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Da anni si parla dei potenziali danni allo sviluppo dei bambini che possono essere provocati dall'abuso di smartphone e altri apparecchi digitali, ma questi appelli sono stati ignorati e ora il quadro inizia a diventare davvero preoccupante.
Infatti secondo quanto emerso da un'indagine sul rapporto con il digitale all'interno di 800 famiglie italiane condotta dalle Associazioni italiane di pediatria Acp, Fimp e Sip, in collaborazione con Fondazione Carolina e Meta, il 26% dei genitori italiani consente ai figli di utilizzare gli smartphone in autonomia nella fascia d'età tra 0 e 2 anni, percentuale che sale al 62% nella fascia 3-5, all'82% nella fascia 6-10 e al 95% tra gli 11 e i 15 anni.
A preoccupare le associazioni di pediatri è soprattutto la crescente pervasività degli strumenti tecnologici in tutte le fasce d'età, a cominciare da quella delicatissima che va da zero a due anni, dove il 71,67 per cento delle madri ammette di usare uno smartphone durante l'allattamento, rischiando però così «ricadute negative sulle traiettorie neuroevolutive del bambino - spiega Antonio D'Avino, presidente Fimp in una fase della crescita fondamentale per lo sviluppo del legame con il genitore».
La situazione non migliora cambiando target: il 72% delle famiglie con figli nella fascia da 0 a 2 anni ammette di utilizzare social e chat durante i pasti dei propri piccoli, mentre un bambino su quattro nella fascia 2-4 oggi si addormenta ascoltando Alexa che gli racconta una fiaba o gli canta una ninna nanna.
Lo studio sottolinea inoltre come i bambini della fascia 4-6 anni, potendo scegliere, opterebbero per giocare con coetanei e genitori piuttosto che interagire con un dispositivo elettronico. La costante sovrastimolazione degli schermi, emerge sempre dallo studio, porterebbe a una produzione eccessiva di dopamina, il neurotrasmettitore che gioca un ruolo chiave nel far sentire i bambini gratificati ma che alcuni studi hanno associato allo sviluppo di forme più o meno marcate di dipendenza. Per questo motivo, la Società Pediatrica Canadese raccomanda di tenere i bambini con meno di due anni lontani dagli schermi digitali e consiglia di limitare l'esposizione nella fascia 2-5 a meno di un'ora al giorno.
Dello stesso avviso anche Annamaria Staiano, presidente Sip che sottolinea come siano state rilevate «interferenze negative dei device sul sonno, sulla vista, sull'apparato muscolo-scheletrico, sull'apprendimento e persino sullo sviluppo cognitivo dei bambini».
Più complicata la fascia 7-11. Secondo uno studio condotto dal Pew Research Center di Washington, è proprio a questa età che i genitori regalano il primo smartphone ai figli, esponendoli però così alla complessa costellazione dei social media e alle relative problematiche (cyberbullismo, hate speech, ricerca del consenso) spesso senza supervisione. I pediatri consigliano perciò di optare per telefoni senza accesso al web e incoraggiano i genitori a monitorarne attentamente l'uso.
A patto però che gli adulti stessi siano i primi ad essere formati e informati, perché dal questionario stilato dalle associazioni pediatriche emerge un altro dato preoccupante, che riguarda la scarsa comprensione da parte degli adulti sui rischi derivanti dall'uso improprio della tecnologia: alla domanda su cosa sia il sexting, il 66% dei genitori della fascia 6-10 non ha saputo dare risposta.
Nota di BastaBugie: per ulteriori approfondimenti si possono leggere i seguenti articoli.
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