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G8 E L’ENCICLICA CARITAS IN VERITATE
Il commento del Papa
di Benedetto XVI
 

Cari fratelli e sorelle,
nei giorni scorsi, l’attenzione di tutti si è rivolta al G8 che si è tenuto a L’Aquila, città tanto provata dal terremoto. Le problematiche in agenda erano talora drammaticamente urgenti. Ci sono nel mondo sperequazioni sociali ed ingiustizie strutturali non più tollerabili, che esigono, oltre a doverosi interventi immediati, una coordinata strategia per ricercare soluzioni globali durevoli. Durante il summit i Capi di Stato e di Governo del G8 hanno ribadito la necessità di giungere ad accordi comuni al fine di assicurare all’umanità un futuro migliore. La Chiesa non possiede soluzioni tecniche da presentare, ma, esperta in umanità, offre a tutti l’insegnamento della Sacra Scrittura sulla verità dell’uomo e annuncia il Vangelo dell’Amore e della giustizia. Mercoledì scorso, commentando nell’udienza generale l’Enciclica Caritas in veritate pubblicata proprio alla vigilia del G8, dicevo che “occorre una nuova progettualità economica che ridisegni lo sviluppo in maniera globale, basandosi sul fondamento etico della responsabilità davanti a Dio e all’essere umano come creatura di Dio”. Questo perché – ho scritto nell’Enciclica – “in una società in via di globalizzazione, il bene comune e l’impegno per esso non possono non assumere le dimensioni dell’intera famiglia umana” (n. 7).
Già il grande Pontefice Paolo VI, nell’Enciclica Populorum progressio, aveva riconosciuto e indicato l’orizzonte mondiale della questione sociale. Proseguendo sulla medesima strada, anch’io ho avvertito il bisogno di dedicare la Caritas in veritate a tale questione, che nel nostro tempo è diventata “radicalmente questione antropologica”, nel senso cioè che essa implica il modo stesso di concepire l’essere umano sempre più posto nelle mani dell’uomo stesso dalle moderne biotecnologie (cfr ibid. 75). Le soluzioni ai problemi attuali dell’umanità non possono essere solo tecniche, ma devono tener conto di tutte le esigenze della persona, che è dotata di anima e corpo. Potrebbe infatti disegnare foschi scenari per il futuro dell’umanità “l’assolutismo della tecnica”, che trova la sua massima espressione in talune pratiche contrarie alla vita. Gli atti che non rispettano la vera dignità della persona, anche quando sembrano motivati da una “scelta di amore”, in realtà sono il frutto di una “concezione materiale e meccanicistica della vita umana”, che riduce l’amore senza verità a “un guscio vuoto da riempire arbitrariamente” (cfr n. 6) e può così comportare effetti negativi per lo sviluppo umano integrale.
Per quanto sia complessa l’attuale situazione nel mondo, la Chiesa guarda al futuro con speranza e ricorda ai cristiani che “l’annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo”. Proprio oggi, nella Colletta della Messa, la liturgia ci invita a pregare: “Donaci, o Padre, di non aver nulla di più caro del tuo Figlio, che rivela al mondo il mistero del tuo amore e la vera dignità dell’uomo”. Ci ottenga la Vergine Maria di camminare sulla strada dello sviluppo con tutto il nostro cuore e la nostra intelligenza, “vale a dire con l’ardore della carità e la sapienza della verità” (cfr n. 8).

 
Fonte: Vatican.va, 12 luglio 2009