva paginate di soldatini da ritagliare, austriaci, bersaglieri e garibaldini, Radetzky, Gyulaj, Bixio (che pur aveva un fratello gesuita, cappellano dei Confederati americani). Per fortuna, cresciuto, qualcuno mi insinuò il dubbio che forse stavo sbagliando Causa.
Ma torniamo al libro, dove troviamo che, nelle guerre per l'indipendenza dagli Asburgo e la dipendenza dai Savoia, i «lombardi, veneti e trentini» con la bianca divisa asburgica «si erano distinti spesso per disciplina e aggressività contro gli altri italiani». Mentre l'incompetenza dell'altra sponda mandava giovani romantici e generosi senza neanche le mappe del territorio (come ricorda Messori nella biografia, il capitano Faà di Bruno dovette comprarne di tasca sua).
Per gli appassionati, troviamo chicche come un Daniele Manin che deve scappare dalle fucilate dei suoi e la rivolta di Genova: «soldati piemontesi si scatenarono sulla città mettendola a sacco, con furti, rapine, stupri, pestaggi e omicidi». La parte migliore dell'opera sta nelle battaglie, descritte in presa diretta con competenza quasi professionale. Il resto è la storia della partecipazione italica al secolo del romanticismo, con le sue parole d'ordine coniate in chissà quale latebra.
Nota di BastaBugie: ti invitiamo a guardare il seguente filmato di 30 minuti sul risorgimento che smonta in modo efficace tutte le bugie che ci hanno raccontato su Cavour, Garibaldi, Mazzini, ecc.
http://www.youtube.com/watch?v=zVkZZ_O5WBk
-
900 edizioni
di BastaBugie
Da 18 anni al tuo servizio
Oltre le notizie per scoprire la verità
-
Pubblicato 10 anni fa...
SHAKESPEARE
Era cattolico!
di Elisabetta Sala
Articolo del 21 novembre 2014
-
Libro della settimana
SACERDOZIO FEMMINILE?
Perché la Chiesa dice no
Ed. Fede & Cultura
Anno 2024 / pag. 144 / € 14
-
Video della settimana
DIECI COSE...
che gli europei pensano
a cura di Silver Nervuti
Durata: 3 minuti
-
Da FilmGarantiti.it
SISSI, LA GIOVANE IMPERATRICE
Il sogno di una monarchia cattolica
Giudizio: consigliato (*)
Genere: storico (1956)
-
I dossier di BastaBugie
COMUNIONE
Sulla lingua o in mano?
Dossier: 8 articoli e 1 video
-
Santo della settimana
SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO
Apostolo della Via Crucis
di Ermes Dovico
Festa: 26 novembre
-
Video per la formazione
MILLENNIALS
Una generazione difficile
di Simon Sinek
Durata: 18 minuti
-
Personaggi del passato
EUGENIO SCALFARI
Giornalista
L'Espresso e Repubblica
1924 - 2022 (98 anni)