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Ecco servito l'ennesimo caso di indignazione - principalmente via social, oramai spesso ridotti a megafono del politicamente corretto, in un agone tanto virtuale, quanto surreale - a seguito delle parole pronunciate da un personaggio in vista.
Questa volta non serve neppure spostarsi di Paese, come nel noto caso della scrittrice J.K. Rowling, in quanto l'autrice del misfatto è la nostrana sciatrice alpina Sofia Goggia (nella foto). Salita agli onori della cronaca pochi mesi fa per il suo insperato argento alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022, conquistato dopo un infortunio rimediato a Cortina una ventina di giorni prima, da sciatrice di cui tutta Italia era fiera, nello spazio di poche frasi pronunciate durante un'intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo e Flavio Vanetti sul Corriere della Sera e uscita il giorno di Pasqua, è stata declassata a persona, diciamo così, poco degna di stima, per non dire "oscurantista", "omofoba", o altri epiteti ricorrenti in queste situazioni.
LE PAROLE INCRIMINATE
Ma vediamo cosa ha detto l'atleta, che di certo non ha lesinato nel rispondere alle domande che le venivano poste. Rispetto alla presenza di persone con tendenze omosessuali nel mondo dello sci, la quasi trentenne bergamasca ha affermato: «Tra le donne qualcuna sì. Tra gli uomini direi di no». Per poi chiosare, con quel briciolo di ingenuità forse dovuto alla giovane età: «Devono gettarsi giù dalla Streif di Kitzbuhel...».
E sugli uomini trans che gareggiano con le donne? «A livello di sport», ha affermato la Goggia, «un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più». E, anche in questo caso, ha aggiunto un «Non credo allora che sia giusto» che profonde buon senso e sincerità... che al giorno d'oggi non sono più delle virtù.
Dunque, l'atleta nostrana ha poca considerazione del gentil sesso? [...]: «Le donne sono donne; gli uomini, uomini. Non mi piace quando dicono: donna con le palle. Perché devi giudicarmi da quello che non ho, che non sono?». Apriti, oh cielo. I social hanno raccolto il profluvio d'indignazione generato da queste frasi, portato avanti sia da persone comuni, sia dai soliti noti dediti al commento facile. Tra questi, l'immancabile Selvaggia Lucarelli, che prima delle 10 di mattina del Lunedì dell'Angelo aveva già twittato: «Sofia Goggia è una brava atleta, non una maître à penser. Il problema sta nell'aspettarsi sempre il commento giusto da persone che fuori dalle loro competenze possono essere mediocri e fallibili». Naturalmente, ai tanti critici si affiancano anche coloro che della Goggia hanno preso le difese ma, come sempre in questi casi e sui social, le loro opinioni hanno meno peso.
LE SCUSE, MA SENZA DIETROFRONT
Tanto è stato quindi il cancan, che la Goggia ha ritenuto di dover cinguettare, nel tardo pomeriggio del giorno di Pasqua, una frase di scuse, specialmente in riferimento all'uscita sullo Streif di Kitzbuhel: «Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Mi dispiace e mi scuso con tutte le persone che si sono sentite offese per la frase che è uscita nell'intervista del Corriere che, sicuramente, quando l'ho pronunciata, non voleva essere di natura discriminatoria».
273 caratteri, sui 280 messi a disposizione dal social azzurro, che suonano più come un pro forma volto a mettere a tacere il trans-gossip pasquale del 2022, che altro: la Goggia, infatti, non ha fatto nessun dietrofront nel merito.
Tuttavia, le scuse si sono rese necessarie. Per cosa? Molto semplicemente per aver abbracciato ed esposto pubblicamente la realtà dei fatti: ma, si sa, di questi tempi non vale più l'adagio latino di classica memoria: "Contra facta non valet argumentum", bensì sulla lavagna, sui quaderni e sulla bocca del buon cittadino del XXI secolo campeggia il più moderno: "Di fronte all'ideologia non valgono i fatti". E, lo si sa, l'ideologia gender e transgender sono oggi un must ben foraggiato da tutti coloro che hanno come obiettivo ultimo quello di sovvertire la verità sugli esseri umani.
