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Si è aperta a Ginevra la 75esima Assemblea Mondiale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Fino al 28 maggio i rappresentanti di tutti i 194 stati membri dell'OMS e diversi capi di Stato si incontreranno per la messa a punto dell'agenda dei prossimi due anni. L'organizzazione dichiara che "in un mondo minacciato da conflitti, iniquità, crisi climatica e pandemie, la settantacinquesima sessione dell'Assemblea mondiale della sanità sottolineerà l'importanza di costruire un pianeta sano e pacifico sfruttando scienza, dati, tecnologia e innovazione".
La sessione di quest'anno dell'Assemblea della Salute sarà incentrata sul tema "Salute per la pace, pace per la salute" e sarà anche caratterizzata dalla nomina del prossimo Direttore Generale che, salvo sorprese dallo scrutinio segreto, dovrebbe vedere la conferma per altri cinque anni dell'attuale Direttore Generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus indicato come candidato da diversi Stati membri e unico candidato proposto. L'Executive Board dell'Oms durante la sua ultima sessione a gennaio scorso lo ha infatti già indicato per la carica di direttore generale che ricoprirebbe così per la seconda e ultima volta, secondo gli attuali statuti. Sarà dunque il discusso esponente politico a dettare le linee guida della sanità mondiale, che si vorrebbe sempre più centralizzata, e decisiva nei confronti delle scelte sanitarie di ogni Stato.
IL VAIOLO DELLE SCIMMIE
Ma questa Assemblea si svolge anche nell'attuale surreale clima di allarme sulla Monkeypox, il vaiolo delle scimmie, una rarissima malattia che da qualche giorno è ascesa ai vertici dell'attenzione mediatica. Sono ancora allo studio l'epidemiologia, le manifestazioni cliniche e il sequenziamento dei virus.
Il vaiolo umano è stato completamente eradicato oltre quarant'anni fa. Era una malattia infettiva altamente contagiosa e spesso fatale. Una persona infettata da vaiolo sviluppa tipicamente un'eruzione cutanea caratterizzata da pozzi in rilievo sul viso e sul corpo. Il virus del vaiolo si diffondeva attraverso la saliva e le goccioline delle vie respiratorie o per contatto con le lesioni cutanee. Il virus poteva essere diffuso anche attraverso altri fluidi corporei.
Il vaiolo è stato dichiarato ufficialmente estinto dall'OMS nel 1980, e il merito fu attribuito alla vaccinazione. Di fatto, è l'unica malattia completamente eradicata dal vaccino. Ora, negli ultimi giorni è esplosa una vera e propria bolla mediatica riguardo al vaiolo delle scimmie. Una delle centinaia di zoonosi esistenti. In modo incredibile sta diventando una nuova emergenza sanitaria. Incredibile, perché ci sono malattie infettive molto più gravi e diffuse. L'Epatite C e la Tubercolosi provocano ciascuna ogni anno un milione e mezzo di morti nel mondo. E sono malattie per le quali non c'è vaccino. Il vaiolo delle scimmie è una malattia rarissima e se colpisce l'uomo provoca febbre, mal di testa, dolori muscolari e debolezza. Sintomi molto simili ad una influenza o alle ultime varianti di Covid. Eppure se ne parla come un'emergenza, come una minaccia incombente, come la pandemia prossima ventura.
GIÀ PRONTI CON IL VACCINO CONTRO IL VAIOLO
Ma questa volta non ci sarà da attendere a lungo perché venga la soluzione al problema, la liberazione dal male. Nel settembre del 2019 infatti, tre mesi prima dell'arrivo del Covid-19, la FDA, la Food and Drug Amministration americana che autorizza i farmaci, approvò un vaccino contro il vaiolo e il vaiolo delle scimmie. Perché nel 2019, a quarant'anni dalla scomparsa di questa malattia, l'industria farmaceutica sentì l'impellente bisogno di mettere a punto un tale preparato, anziché dedicare i propri sforzi a malattie meno virtuali come l'Epatite C, la Tubercolosi, la Malaria o altro ancora? La giustificazione della FDA fu la seguente: "A seguito del Programma globale di eradicazione del vaiolo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato l'eradicazione della malattia naturale del vaiolo nel 1980. La vaccinazione di routine della popolazione americana fu interrotta nel 1972 dopo che la malattia era stata eradicata negli Stati Uniti e, di conseguenza, un'ampia percentuale degli Stati Uniti, così come la popolazione globale, non ha immunità", affermò Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation and Research della FDA. "Pertanto, sebbene la malattia del vaiolo naturale non sia più una minaccia globale, la diffusione intenzionale di questo virus altamente contagioso potrebbe avere un effetto devastante. L'approvazione odierna riflette l'impegno del governo degli Stati Uniti per la preparazione attraverso il supporto per lo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci, terapie e altre contromisure mediche."
A tre anni di distanza, dopo il Covid, queste dichiarazioni risultano quantomeno inquietanti: viene sviluppato un vaccino per una malattia estinta, che teoricamente non servirebbe a nulla, se non per difendere la popolazione in caso di "diffusione intenzionale", ovvero di una guerra biologica. Ma se il virus è estinto come può essere propagato? In realtà del virus del vaiolo, scomparso dal pianeta, rimasero due ceppi, conservati in due laboratori di massima sicurezza, uno a Mosca, e l'altro a Washington. Se il vaiolo umano tornasse, sappiamo con certezza la sua provenienza. Ma intanto, può essere utile alla strategia del terrore dei microrganismi anche il vaiolo delle scimmie. E se questo fosse un problema, o meglio fatto diventare tale, c'è già la soluzione, dal 24 settembre 2019. D'altra parte c'è chi lo ripete da tempo, come Mario Draghi: siamo entrati nell'era delle pandemie.
