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Una valutazione semplice ma realistica del significato politico della ri-elezione al Quirinale del Presidente Sergio Mattarella può essere la seguente: hanno vinto i fautori dello status quo, hanno perso i sostenitori del cambiamento. Mi riferisco qui agli italiani e non alle forze politiche. La nuova società palliativa, come dice il filosofo germano-coreano Byung-Chul Han, rifugge la sofferenza, è priva di eroismo, si accomoda nella tranquillità garantita della sopravvivenza. Gli italiani che sono stanchi dei lunghi e difficili sedici anni dell'era Napolitano-Mattarella e temono il nuovo accentramento di potere hanno avuto la porta in faccia. Coloro che in questi sedici anni si sono accomodati a tavola e sul divano hanno avuto la loro porta aperta per un nuovo periodo.
Il voto ha confermato l'Asse Draghi-Mattarella. Il progetto era già nel programma della sinistra di sistema (o del sistema della sinistra) quando Mattarella aveva chiamato Draghi a Palazzo Chigi, ma le pedine non erano ancora tutte collocate al loro posto: ora lo sono. Quest'Asse Governo-Presidenza della Repubblica - inquietante solo ad enunciarlo - è ora in grado di controllare e dominare l'Italia a lungo. Veniamo da molti anni di presidenzialismo, ossia di intervento del Quirinale nella politica, da due anni il Parlamento è in naftalina, l'emergenza perenne per il Covid ha motivato una maggioranza di solidarietà nazionale di cui fa parte perfino la Lega, dalla cultura politica opposta a quella di Draghi, un'opposizione non c'è come si è visto in aula in questi giorni ma come era già molto evidente nei due anni di pandemia appena trascorsi.
In questa situazione, l'Asse Draghi-Mattarella avrà un potere politico enorme, nessuno disturberà né fuori dell'Italia, dove i grandi poteri saranno contenti della continuità italiana, né dentro il Paese, nonostante la posizione di Fratelli d'Italia, che almeno ha salvato la faccia ma non di più.
UNA EVIDENTE FORZATURA
Nella mattinata di sabato scorso è accaduta una cosa molto irrituale che i Grandi Commentatori istituzionalizzati hanno esaltato mentre a noi sembra una evidente forzatura. Diversi grandi elettori avevano iniziato a votare (spontaneamente?) Mattarella. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, per evitare che ciò mettesse in pericolo il rientro in gioco di Mattarella che non poteva certo reggersi su questa insubordinazione da peones, ha espressamente fatto da mediazione, invitando il presidente Mattarella a rispondere alla chiamata. È stato così che il Governo del Presidente si è definitamente interfacciato con il Presidente del Governo e le due cose sono diventate una cosa sola. Non c'è dubbio che Mattarella sia oggi uomo di Draghi, come Draghi era ed è uomo di Mattarella. Vorrei ripeterlo per evitare di non essere capito: si tratta di un Asse di potere che molto preoccupa, soprattutto per la debolezza del contorno.
L'Italia è sotto la cappa di un sistema politico bloccato, dominato e controllato in tutti i suoi aspetti. Sembra non poter accadere niente di nuovo, ogni spiraglio viene subito chiuso. Tutto si lega e tutto è tenuto in mano dallo stesso ceto politico-sociale. Questo fa sì che i grandi direttori dei quotidiani, come è successo anche nei commenti alla rielezione di Mattarella, si muovano all'unisono ad un cenno della regia; che siano stabilmente al governo partiti che hanno perso tutte le elezioni degli ultimi dieci anni; che il ministero della Sanità sia in mano all'esponente di un partito dello zero virgola e che lo rimanga anche quando cambiano i governi; che a Palazzo Chigi finiscano ormai stabilmente persone cooptate e mai elette; che alla Corte costituzionale finiscano sempre uomini garanti del sistema, come accaduto in questi giorni con la presidenza di Giuliano Amato che trasforma l'Asse Draghi-Mattarella nella Triplice Intesa: Draghi-Mattarella-Amato.
UN QUADRO PREOCCUPANTE
L'opposizione non ha saputo far coagulare nessuna seppur minima minaccia politica a questo quadro preoccupante e rimane almeno strana la posizione della Lega. Ammettiamo che qualche candidato proposto da Salvini avesse ottenuto la maggioranza, cosa sarebbe successo? La caduta del governo, data l'emergenza di una nuova maggioranza politica in un punto chiave per la vita istituzionale. Caduta del governo di cui però fa parte anche Salvini. L'opposizione sembra avere poche idee, ancora meno coraggio ma soprattutto non ha la prospettiva dei tempi medi e lunghi. L'opposizione non si improvvisa.
Consegnandosi all'Asse Draghi-Mattarella, il Parlamento e la politica hanno dichiarato la loro languida sfinitezza. Una grande fetta di italiani che sperava di uscire dal tunnel ora è profondamente delusa: chi potrà opporsi al prolungamento sine die della perenne emergenza sanitaria? Chi metterà dito nelle discriminazioni governative con la scusa del Covid? Chi potrà dire qualcosa sull'emergenza dei "nuovi diritti" (la proposta di legge Zan verrà riproposta e approvata insieme con il suicidio assistito nel silenzio di ogni opposizione)?
La democrazia liberal della sinistra di sistema ha prodotto la sua democrazia palliativa che ti cura anche se non è necessario, che ti dice che l'eroismo non serve perché il sistema istituzionale provvede già di suo alla tua sopravvivenza, che pretende per questo continuità per se stessa sicché è perfettamente logico che ad un settennato passato al Quirinale segua un altro settennato passato al Quirinale.
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