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CON IL RICONOSCIMENTO FACCIALE LA FRANCIA METTERA' TUTTI SOTTO SORVEGLIANZA
Identificare automaticamente le persone utilizzando una telecamera predispone al credito sociale, cioè al controllo totale dei cittadini come già accade in Cina (VIDEO: Il Green Pass delle automobili)
di Olivier Frèrejacques
 

Mercoledì 11 maggio 2022, tre senatori - un socialista, un centrista e un repubblicano - hanno presentato le conclusioni del loro Rapporto "Il riconoscimento biometrico nello spazio pubblico: 30 proposte per evitare il rischio di una società della sorveglianza". Scopo del testo, sulle difensive, è di rivendicare la legittimità del riconoscimento biometrico nell'armamentario francese della sicurezza; è il risultato di una missione d'informazione sul riconoscimento facciale, messa in atto nell'ottobre 2020 su iniziativa della Commissione Affari costituzionali e giustizia del Senato.
Fin dal titolo si deduce che il Rapporto intende limitare il dispositivo che - a posteriori - legittimerà, approccio che la dice lunga sul rischio che questo tipo di dispositivo implica. L'argomento è sensibile: nel marzo 2022, il segretario di Stato per la transizione digitale Cédric O scartava la possibilità di ricorrere al riconoscimento facciale per le Olimpiadi di Parigi 2024.
Tuttavia, il testo dovrebbe servire da documento di lavoro per elaborare un dispositivo legislativo con l'obiettivo di generalizzare il riconoscimento facciale. In sintonia con i tempi, questa tecnologia è decantata nel Rapporto per far fronte al rischio del terrorismo; da un punto di vista più generale, il suo impiego potrebbe essere rapidamente messo in atto in nome dei più elementari fini di sicurezza e il carattere "sperimentale", evocato nel Rapporto, precederebbe inevitabilmente o quasi la sua generalizzazione.
Lungi dal propugnare la generalizzazione del procedimento, il Rapporto di 136 pagine elenca una serie di eccezioni per le quali il dispositivo sarebbe pertinente. Così il testo vieta «l'analisi di emozioni, salvo per fini di salute o di ricerca scientifica e con riserva di garanzie appropriate». È anche proibita «la sorveglianza biometrica a distanza in tempo reale nello spazio pubblico, salvo eccezioni molto limitate a beneficio delle forze di sicurezza». Il Rapporto invoca un principio calpestato dal legislatore francese: la sussidiarietà, affinché il «riconoscimento biometrico sia utilizzato solo quando sia veramente necessario». Evidentemente, il cursore verrà spostato in funzione delle minacce e delle paure fomentate più o meno legittimamente dalla società (virus, insicurezza, ambiente...).
Il meccanismo legislativo con l'obiettivo di autorizzare un atto definendone la cornice, precede spesso la sua generalizzazione; qui, è difficile immaginare che gli attori sia pubblici che privati si limitino a un quadro restrittivo, visto che un dispositivo di riconoscimento facciale apre tanti sbocchi sia in materia di ordine che commerciali. Alcuni attori hanno appunto già suonato l'allarme, come IBM, che ha rinunciato a questa tecnologia per ragioni di ordine etico. Il Rapporto del Senato propone di inserire il riconoscimento biometrico in una legge di sperimentazione, per un periodo di tre anni, in modo da concedere al pubblico il tempo per abituarsi al dispositivo.