Nota di BastaBugie: Giuliano Guzzo nell'articolo seguente dal titolo "Sofia Goggia campionessa di verità: i trans discriminano le donne negli sport" commenta la notizia della sciatrice italiana facendo esempi per avvalorare la tesi che uomini e donne sono diversi, nello sport come nella vita.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Provita & Famiglia il 19 aprile 2022:
La sciatrice Sofia Goggia è finita al centro di una vera e propria bufera mediatica per le sue parole, durante un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, con le quali ha rivendicato la necessità di proteggere le donne dalle istanze "sportive" delle persone transgender, che finiscono per discriminare proprio le competizioni femminili e annullare qualsiasi competitività.
Parole però sacrosante, quelle della campionessa olimpica nella discesa libera a Pyeongchang 2018, vincitrice di tre Coppe del Mondo di discesa libera e di due medaglie mondiali: «A livello di sport - ha affermato - un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più. Non credo allora che sia giusto». Dunque non le opinioni ma le evidenze dicono come un uomo che decidesse di «diventare donna» per gareggiare nelle competizioni femminili godrebbe di un indubbio vantaggio.
Di questo abbiamo sia prove fattuali - si pensi al caso di Lia Thomas, che sbaragliando la concorrenza ha conquistato il titolo delle 500 yard (circa 450 metri) stile libero femminili ai Campionati di prima divisione dell'American University di Atlanta, suscitando non poche polemiche proprio in quanto «ex uomo» - , sia, ed è il dato più rilevante, riscontri scientifici che, come tali, non possono in alcun modo essere contestati.
Si pensi ad una recente ricerca - confluita in sette dense pagine pubblicate sul British Journal of Sports Medicine, rivista medica peer reviewed con 60 anni di storia - che ha visto un team di tre ricercatori esaminare retrospettivamente le cartelle cliniche e i test sportivi, negli anni compresi tra il 2013 e il 2018, di 75 soggetti transgender, dei quali 29 uomini "diventati" donne, che hanno iniziato il percorso di riassegnazione di genere mentre facevano parte dell'aeronautica degli Stati Uniti.
Ebbene ciò che si è osservato con tale indagine è il netto vantaggio competitivo degli uomini desiderosi di «cambiare sesso» che, rispetto alla controparte femminile, è apparso davvero notevole. Esso infatti è risultato oscillante, a seconda del tipo di prestazione atletica considerata, dal 15 al 31% in più. Si tratta di un divario immenso e misurato considerando valori assai indicativi, quali il numero di flessioni, gli addominali eseguiti in un minuto e il tempo impiegato per fare di corsa 1,5 miglia.
Ecco che allora, tornando alle parole della sciatrice Goggia, non si può non rilevare come quella sua considerazione - «un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più» - può esser stata ritenuta scomoda, sconveniente, politicamente scorretta dalla comunità Lgbt, ma sia vera e non lascia spazio a nessun dubbio in merito
Certo, può anche accadere che, in un determinato sport, un uomo «diventato donna» soccomba davanti ad una donna più dotata, ma si tratta di eccezioni ed episodi rari. La regola è che maschi e femmine sono differenti, non c'è nulla da fare. Motivo per cui, se si consente a uomini «diventate donne» di gareggiare in competizioni femminili, si farà un torto alle donne, agli atleti stessi, allo sport tutto.
VIDEO: LA SFIDA
Nel seguente video (durata 8 minuti) si può vedere una clip del corso motivazionale tenuto da Julio Velasco, allenatore di pallavolo, che fa ben comprendere le differenze tra maschi e femmine nello sport.
https://www.youtube.com/watch?v=nr5hcz5SNr8
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