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OMELIA XXI DOM. T.ORD. - ANNO A - (Mt 16,13-20)
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente
di Giacomo Biffi
 

La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo? Voi chi dite che io sia? Da quando è comparso sulla terra, Gesù è sempre stato per gli uomini un enigma inquietante.
Chi è Gesù? Nessuno, per quanto faccia lo svagato o l'indifferente, può sfuggire a questo interrogativo lungo tutto l'arco della sua vita.
Nella pagina evangelica che è stata letta, Gesù stesso provoca la questione, e sembra dirci che un conto è andare ad ascoltare "la gente", cioè le opinioni correnti, e un conto è andare a cercare la risposta dagli apostoli del Signore, cioè della Chiesa.
Il mondo ci dà come risposta la molteplicità dei pareri e la confusione: "Alcuni... altri... altri". La Chiesa, per bocca di Pietro, ci dà come risposta la verità, che è sempre una sola e resta sempre uguale nei secoli.
Chi è Gesù? Un genio che ha intuito prima di tutti gli altri le esigenze di giustizia e di amore che sono nel cuore umano, o un pazzo che è arrivato a credersi Figlio di Dio? Un grande maestro di vita, o un rivoluzionario fallito? Un grande defunto da commemorare, ma che non può salvarci perché è morto e non vive più, o addirittura un esaltato che ha chiesto ai suoi discepoli di amarlo più del padre e della madre?

L'UNICA RISPOSTA VERA E SODDISFACENTE CI VIENE DALLA CHIESA
Nella Babele di tutte queste ipotesi si stacca, semplice e saziante, la risposta di Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Il Cristo, cioè il Messia, colui che gli uomini hanno atteso da sempre; colui che è l'oggetto della nostalgia, magari inconsapevole, di ogni spirito umano che non rinuncia a pensare: colui che è stato mandato a noi da Dio per ricondurci a Dio. Non uno eletto dagli uomini per interpretarne le aspirazioni: mandato da Dio per rivelare l'uomo all'uomo e per guidare l'uomo al destino che è stato pensato per lui.
Il Figlio del Dio vivente, mandato a noi, dunque, non da una divinità astratta e lontana, gelida e indifferente infinità, ma dal Dio vivo, cioè il Dio che vive e dà vita, il Dio che è il centro e il senso di questo nostro esistere, che ci sembra così spesso vuoto, insensato, assurdo, proprio perché non sappiamo più riferirlo al Dio vivo.
Il Figlio del Dio vivente, perciò la vita è sua, sua è la stessa vita posseduta dal Creatore dell'universo; perciò è perennemente vivente anche lui, tanto che se la morte lo ha potuto misteriosamente ghermire, non lo ha potuto tenere ed egli è risorto ed oggi è vivo.
A ben guardare, nella risposta di Pietro è inclusa una professione di fede e una profezia: la fede nella divinità di Gesù, la profezia della sua risurrezione.
Ma anche la risposta di Gesù è piena di luce e va meditata.
Gesù dice a Pietro: Beato! Beato non perché hai parlato di Cristo, ma perché hai intuito il mistero di Cristo. Perché non è salvifico parlare di Gesù; è salvifico coglierne il mistero vitale nell'adesione sincera e sconvolgente di tutto il nostro essere.
Non la carne né il sangue te l'hanno rivelato: nessun mezzo umano porta a questo tipo di conoscenza che salva. Non la sottigliezza dei ragionamenti o l'erudizione delle ricerche storiche o le discussioni accalorate ci possono condurre a questa conoscenza viva e trasformante del Signore Gesù, ma solo il dono del Padre, il dono della fede che il Padre fa a chi non chiude il suo cuore per non lasciarsi salvare.

SE LA CHIESA E' DI CRISTO, NESSUNA POTENZA UMANA POTRA' DISTRUGGERLA
Su questa pietra edificherò la mia Chiesa. La risposta di Gesù ha qui come una svolta improvvisa, e compare sulle sue labbra per la prima volta la parola "Chiesa". Compare in una frase che già rivela l'amore: la mia Chiesa. Quasi a dire che solo nella sua Chiesa - e non in qualunque raggruppamento religioso - si ha la garanzia di trovare veramente la conoscenza di Cristo, e perciò la salvezza.
La mia Chiesa: la Chiesa è sua, e nessuno gliela può rubare; la Chiesa è sua, e non può sfuggirgli di mano e perdersi nell'errore; la Chiesa è sua, e nessuno può impunemente insultarla o avvilirla.
Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa: cioè, la potenza dell'inferno che lavora in questo mondo e insidia ogni forma di bene, non arriverà a dominarla. Per questa promessa la Chiesa è la cosa più forte del mondo; ed è fondata sulla cosa più debole, cioè la fragilità di un uomo; è fondata su Pietro, che vive nel suo successore, il vescovo di Roma; un uomo così debole, che qualunque sicario lo può facilmente colpire, ma che ha sempre con sé la forza di Dio.
«Dove c'è Pietro, lì c'è la Chiesa», ha detto sant'Ambrogio, spiegando con la consueta genialità le parole di Gesù.
Le parole di Gesù vanno prese sul serio. Chi tenta di edificare al di fuori di questa pietra, non è col Vangelo di Cristo, e la sua casa è una casa costruita sulla sabbia.

Nota di BastaBugie: questa omelia del card. Giacomo Biffi è tratta dal libro "Stilli come rugiada il mio dire".
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Le Edizioni Studio Domenicano hanno autorizzato la pubblicazione della porzione di testo sopra riportata con lettera del 3 luglio 2023.

ALTRA OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 16,13-20)
da Il settimanale di Padre Pio
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Fonte: Stilli come rugiada il mio dire