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Da dove nasce l'espressione, oggi così spesso impiegata, del «buio Medioevo»? Semplice: dagli "illuministi". È noto che mentre Socrate afferma di «sapere di non sapere», Agostino d'Ippona e Nicola Cusano definiscono l'uomo un «dotto ignorante» e Isaac Newton si paragona a un bambino, pieno di curiosità e d'ignoranza insieme, gli illuministi si considerano invece "adulti" pienamente razionali, avviati verso le «magnifiche sorti e progressive» tanto derise da Giacomo Leopardi. Il marchese di Condorcet, nel suo Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito umano, descrive infatti la storia umana come un'arrestabile ascesa verso la felicità. Per costui, dopo i secoli medievali, oscuri e tetri, la storia ha ormai preso una piega differente. «Lo stato attuale dei lumi», scrive, «ci dice che essa [l'epoca ventura, ndr] sarà felice...» perché sta per giungere «il momento in cui il Sole non illuminerà più sulla terra che uomini liberi che non riconoscano altra guida che la ragione: in cui i tiranni e gli schiavi, i preti e i loro sciocchi o ipocriti strumenti non esisteranno più che nella storia o nei teatri». La pensa così anche il più agguerrito polemista del Settecento, quel Voltaire che bolla i secoli più segnati dal cristianesimo come «tenebrosi e intolleranti» e vede nel Rinascimento l'annuncio della luce piena, giunta, finalmente, con l'Illuminismo (e con lui stesso). A ben vedere tutto il Settecento è segnato da questa convinzione, che sarà ereditata dai secoli successivi: il passato da buttare, il presente e il futuro forieri di una vera e propria salvezza e redenzione terrena, di un regnum hominis capace di svelare l'onnipotenza della ragione umana. Poco importa che poi la luce della ragione trionfi solo nella fantasia e che lo stesso Condorcet finisca condannato a morte da quei giacobini che tagliano teste a ritmo continuo per eliminare "fanatici" e oscurantisti, compreso quell'Antoine-Laurent de Lavoisier, padre della chimica moderna, ucciso nel "radioso" 1794.
MARX E MUSSOLINI
Oggi sappiamo bene che la marcia trionfale dell'uomo illuminista si schianta sulla ghigliottina e sui 23 anni di guerra scatenati dai giacobini... eppure quel sogno continuerà a vivere anche dopo. «Civette del Medioevo» è l'insulto con cui il leader socialista Benito Mussolini apostrofa i sacerdoti cattolici, mentre ripete con Marx che «la religione è l'oppio dei popoli» e annuncia un radioso futuro: «Dietro di noi, quindi, un passato di tenebre; davanti, un avvenire di luce». [...] Non possiamo qui soffermarci sulla luce irradiata dal terrore dei giacobini e dei loro epigoni (in primis i comunisti), ma solo chiederci cosa ci sia di vero nella descrizione del Medioevo cui si è accennato, ricordando, per brevità, che accanto al Medioevo vero e proprio esiste un fanta-Medioevo, zeppo di torturatori, terrapiattisti e cinture di castità, esistito soltanto nella penna dei romanzieri e dei falsari dell'Ottocento, desiderosi di venire incontro al gusto diffuso per il macabro e il gotico. La realtà storica però fu diversa. In estrema sintesi, ricordiamo anzitutto che il Medioevo è diviso in due: l'alto Medioevo, dal 476 al 1000, e il basso Medioevo, dal 1000 al 1492. Ebbene, la prima parte è sicuramente la più cupa: l'Impero romano è crollato, le invasioni barbariche e islamiche rendono la vita dell'Europa piuttosto grama. Eppure questo buio è come quello del grembo materno: annuncia una nascita, un venire alla luce.