UNA SICUREZZA DISUMANIZZATA
L'utilizzo del riconoscimento facciale solleva gli stessi interrogativi della telecamera di sorveglianza, la cui efficacia, d'altronde, deve ancora essere provata. Alcuni comuni francesi hanno già fatto ricorso a tecnologie di riconoscimento di forme che permettono la dettagliata autentificazione dei "soggetti". Il business della sicurezza, molto redditizio, si annida nelle legittime inquietudini dei francesi davanti all'esplosione della violenza. Tuttavia, le telecamere non hanno la funzione di proteggere, ma di sorvegliare. Nel migliore dei casi, le forze di sicurezza potranno trovare l'aggressore; ma la telecamera non previene l'aggressione e ha un potere di dissuasione molto limitato. Invece, la sicurezza garantita da essere umani permette di intervenire e di dissuadere.
L'illusione dell'efficacia della telecamera quanto alla sicurezza, o il suo carattere lucrativo, ha sedotto numerosi consiglieri comunali di tendenze politiche disparate. François Rebsamen, sindaco (ex-socialista) di Digione, precursore in materia, ha rapidamente dotato la città di telecamere. Christian Estrosi, sindaco (ex-LR) di Nizza, appassionato di gadget, ha fatto installare nella città quasi 4000 telecamere e nel giugno 2022 ha annunciato l'uscita di un nuovo software di monitoraggio. Infine, a metà strada tra la fantascienza e l'inganno, Robert Ménard sindaco (di appartenenza politica indefinita) di Béziers, ha fatto installare un sistema di telecamere di monitoraggio con altoparlanti che rimproverano in tempo reale coloro che non seguissero il catechismo civico del comune, cioè i pericolosi cittadini che non raccolgono le cacche dei loro cani!
Il dibattito sull'applicazione del riconoscimento facciale è la prosecuzione di quello che riguarda l'utilizzo delle telecamere di sicurezza. L'argomento principale e di apparente buon senso è il seguente: «Non ho nulla da nascondere, dunque sono a favore.» A questa affermazione ingenua bisogna rispondere che se noi non abbiamo nulla di cui rimproverarci, lo Stato, invece, ha probabilmente qualche cosa per cui biasimarci. Le impressionanti misure di sicurezza attuate durante la crisi sanitaria hanno mostrato la gamma di possibilità e di derive alle quali può far ricorso l'apparato statale, perfino nelle nostre democrazie occidentali. Un episodio che bisogna tener ben presente quando si elegge chi andrà al potere...
In materia di sicurezza, lo sviluppo delle tecnologie digitali non ha prodotto la diminuzione della criminalità. In Francia il solo settore che ha registrato un successo in termini di sicurezza nel corso degli ultimi trent'anni è quello della sicurezza stradale, nel quale lo sviluppo dei radar è stato accompagnato da un notevole progresso tecnico quanto alla qualità dei veicoli. Peraltro, in Francia non vi sono mai state tante telecamere mentre la situazione della sicurezza non è mai stata tanto scadente.

PESO DELLE PAROLE E BATTAGLIA POLITICA
Raphaël Maurel, docente presso l'Università della Borgogna e segretario generale dell'Observatoire de l'éthique publique, ha messo in discussione il processo legislativo in corso. Punta il dito contro il Rapporto senatoriale che dice di voler evitare una «società della sorveglianza», prevedendo allo stesso tempo gli strumenti per creare tale società. D'altronde, questo professore ricorda che i processi semantici utilizzati sono obsoleti, visto che se ne trovavano già i germi nella famosa legge sulla sicurezza globale intitolata «Per una sicurezza globale che preservi le libertà». Infine, Raphaël Maurel sottolinea una ancor più grossa contraddizione del testo, che tende alla massiccia digitalizzazione del dispositivo di sicurezza proprio quando i poteri pubblici invitano alla sobrietà digitale, indotta dalle sfide ambientali.
Quanto alle forze politiche, l'opposizione a leggi che introducano il riconoscimento biometrico dovrebbe paradossalmente concentrarsi a sinistra della scacchiera, visto che formazioni come Europe Écologie Les Verts o La France Insoumise vi sono chiaramente ostili, mentre il Rassemblement National ha una posizione ambigua sulla questione e sembra piuttosto ostile al riconoscimento facciale ma favorevole alla videosorveglianza.
La mobilitazione contro la legge di sicurezza globale ha dimostrato che solo la sinistra prende sul serio i rischi inerenti alle politiche per la sicurezza. E tuttavia le telecamere sono costose e non forniscono alcun risultato positivo in materia di sicurezza. In caso di riluttanza del legislatore, i fornitori di telecamere potranno sempre rivolgersi a Bruxelles, che ha già previsto di legiferare in materia.
Paradossalmente, l'Occidente europeo perde molto tempo ad indignarsi per le derive cinesi in termini di sicurezza, dove il riconoscimento biometrico è lo strumento per la valutazione detta del «credito sociale», mentre sta lavorando per diffondere dispositivi analoghi.

Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "Move In: il Green Pass delle automobili" (durata: 4 minuti) Luca Donadel spiega come i politici ci presentino le nuove limitazioni come se fossero cose stupende, ma è ovvio che iniziano con i bonus per chi lo fa e finiscono con i malus per chi si rifiuta. Covid docet.


https://www.youtube.com/watch?v=6Ju7yEpogwU

 
Titolo originale: Riconoscimento facciale, una società sotto sorveglianza
Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 12 dicembre 2022