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Almeno dagli anni settanta in poi la Rai viene lottizzata dalla politica e chi vince le elezioni e prende in mano le redini del Governo del Paese cerca di piazzare suoi uomini ai vertici delle reti e dei tg. È sempre stato così e sarà sempre così, almeno fino a quando non si individuerà un sistema di pesi e contrappesi, sancito per legge, che possa porre fine alla lottizzazione partitica della tv di Stato.
Due giorni fa il Consiglio d'amministrazione Rai, peraltro spaccandosi, ha approvato le nuove nomine volute dal Governo Meloni e questo ha scatenato, com'era prevedibile, le reazioni indignate della parte politica penalizzata da queste scelte, vale a dire la sinistra, che ha perso le ultime elezioni politiche. Peraltro quando si parla di sinistra non s'intende affatto un blocco monolitico perché il Pd è spaccato in più correnti, il Terzo polo gioca una partita tutta sua e il Movimento 5Stelle cerca di non farsi sottrarre voti dai dem a guida Schlein. Queste divisioni nella sinistra hanno ulteriormente facilitato il compito al centrodestra, che ah occupato le principali poltrone Rai senza particolari ostacoli.
Ma non c'è nulla di scandaloso rispetto al passato. Si può condannare l'andazzo lottizzatorio ormai imperante e radicato ma non si può certo accusare questo Governo di aver fatto peggio degli altri. Ha semplicemente portato avanti una prassi consolidata, che viene spacciata come pluralismo ma in realtà è solo un regolamento di conti tra chi vince le elezioni politiche e chi le perde.
MISTIFICAZIONE DELLA REALTÀ
Tuttavia, al netto di queste tristi considerazioni, che si ripetono da decenni, bisogna registrare con stupore alcuni tentativi di mistificazione della realtà che alcuni volti della tv di Stato hanno portato avanti nelle ultime settimane. Alcuni media vicini alla sinistra hanno accusato la "Rai meloniana" di aver epurato Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, ma in realtà i due non sono stati cacciati da nessuno. Hanno ricevuto un'offerta vantaggiosissima sul piano economico da Discovery e se ne sono andati. Anche un'altra conduttrice di punta della fascia pomeridiana, Serena Bortone potrebbe andare a Discovery perché la sua vicinanza alla sinistra e in particolare a Enrico Letta starebbe orientando i vertici Rai a sostituirla in quella conduzione. Normale amministrazione, scelte che sono sempre state fatte da tutti i Governi e che solo oggi sembrano scandalose perché ad averle fatte è un Governo di centrodestra.
Neppure Lucia Annunziata è stata cacciata dalla Rai, ma ha annunciato nelle ultime ore le sue dimissioni "irrevocabili" dalla tv di Stato. "Non condivido nulla dell'operato dell'attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell'intervento sulla tv pubblica", ha fatto sapere la giornalista nella sua lettera di dimissioni, ed ha aggiunto: "Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale: giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni. Vi arrivo perché non condivido nulla dell'operato dell'attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell'intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell'azienda che vi apprestare a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque". Di recente, in una delle puntate della sua trasmissione domenicale su Rai 3, la Annunziata, intervistando Gianfranco Fini, aveva rivendicato con orgoglio la sua faziosità, che peraltro era apparsa negli anni sempre più evidente. Non si dimentichi che la Annunziata ha ricoperto tantissimi ruoli nella tv di Stato, anche quello di presidente, ovviamente su designazione della sinistra.
REAZIONI SCOMPOSTE
Anche in questo caso, però, non si tratta di una cacciata. Le era anzi stato riconfermato lo spazio domenicale e non aveva ricevuto alcuna interferenza o pressione. C'è chi insinua che il Pd le abbia proposto una candidatura alle europee fra un anno. Sarà vero?
Ma queste reazioni molto scomposte alle nomine fatte dal cda Rai non si fermano alla Annunziata. Antonella Clerici, durante una puntata di "È sempre mezzogiorno", avrebbe commentato sarcasticamente gli addii di Lucia Annunziata e Fabio Fazio con una frase sibillina ma neppure troppo: "Non dobbiamo nasconderci. Noi diciamo sempre la verità, fin troppo. Poi infatti ci cacceranno, ma non importa". Anche lei affetta da manie di persecuzione?
Ciliegina sulla torta un tweet di Gad Lerner, anche lui orgoglioso di aver preso una delle prime tessere del Pd, anche lui con precedenti in Rai nelle gestioni di sinistra e ora indignato verso la svolta meloniana della tv pubblica e solidale con la "povera" Annunziata, che se ne va da sola ma fa la vittima. "Brava Lucia Annunziata - scrive Lerner - non sei donna per tutte le stagioni, vai per la tua strada come ai vecchi tempi... e vediamo cosa son capaci di fare al posto tuo questi "nuovi venuti" che in realtà son tutti vecchie conoscenze, tendenzialmente mediocri".
Sono tutti atteggiamenti fortemente ideologici oltre che arroganti sul piano intellettuale, che nel giornalismo non dovrebbero trovare spazio perché inficiano alla radice il concetto stesso di informazione pubblica e al servizio di tutti i cittadini. Sarebbe molto più onesto da parte di questi soloni del giornalismo targato sinistra lasciar cimentare i nuovi arrivati e, semmai, metterne in luce eventuali carenze professionali o sbandamenti in termini di faziosità. Attaccare la Meloni anche sulla Rai sembra un altro autogol di una sinistra ormai allo sbando.
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