LA REALTÀ STORICA
Infatti, con l'affermarsi di una pace duratura, esplode una civiltà nuova, davvero luminosa, segnata tra l'altro dalla civilizzazione dei germani e degli altri barbari. Sì, la cristianità basso medievale è un periodo storico, che, pur evitando eccessive idealizzazioni, ha pochi paragoni nella storia: nascono i Comuni medievali, la massima espressione di libertà e di "democrazia" realizzata sino ad allora, e con essi le banche, i Monti dei pegni e i primi ospedali degni di questo nome. È in quest'epoca che la ragione umana, intesa come dono di Dio, genera le università e stimola una corsa alla produzione libraria assolutamente unica, portando all'invenzione della carta di Fabriano e a quella della stampa (imprimendo così un'accelerazione inaudita nella diffusione della conoscenza); è in questi secoli che Mondino de' Liuzzi apre alla nascita dell'anatomia moderna, e che Nicola di Oresme, Nicola Cusano e molti altri "scienziati in tonaca" minano l'astrologia superstiziosa degli antichi, segnando il passaggio dall'astrolatria all'astronomia e alle intuizioni del devoto canonico Niccolò Copernico. Ma tornando all'immagine della luce e del buio, il basso Medioevo è inondato di luce: è il periodo in cui nascono le vetrate delle chiese e delle case; in cui vengono inventati gli occhiali (probabilmente da un frate di un convento veneziano), e in cui, nell'università francescana di Oxford, prende forma un'importantissima disciplina scientifica, l'ottica o perspectiva. In generale, la luce esercita un fascino incredibile: il frate Ruggero Bacone conosce la scomposizione della luce in vari colori per mezzo di un bicchiere pieno d'acqua e comprende le leggi della riflessione e della rifrazione (sarà un altro religioso, padre Francesco Maria Grimaldi, nel 1665, a scoprire la diffrazione).
LA BONTÀ DELLA CREAZIONE
Tutto ciò in continuità con il suo maestro, il vescovo Roberto Grossatesta, autore di un trattatello, il De luce, che viene oggi considerato un capolavoro scientifico. In esso Grossatesta, prendendo spunto dal Fiat lux della Genesi e dai suoi studi su luce, iride e arcobaleno, propone una cosmologia per certi aspetti anticipatoria dell'ipotesi del Bing Bang (anch'essa figlia, secoli più tardi, dell'ingegno di un sacerdote, George Lemaȋtre): l'universo sarebbe nato da un punto di luce, in un istante atemporale che avrebbe dato cominciamento a materia, spazio e tempo, producendo così una "mundi machina", cioè la macchina ordinata del mondo materiale. Al di là delle considerazioni scientifiche [...] quello che emerge da questa visione tipicamente medievale è la bontà della creazione e della natura, che Dio avrebbe creato tramite la luce, cioè il corpo più sottile e spirituale che esista. [...] Il mondo, per questi oscurantisti medievali, è dunque fatto di luce-energia, di una luce che è a suo modo immagine stessa di Dio, perché capace di mostrare la verità, donare bellezza, scaldare e vivificare ogni altra realtà. Il Medioevo che ama i colori, affresca interamente i suoi ospedali, che produce lo «stile della luce» (le cattedrali gotiche), vede la vita dell'uomo come un progressivo aprirsi alla luce: dal buio del grembo materno, alla luce della nascita, sino alla luce piena del Paradiso («che solo Amore e Luce ha per confine»). L'idea che Dio sia la Luce vera, piena, «che illumina ogni uomo che viene in questo mondo» è, allora, ciò che non può essere perdonato al medioevo dagli illuministi e da quanti ritengono che l'uomo possa essere luce e salvezza a se stesso!
Nota di BastaBugie: nel seguente video dal titolo "La teoria del Big Bang ideata e verificata da uno scienziato e prete cattolico: George Lemaitre" (durata: 3 minuti) si spiega come nacque la teoria del Big Bang che all'inizio fu disprezzata dal suo collega Einstein in quanto, secondo lui, troppo legata alla visione cristiana della creazione dal nulla. In seguito Einstein cambiò idea accettando quanto il sacerdote Lemaitre aveva sempre sostenuto.
https://www.youtube.com/watch?v=q1MUSvVb41A
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