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Da giorni se ne parlava in termini quasi apocalittici: una nuova variante ha fatto la sua comparsa nel lontano Sudafrica e la sola parola variante, nei Media, fin dai primi tempi della pandemia, è utilizzata per evocare scenari da incubo. Basti pensare all'uso che per mesi è stato fatto della Delta.
Alla variante sudafricana è stato attribuito il nome di "Omicron", la quindicesima lettera dell'alfabeto greco, proprio perché le varianti codificate ufficialmente sono appunto quindici. In realtà ci sono diversi altri sottotipi, e non c'è nulla di strano: il Covid è un virus che muta in continuazione. Più un virus si diffonde, a più mutazioni può andare incontro.
Secondo diversi scienziati, tra cui il virologo Van den Bosche, già collaboratore della Bill & Melinda Gates Foundation, la campagna di vaccinazione di massa dà un importante contributo alla selezione di nuovi varianti. Negli scorsi giorni, quando era iniziata a montare immediatamente una campagna terroristica sulla Omicron, la cui esistenza era segnalata per la prima volta all'OMS dalle autorità sanitarie del Sudafrica il 24 novembre, il governo di Città del Capo aveva espresso la sua indignata sorpresa per il clamore mediatico scatenato contro il proprio Paese, dicendo che semmai si dovrebbe ringraziare l'eccellenza della ricerca scientifica sudafricana che aveva individuato questa mutazione del Covid. Un funzionario dell'Unione africana ha detto alla BBC che i paesi sviluppati sono responsabili dell'emergere della variante.
L'IMPATTO DELLA NUOVA VARIANTE
L'OMS ha replicato affermando che il numero di casi di questa variante, inizialmente denominata B.1.1.529, sembra essere in aumento in quasi tutte le province del Sudafrica. "Questa variante ha un gran numero di mutazioni, alcune delle quali preoccupanti", ha detto venerdì l'ente di sanità pubblica delle Nazioni Unite in una nota. "La prima infezione confermata da B.1.1.529 proveniva da un campione raccolto il 9 novembre".
L'OMS ha affermato che sarebbero necessarie alcune settimane per comprendere l'impatto della nuova variante, poiché gli scienziati stanno ancora lavorando per determinare quanto sia trasmissibile. Un alto funzionario sanitario del Regno Unito ha avvertito che i vaccini sarebbero "quasi certamente" meno efficaci contro la nuova variante. Ma il professor James Naismith, un biologo strutturale dell'Università di Oxford, ha aggiunto: "È una brutta notizia, ma non è il giorno del giudizio".
Infine, il capo della South African Medical Association ha dichiarato alla BBC che i casi riscontrati finora in Sudafrica - dove la popolazione completamente vaccinata è del 24% - non sono gravi, ma ha affermato che le indagini sulla variante erano ancora in una fase molto precoce.
Come si presenta questa Omicron? "I pazienti si lamentano principalmente di dolori diffusi e stanchezza. Si tratta di casi che perlopiù non necessitano di ricoveri ospedalieri", ha affermato la dottoressa Angelique Coetzee, dirigente della Sanità Pubblica sudafricana. Ma dall'altra parte dell'Oceano il santone della pandemia Anthony Fauci ha sentenziato che, mentre i rapporti dell'OMS sulla nuova variante hanno alzato una "bandiera rossa" di allarme, è possibile però che i vaccini possano ancora funzionare per prevenire anche questa minaccia.
UNA SITUAZIONE SCHIZOFRENICA
Insomma: una situazione quasi schizofrenica, con messaggi contraddittori, sia sulla gravità di questa forma virale, sia sull'efficacia dei vaccini di prevenirla.
In questo scenario, è arrivato il primo caso italiano. Un caso reso pubblico ieri, domenica 28 novembre. A soli 4 giorni dall'annuncio dell'esistenza della variante, in Italia si è già in grado di identificarla in laboratorio. Il caso zero di Omicron si era sottoposto ad un tampone random. Teoricamente, questo signore, regolare possessore di certificazione verde, di tipo super, essendo bivaccinato, avrebbe potuto in questi e nei prossimi giorni diffondere ampiamente il virus.
Ciò dimostra in modo evidente l'inutilità del pass di Draghi. Tanto varrebbe sottoporre per fermare l'epidemia tutte le persone a tamponi di controllo, indifferentemente dal fatto che siano o meno vaccinati.