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Paolo Gulisano, nell'articolo seguente dal titolo "Il Covid che verrà porterà vaccino e mascherine" spiega perché quando in autunno il Covid si ripresenterà la misura con cui affrontarlo sarà ancora il vaccino. Anche se ora non se ne parla molto, la quarta dose arriverà. E Speranza ci costringerà sempre con la mascherina.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 9 maggio 2022:
Che ne è del Covid all'inizio della bella stagione e del rialzo delle temperature? Le varie curve dei casi rilevati, dei ricoveri e dei decessi stanno tutte discendendo, confermando quello che si osserva dal punto di vista epidemiologico fin dagli inizi, che esiste una stagionalità del virus. Il primo anno, il 2020, dopo due mesi - marzo e aprile - difficilissimi, a maggio il numero dei morti crollò nettamente, fino ad arrivare nei tre mesi estivi in Italia ad una media di sei decessi al giorno.
Tuttavia l'anno successivo i numeri furono decisamente più alti, nonostante ci fossero stati mesi e milioni di vaccinati. Ora siamo arrivati alla terza estate dell'epidemia. In tutte le pandemie del passato dalla Spagnola alla Sars-Cov 1 non si era mai visto superare i due anni di durata del contagio. Tutte erano scomparse spontaneamente. Cosa succederà ora? Avremo di nuovo un calo drastico come nel 2020? E, soprattutto, il virus sarà sparito in autunno?
Perché dalle cifre dei contagi e dei decessi si deciderà della nostra libertà, ora faticosamente strappata come gentile concessione dai governanti. Ci saranno nuovamente Lockdowns, mascherine ubiquitarie, vaccinazioni e lasciapassare? La risposta non è facile. Certamente il virus è destinato a diventare da epidemico a endemico. Le varianti che si stanno susseguendo portano il Covid ad assomigliare sempre più ai cugini Coronavirus, in grado di causare raffreddori, faringiti, e in qualche caso più grave, nei soggetti anziani e fragili, bronchiti e polmoniti.
Il Covid sarà sempre più simile ad una influenza, ossia un virus molto diffusivo, contagioso, ma con un tasso di letalità analogo a quello dell'influenza, che è dello 0,2%. Potrà un simile rischio portare e giustificare delle misure draconiane della libertà? La risposta sarà diversa in ogni Paese: difficile pensare che la Gran Bretagna imporrà misure coercitive, dopo essere stata tra le prime a revocare le disposizioni di limitazioni, mentre la Francia di Macron e l'Italia di Draghi continueranno come prevedibile ad essere i più duri esponenti dell'ideologia del Security State: togliere le libertà in cambio di una sedicente tutela di sicurezza. C'è chi non si rassegna fin da ora alle concessioni rilasciate dal proprio stesso Esecutivo: il Ministro Speranza lancia un appello all'uso continuo della mascherina, anche all'aperto. Le mascherine - secondo i loro propugnatori- dovranno diventare uno strumento di uso comune".
Quello che dovrebbe rappresentare il punto di riferimento per le politiche sanitarie, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è sempre più incerto e contraddittorio. In attesa di nuove linee guida sul Covid, si leggono dichiarazioni a macchia di Leopardo di singoli dirigenti: si va dai profeti di sventura che parlano di varianti future più patogene, a chi si lamenta delle aperture e della circolazione di persone, fino ad una probabile presenza del Covid negli anni a venire come principale protagonista delle patologie respiratorie invernali che scalzerà il virus influenzale, che negli ultimi due anni è pressoché scomparso. Ma su una cosa sono tutti d'accordo: quando in autunno il Covid si ripresenterà la misura con cui affrontarlo sarà il vaccino. Anche se ora non se ne parla molto, la quarta dose arriverà.
L'OMS si affida all'industria farmaceutica affinché metta a disposizione un vaccino che "copra meglio la variante Omicron". Una variante i cui dati clinici ed epidemiologici non sembrano giustificare una vaccinazione ad hoc, ma sicuramente l'industria farmaceutica farà di tutto per rispondere alla richiesta dell'OMS. Ma se ciò fosse, quello che è assolutamente auspicabile è che sia su base volontaria e non obbligatoria.
Ci si augura di non assistere più all'isteria vaccini sta degli scorsi mesi, con la caccia alle streghe nei confronti dei non vaccinati, e soprattutto senza ricorrere allo strumento coercitivo della "certificazione verde", che non ha avuto alcuna utilità nel contenere la diffusione dei contagi. Venuto completamente meno l'obiettivo dell'"immunità di gregge" (non è un caso che non ne parli più nessun virologo) non servono le misure discriminatorie: il vaccino diventi quello che è: un mezzo di protezione individuale. Chi lo ritiene utile lo faccia liberamente, così come indossare la mascherina da soli in auto o su un sentiero in montagna, ma non venga imposto a suon di sanzioni.
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