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Vorrei commentare un episodio che mi è sembrato grave e significativo. Lo abbiamo appreso da un comunicato ufficiale del venerando Capitolo di S. Giovanni in Laterano, rilasciato lo scorso 20 aprile 2023.
Il comunicato dice questo: "Il Capitolo Lateranense, nella persona di Sua Ecc.za Mons. Guerino Di Tora, Vicario Capitolare, esprime profondo rammarico per quanto avvenuto martedì scorso, 18 aprile, all'interno della Basilica di S. Giovanni a Roma. Infatti, un gruppo di circa 50 sacerdoti, accompagnati dal loro vescovo, tutti appartenenti alla comunione anglicana, hanno celebrato sull'altare maggiore della cattedrale di Roma, contravvenendo alle norme canoniche. Mons. Di Tora ha anche spiegato che l'increscioso episodio è stato causato da un difetto di comunicazione."
Mons. Di Tora è il Vicario dell'Arciprete della Basilica Lateranense, che è il cardinale Angelo De Donatis, a sua volta Vicario Generale di papa Francesco per la Diocesi di Roma. Mons. Di Tora ha attribuito l'accaduto a un "difetto di comunicazione" Secondo quanto ricostruito dal quotidiano "Messaggero", il gruppo di anglicani era di passaggio a Roma e uno di questi avrebbe chiesto a un religioso romano di trasmettere al Laterano la richiesta di celebrare la Messa. Ambasciata che sarebbe stata fatta senza specificare che si trattava di un gruppo di protestanti.
LA GRAVISSIMA PORTATA DELL'EVENTO
Sembra strano però che un gruppo di cinquanta sacerdoti ottenga di concelebrare all'altar maggiore della Basilica Laterana, senza esibire il celebret, cioè il documento che le autorità ecclesiastiche rilasciano per consentire ai sacerdoti di amministrare lecitamente la Messa e i sacramenti. Se si fosse trattato solo di un malinteso, bisognerebbe dire che la superficialità delle autorità lateranensi è stata somma, tanto da coprire di ridicolo i responsabili. Ammesso pure che così sia stato, non si può ammettere però la buona fede degli anglicani, che non potevano ignorare come la funzione religiosa da essi svolta fosse in aperto contrasto con le leggi canoniche della Chiesa di Roma. Il loro gesto ha comunque un sapore provocatorio, che vi sia stata complicità o meno delle autorità del Laterano. Ma al di là dell'attribuzione delle responsabilità, ciò che rimane è la gravissima portata dell'evento.
La cattedrale di Roma non è San Pietro, come molti credono, ma la Basilica di San Giovanni in Laterano, che è detta "Arcibasilica" perché è la più importante delle quattro basiliche papali maggiori. L'iscrizione latina scolpita sul marmo della facciata della Arcibasilica Lateranense recita «Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput»: Madre e Capo della Chiesa universale.
Il Laterano è il luogo in cui si trova la cattedra papale, simbolo dell'autorità e del magistero del Vescovo di Roma. Ed è proprio l'altare del Vescovo di Roma, cioè l'altare papale, quello dove si sarebbe svolta la cerimonia anglicana. Sullo scranno riservato al Papa si sarebbe seduto il vescovo che ha presieduto la funzione, Jonathan Baker, che ha avuto una lunga militanza massonica, ed è divorziato e risposato, secondo quanto permette la Church of England, ma soprattutto, per la Chiesa cattolica, non è nemmeno un vescovo.
LO SCISMA ANGLICANO
Lo scisma anglicano risale al Re d'Inghilterra Enrico VIII (1534-1547). Durante il suo regno tutte le ordinazioni dei sacerdoti si fecero secondo il Rituale romano e furono considerate valide. Ma nel 1550 entrò in vigore il Book of Common Prayer di Edoardo VI, nel quale il Pontificale romano fu sostituito da un nuovo Ordinale, che manifestava, secondo la teologia cattolica, difetti di forma e di intenzione. In questo Ordinale, non solo si negava il Sacramento dell'Ordine, ma si eliminava dalla celebrazione della Cena, sostituita alla Messa, ogni idea di sacrificio e di consacrazione del pane e del vino nel corpo e sangue di Gesù Cristo.
La regina Elisabetta (1558-1603) scelse come arcivescovo di Canterbury Matteo Parker, ordinato sacerdote secondo l'ordinale edoardiano, e quindi invalidamente. Da Parker vennero poi consacrati altri vescovi anglicani, tutti secondo l'ordinale di Edoardo VI, e dunque invalidi. Da essi, per successive consacrazioni, derivò l'episcopato anglicano di cui la Chiesa non ha mai riconosciuto la validità.
Leone XIII, con la Lettera Apostolicae curae del 13 settembre 1896, confermò e rinnovò i decreti dei suoi predecessori, proclamando solennemente che, per difetto di forma e per difetto di intenzione, "le ordinazioni compiute con il rito anglicano sono state del tutto invalide e sono assolutamente nulle". La presente lettera, aggiungeva Leone XIII, "sarà ed è sempre valida e in vigore e deve essere osservata infallibilmente da tutti, di qualsiasi grado e onore nel giudizio e fuori". Benedetto XVI ha confermato questo decreto nella costituzione apostolica Anglicanorum coetibus del 4 novembre 2009.
Ciò significa che i vescovi anglicani non sono vescovi, i preti non sono preti e le messe da loro celebrate non sono vere Messe. Sull'altare papale dell'Arcibasilica di San Giovanni in Laterano è stata messa in scena una pantomima, offensiva per l'autorità della Santa Sede e per la fede cattolica. Un comunicato come quello che è stato rilasciato dal Capitolo dell'Arcibasilica, al di là delle buone intenzioni, è del tutto inadeguato, perché ciò che è avvenuto è un oltraggio, che meriterebbe una solenne riparazione. E se non c'è stato dolo da parte di nessuno, la cosa appare ancora più grave, perché vuol dire che è stata permessa dalla Divina Provvidenza per mostrare l'abisso di confusione in cui oggi è immersa la Chiesa.
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