Il caso 0 italiano pone una serie di questioni: il signore che ha contratto il Covid sembra star bene per ora: è in isolamento domiciliare fiduciario. Gli ultrà del vaccinismo hanno già esultato dicendo che il signore è paucisintomatico proprio perché è vaccinato. Non ci si può che rallegrare se la profilassi funziona e fa sì che una persona si ammali in forma più leggera, però è un fatto inoppugnabile che la vaccinazione non ha impedito al signore di contrarre il Covid, e a sua volta di trasmetterlo: ha infatti contagiato tutti i membri della sua famiglia, compresi i vaccinati.
Inoltre, il signore che ha contratto il Covid in versione Omicron è paucisintomatico esattamente come i pazienti sudafricani. Eppure Ursula von der Leyen ha appena dichiarato che "quella contro la variante Omicron è una corsa contro il tempo". Ancora non hanno optato tra l'enfatizzare la minaccia fantasma o esaltare l'efficacia assoluta dei vaccini. Che si decidano.
Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "La variante del panico. Dal Sudafrica arriva un nuovo motivo per avere paura" parla della nuova variante del Covid, l'Omicron. Il primo problema, oggi come allora, è nell'informazione. Infatti è già corsa a chi diffonde il panico. A guadagnarci sono soprattutto le classi politiche che per "salvarci" tornano a parlare di lockdown e restrizioni.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 27 novembre 2021:
Pare che all'improvviso, alla fine del novembre 2021, si sia tornati al 23 gennaio 2020, il giorno in cui venne data ufficialmente notizia della comparsa di un nuovo coronavirus in Cina. La novità del 25 novembre, invece, riguarda il Sud Africa: lì è stata scoperta una nuova variante, l'Omicron.
Come sempre quando la notizia viene diffusa, si scopre che il virus si è diffuso con una velocità molto superiore. Anche quel 23 gennaio il nuovo coronavirus era in circolazione in Cina già da due mesi (forse tre mesi, secondo studi non ancora confermati) e stava già arrivando in Tailandia, Giappone e Corea del Sud, probabilmente anche nella stessa Italia. Nel periodo, ancora ignoto, fra la sua comparsa in natura e la sua scoperta, la variante Omicron potrebbe essere arrivata ovunque, considerando che è stata ritrovata in Paesi fra loro agli antipodi: oltre che negli Stati sudafricani (Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini e Malawi), è presente anche in Israele, a Hong Kong e in Belgio. Nel Paese europeo la persona contagiata non è mai passata dal Sudafrica, bensì dall'Egitto e dalla Turchia. Come nel gennaio del 2020, la pachidermica macchina decisionale degli Stati parte lentamente all'inseguimento di un virus già fuggito e chiude le frontiere, selettivamente, per chi arriva dai Paesi infetti. Il ministro Roberto Speranza ha annunciato la cancellazione dei collegamenti aerei con i soli Paesi africani più colpiti e il divieto di ingresso per chi vi ha viaggiato negli ultimi 14 giorni. Ma, per i motivi di cui sopra, e come dimostra l'esperienza del 2020, si tratta di una misura tanto rassicurante quanto inutile.
Come nel gennaio del 2020, il panico è immediato. Le Borse hanno registrato perdite gravi in tutto il mondo, già alla loro apertura del 26 novembre. Ma perché? Sappiamo già che la nuova variante, che l'Oms ha battezzato Omicron, è più contagiosa della Delta? Sappiamo che ha 32 mutazioni della proteina Spike che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilità e la capacità di eludere gli anticorpi. Sappiamo anche che, alcuni dei contagiati nei Paesi sudafricani, erano completamente vaccinati, anche con i farmaci più in uso in Europa, quali Pfizer, Johnson&Johnson e AstraZeneca. Tuttavia nessuno degli scienziati che ha studiato in questi giorni la variante è in grado di dire come si diffonderà. Per Penny Moore, dell'Università del Witwatersrand a Johannesburg, occorreranno almeno altre due settimane per capire se la variante del coronavirus comparsa nel suo Paese "è in grado di sfuggire agli anticorpi generati dai vaccini anti-Covid, così come alle difese dovute all'attivazione delle cellule T del sistema immunitario". Mancano ancora i dati. Anche secondo un virologo italiano non certo leggero nelle sue analisi, quale è Andrea Crisanti, aver paura "è prematuro", perché "stiamo parlando al momento solo di ipotesi e siamo un una fase di osservazione".
