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UNA CONVINTA ABORTISTA NOMINATA MEMBRO DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA
Si tratta dell'economista italo-americana Mariana Mazzucato, fautrice dell'Agenda 2030 e dei suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
di Mauro Faverzani
 

Incredibile. Sconcertante. Devastante. Non vi sono parole, per commentare la recente nomina dell'economista italo-americana Mariana Mazzucato a membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita. Proprio lei, abortista convinta. Proprio lei, fautrice dell'Agenda 2030 e dei suoi «Obiettivi di Sviluppo Sostenibile».
Surreale la giustificazione avanzata in una nota dalla Pontificia Accademia, per la quale sarebbe importante promuovere al proprio interno «un costante e proficuo dialogo interdisciplinare, interculturale e interreligioso», trattandosi di «un organismo di studio e ricerca». Ma Giovanni Paolo II, in realtà, non la istituì con questo fine, non la pensò come una sorta di palestra per disquisizioni accademiche o una vetrina di virtuosismi dialettici, bensì per indirizzare studi e formazione verso «la promozione e la difesa della vita, soprattutto nel diretto rapporto che essi hanno con la morale cristiana e le direttive del Magistero della Chiesa», come spiegato nel Motu Proprio Vitæ mysterium dell'11 febbraio 1994. Il che è tutta un'altra cosa. Non solo. Primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita è stato il venerabile Jérôme Lejeune, che fissò un regolamento interno, con cui si richiedeva a ciascun membro - dicasi ciascuno... - di firmare una dichiarazione, in cui si affermava che «davanti a Dio ed agli uomini, testimoniamo che per noi ogni essere umano è una persona» e che «dalla formazione dell'embrione fino alla morte, è lo stesso essere umano, che cresce fino alla maturità e muore». Dunque, tutt'altra fu la direzione impressa a tale organismo, poi cambiata con i nuovi statuti, varati dopo la nomina alla presidenza dell'arcivescovo Paglia e approvati da papa Francesco. Anch'essi comunque richiedono ai propri membri di conformarsi all'insegnamento della Chiesa, nonché, quando di religioni differenti, di promuovere comunque «e difendere i principi relativi al valore della vita e alla dignità della persona umana, interpretati in modo coerente con il magistero della Chiesa», pena l'estromissione dalla Pontificia Accademia, «in caso di azione o dichiarazione pubblica e deliberata manifestamente contraria ai suddetti principi o gravemente offensiva della dignità e della credibilità della Chiesa cattolica e dell'Accademia stessa».

NOMINE FATTE DAL PAPA
«Le nomine degli Accademici ordinari sono fatte dal Papa», ha proseguito la nota emessa dalla Pontificia Accademia a fronte delle critiche sollevate dopo la nomina di Mariana Mazzuccato. Il che non spiega, non risolve, anzi aggrava e compromette ulteriormente la situazione. Certamente non è nulla di cui andare orgogliosi...
V'è un altro problema: pare che, all'interno della Pontificia Accademia per la Vita, si stia pericolosamente rafforzando e consolidando un orientamento abortista decisamente disumano e contrario alla dottrina cattolica. Perché Mariana Mazzuccato non è sola... All'interno della stessa Pontificia Accademia per la Vita un altro membro, Roberto Dell'Oro, docente di Teologia morale e titolare della cattedra O'Malley di Bioetica presso la Loyola Marymount University, dei gesuiti, ha clamorosamente criticato la decisione pro-life della Corte Suprema americana, che lo scorso 24 giugno ha annullato la sentenza Roe vs. Wade, quella che legalizzò di fatto l'aborto negli Stati Uniti. Come ha dichiarato Dell'Oro, nel corso di una conferenza, tale decisione sarebbe ingiusta, in quanto violerebbe «la libertà delle donne», la «piena partecipazione democratica» e sarebbe irrispettosa verso la loro autonomia, tanto da risultare l'espressione di un «regime totalitario»: «Imporre una scelta alle donne in questioni, che appartengono alla loro sfera più intima, minaccia di compromettere la loro integrità, corporea e non, come persone».
In una successiva intervista all'agenzia CNA, Dell'Oro ci ha tenuto a spiegare come tali sue osservazioni si siano concentrate solo sulla legalità dell'aborto e non sulla sua moralità. Il che è ancor peggio, poiché indica quell'artificiosa e surreale separazione tra norma e morale, propria del progressismo internazionale, ma radicalmente contraria al tomismo, che fa discendere la prima dalla seconda. Quello stesso tomismo raccomandato per ben due volte dallo stesso Concilio Vaticano II come la dottrina di riferimento della Chiesa, come ben evidenziato in Optatam totius 16 ed in Gravissimum educationis 10.

LA DERIVA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA
Infatti, immediata ed opportuna è giunta a Dell'Oro dalla professoressa Teresa Collett, docente di Diritto all'Università St. Thomas, una precisazione che ha chiarito: «Concentrandosi su "scelta e pluralismo", il professore ignora che una repubblica democratica può esistere solo se protegge i diritti umani più elementari, il più fondamentale dei quali è il diritto alla vita, che, come minimo, deve includere il diritto d'essere protetti dalla violenza mortale di altri. Così come il pluralismo non giustifica l'indifferenza dello Stato nei confronti dell'infanticidio o del sacrificio di bambini, anche quando si presenti sotto le spoglie della libertà religiosa, non giustifica il permesso di abortire in assenza della circostanza straordinaria che la gravidanza rappresenti una minaccia per la vita fisica della madre».
Ma anche il presidente emerito della FIAMC-Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche, il dottor José María Simón Castellví, è intervenuto in merito, mettendo in guardia dalla deriva della Pontificia Accademia per la Vita: «Sono stati e continuano ad essere nominati Accademici favorevoli all'aborto, difensori dell'eutanasia in qualche misura o detrattori dell'Humanæ vitæ, proprio il contrario di ciò che voleva Giovanni Paolo II e di ciò che è ragionevole per il bene della Chiesa pellegrina su questa terra. E gli scienziati di valore, difensori della Vita, sono stati lasciati da parte», ha dichiarato, negando assolutamente che a chi sia favorevole «alla distruzione della vita intrauterina» si possa «offrire un pulpito per diffondere» tali opinioni devastanti e disumane: «Ne hanno già troppi nel mondo civile e con una maggioranza schiacciante». Parole sacrosante, precisazioni doverose e inappuntabili. Contro le quali a nulla valgono chiacchiere vane ed ipocriti pretesti.

 
Titolo originale: L'economista Mariana Mazzucato a membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita
Fonte: Radio Roma Libera, 24 ottobre 2022