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In Spagna il coronavirus contagerà meno l'8 marzo del Venerdì santo. A Madrid sono state autorizzate dal governo manifestazioni fino a 500 persone (quattro quelle già convocate dalla Commissione 8M), altrove si parla di duecento e tre metri di distanza l'una dall'altra, ma insomma: dove sarà possibile e con le restrizioni del caso la giornata mondiale della donna verrà celebrata.
Non che la cosa piaccia al ministro della salute Carolina Darias che a fine febbraio aveva dichiarato pubblicamente che, stante la situazione epidemiologica, non aveva alcun senso stringersi nei cortei, tantomeno al sindaco di Madrid José Luis Martínez-Almeida: «Primo, sappiamo tutti quanto sia difficile controllare 500 persone e che siano 500. Secondo, sappiamo tutti che le distanze di sicurezza non vengono mantenute. Terzo, sappiamo tutti che la folla può essere un fattore di trasmissione del rischio».
Tuttavia il direttore dell'unità di crisi Fernando Simón, direttore del Centro per il coordinamento degli allarmi sanitari e delle emergenze, non vede alcun pericolo, anzi, le manifestazioni femministe sono certamente meno rischiose delle processioni della Settimana santa: «Non è la stessa cosa trovarsi pigiati sotto statue e simulacri trasportati a spalla o partecipare a una manifestazione di 500 persone dove le distanze possono essere mantenute». Secondo l'epidemiologo i rischi sono associati al modo in cui le persone si relazionano tra loro, «e il modo di relazionarsi cambia anche a seconda del motivo per cui le persone si riuniscono».
Così, mentre il delegato del governo spagnolo a Madrid, José Manuel Franco, spiegava che nella capitale le marce «non sono state vietate perché osservano i parametri richiesti», in molte regioni autonome della Spagna sono state annunciate restrizioni per le celebrazioni della Settimana Santa nonché confermata la soppressione di altri appuntamenti religiosi, come le Fallas di Valencia che ogni anno celebrano San Giuseppe o le feste di San Firmino a Navarra.
LA FESTE DELLA NUOVA RELIGIONE DI STATO
«Consentire le manifestazioni dell'8 marzo con quei parametri ridicoli prende in giro tutti noi cittadini che ogni giorno rispettiamo le misure imposte e rappresenta un vergognoso doppio standard», ha tuonato all'agenzia Aci Prensa padre Juan Manuel Góngora, parroco di Oria (Almería). Mentre Unidas Podemos annuncia che saranno in piazza a fianco delle donne sulle quali ricade lo stigma dello scorso anno, ai cattolici «viene ricordato 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che quest'anno dobbiamo agire come se la "Settimana Santa non esistesse"». Ma quale autorità potrebbe multarlo se la domenica di Pasqua decidesse di varcare la soglia della Chiesa con l'ostensorio del santissimo sacramento in mano e se una folla di parrocchiani lo seguisse, ciascuno a debita distanza? Non sarebbero rispettate le stesse condizioni previste per l'8 marzo?
È un anno che il culto cattolico viene demonizzato in Spagna (ricordate quando la Generalitat di Barcellona decise di punire l'arcivescovo per aver celebrato una messa per le vittime di Covid nella Sagrada Familia? Aveva violato il limite di 10 fedeli in una chiesa aperta a 1.000 turisti) e questo «nonostante non esista alcun contagio associato alle attività di culto in Spagna», ricorda padre Francisco José Delgado parlando di un paese dove le uniche celebrazioni ammesse sembrano quelle della «nuova religione di Stato» promossa da Podemos al governo.
LA BOMBA DI CONTAGI DOPO L'8 MARZO SCORSO
Esattamente un anno fa Covid aveva già travolto la Lombardia e gli esperti avevano avvisato la Spagna: il distanziamento è fondamentale, vietate gli assembramenti. Una raccomandazione che l'Oms deciderà di rendere tale solo il 9 marzo, fornendo a Pedro Sánchez il miglior alibi per non vietare le manifestazioni per la Festa della donna il giorno precedente. I giudici archiviarono le indagini sull'autorizzazione di queste mobilitazioni, nonostante lo stesso Simón avesse firmato un documento (seppur blando) su Covid il 10 febbraio, e avesse fatto sospendere un incontro della comunità evangelica in programma a Madrid alla fine del mese; quanto a Salvador Illa, il ministro della sanità - protagonista dell'assurdo disastro dell'acquisto reiterato di milioni di tamponi difettosi prodotti da una azienda cinese non autorizzata - raccomandava già allora di evitare riunioni tra il personale sanitario: l'analisi delle acque reflue di Barcellona dimostrava che il virus era presente in Spagna già a gennaio.
Nonostante questo José Manuel Franco autorizzò le celebrazioni dell'8 marzo e la capitale, epicentro delle sfilate femministe, pagò in seguito un prezzo altissimo. Oggi Franco torna ad autorizzare le marce a Madrid, difendendo la libertà di espressione e piena democrazia in Spagna, prova ne sono le manifestazioni nel centro di Madrid a favore del rapper Pablo Hasél. Certo, il delegato prende le distanze dagli atti di vandalismo (per capirci, Barcellona è stata messa a ferro e fuoco) ma non c'è nulla che preoccupi il governo più dell'arrivo della Pasqua. «Con il Natale è arrivata la terza ondata e con essa una grande lezione» ha ammonito Pedro Sánchez, «l'obiettivo non è salvare la Settimana Santa», ma abbassare i 50 casi di incidenza ogni 100 mila abitanti. Come se il virus fosse femminista.
Nota di BastaBugie: per capire cosa sono realmente le manifestazioni femministe si possono leggere i seguenti articoli e guardare i relativi video dello scorso anno.
FEMMINISTE PRO ABORTO ASSALTANO LE CHIESE
Per la festa della donna femministe a volto coperto hanno gettato vernice e tentato di dare fuoco alla cattedrale di Città del Messico (VIDEO: 8 marzo 2020 giornata di violenza e devastazione)
da Sito del Timone
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6066
FEMMINISTE PRO ABORTO DANNO FUOCO ALLA CATTEDRALE DI CITTA' DEL MESSICO
Il rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre svela che sono 300 milioni i cristiani che nel mondo patiscono forme di persecuzione, discriminazione e limitazione della libertà religiosa (VIDEO: La furia delle femministe)
di Anna Bono
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5865
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