Il primo problema di questa nuova crisi, dunque, è nell'informazione. Non pare vero, a media alle prese con un pubblico già stanco da due anni di Covid, poter dare una nuova scossa adrenalinica alla vigilia di Natale. Le ricadute economiche sono immediate in tutto il mondo, appunto: quanti stanno speculando al ribasso staranno facendo festa e vorremmo proprio sapere se vi sia un conflitto di interessi fra chi sta diffondendo questo allarmismo a piene mani e chi può guadagnarci qualcosa.
Ma al di là di queste inevitabili umane miserie, chi sta già capitalizzando è soprattutto la classe politica di quasi tutti i Paesi europei occidentali e nordamericani. Se le popolazioni sono attualmente più stanche che impaurite, la notizia terrorizzante di una nuova pericolosa variante ridà legittimità a parole e frasi che francamente nessuno vorrebbe più sentire: lockdown, chiusure, stare a casa, fare sacrifici oggi per essere più liberi per le feste, stare attenti alle feste per proteggere i più fragili, ecc... I governi devono sempre mostrare di "fare qualcosa" quando la gente ha paura. Vivono di emergenze da quasi due anni e traggono legittimità dalla richiesta di interventi in emergenza. La prima ad annunciare un lockdown temporaneo è stata, ieri, l'Olanda. In Italia, già in tempi non sospetti, il vecchio linguaggio del governo Conte era riemerso anche nel governo Draghi (che mantiene gli stessi ministri all'Interno e alla Sanità): "salvare il Natale" era ormai sulla bocca di tutti, così come stanno tornando le regioni in zona gialla e anche una ventina di comuni in Alto Adige in zona rossa. Nonostante la continua promessa di libertà data dalla vaccinazione di massa (con punizioni sempre più severe per chi non vuole un vaccino che tuttora è facoltativo) si parlava da un mese di chiusure come se il vaccino non fosse mai neppure esistito. Adesso il governo ne può parlare più liberamente: c'è la variante Omicron, quindi tutti a casa appassionatamente. Torneremo a cantare sui balconi.
E allora, come la mettiamo con il Super Green Pass (il lockdown, di fatto, per chi non si vaccina)? Ovviamente quello resta. Anzi, dopo l'autorizzazione dell'Ema per i vaccini ai minori di 12 anni, è partita la campagna propagandistica per far vaccinare i bambini. Quindi già avevamo un problema strano, quello di un vaccino che impone obblighi e restrizioni perché i vaccinati non siano contagiati dai non-vaccinati. Ma adesso, abbiamo il caso ancora più strano di una spinta sempre più forte alla vaccinazione di massa, proprio nel momento in cui appare una variante del virus che potrebbe renderla inutile, obsoleta. Il panico va dosato infatti con cautela: la nuova variante deve essere presentata in modo abbastanza temibile da giustificare nuove misure restrittive, ma non abbastanza da considerare ormai inutile la vaccinazione.
La nuova variante, per quel che ne sappiamo, se analizzata a mente fredda, dimostra proprio il contrario. Dimostra che i lockdown sono stati inutili, perché non hanno impedito la circolazione e la mutazione del virus. E idem dicasi per le campagne vaccinali, che non hanno mai fermato il contagio, neppure in micro-realtà come Gibilterra, dove il virus circola nonostante sia vaccinato il 100% della cittadinanza. La nota filastrocca di chi vuole il vaccino obbligatorio in Italia, quella secondo cui se non tutti si vaccinano, il virus circola fra i non vaccinati, muta e può mettere a rischio anche chi è vaccinato, si è verificata. Ma non nel senso che intendono loro: il virus ha continuato a circolare indisturbato in continenti interi. È avvenuta la mutazione e adesso siamo a rischio anche nel resto del mondo. Il virus, infatti, non conosce confini e ignora se abbiamo, nel nostro piccolo, raggiunto l'immunità di gregge.
Quel che dovremmo imparare, una volta per tutte, è che l'obiettivo "Covid 0" non si può raggiungere. Che possiamo fare tutti i sacrifici collettivi che vogliamo, ma non serviranno a nulla: questo male non si può eradicare. Dobbiamo imparare a coesistere con il coronavirus come in Svezia l'epidemiologo Anders Tegnell ha compreso sin da subito. E quindi si deve limitare al minimo l'impatto delle politiche anti-Covid, garantendo protezione alle persone fragili, ma lasciando vivere, il più normalmente possibile, tutti coloro che non rischiano di morire di Covid.
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