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Le ricordate le "fosse comuni di bambini indigeni nelle scuole residenziali di tutto il Canada"?
Una serie di scavi in siti sospetti ha appena scoperto che... non ci sono resti umani. Un gruppo di indigeni, "Pine Creek First Nation", ha scavato 14 siti della Chiesa cattolica a Manitoba. E non sono stati trovati resti umani. Nel maggio 2021, i leader della British Columbia First Nation hanno annunciato la scoperta di una fossa comune di 200 bambini indigeni tramite radar a penetrazione del suolo in una scuola residenziale nella Columbia Britannica. Il radar ha rilevato "anomalie" nel terreno, ma nessuna prova della presenza di reali resti umani. Ma tanto bastava per fare notizia a livello planetario.
James C. McCrae, ex procuratore generale di Manitoba, ha rassegnato le dimissioni da un comitato governativo dopo aver espresso il suo scetticismo. Scavi sono stati condotti in decine di altre chiese: non un solo corpo.
Pochi giorni dopo l'annuncio di una prima "scoperta", il primo ministro Justin Trudeau ha decretato, su richiesta dei leader tribali, che tutte le bandiere sugli edifici federali sarebbe sventolate a mezz'asta. Il governo canadese e le autorità provinciali hanno promesso 320 milioni di dollari per ulteriori ricerche e a dicembre altri 40 miliardi di dollari in risarcimenti.
Ora persino la CBC canadese ammette: "Non ci sono resti".
E pensare la fatica che aveva fatto il New York Times.
Le "scuole residenziali" sono un capitolo tragico della storia canadese. Nel 1880 il governo arruolò varie organizzazioni per creare questi collegi per giovani indigeni e inserirli nella società. Più della metà di queste scuole erano gestite dalla Chiesa Cattolica. Con la tubercolosi e l'influenza spagnola dilaganti in quel periodo, diverse migliaia di bambini indigeni morirono nelle scuole. Nel 2008 è stata creata la Commissione per la verità e la riconciliazione per aiutare il processo di guarigione da questo capitolo oscuro della storia canadese. Molto lavoro è stato fatto da tutte le parti. I primi a scusarsi, nel 1991, furono proprio i vescovi della Conferenza episcopale.
LA BUGIARDA STAMPA OCCIDENTALE
Ma un "genocidio"? "Fosse comuni"? A leggere la bugiarda stampa occidentale sembrava che il Canada cattolico fosse la Serbia di Mladic.
Conrad Black, fondatore del quotidiano canadese National Post, ora spiega: "Tutta questa controversia è una frode. La performance di Justin Trudeau è stata vergognosa; ha disonorato il Canada". Black scrive che "non è stato scoperto alcun gruppo di tombe in nessuna parte del Canada" e che tutte le accuse sono state avanzate sulla base di distorsioni del suolo. "...Nonostante la generosa fornitura di fondi pubblici per condurre le necessarie indagini forensi, non è noto se ci siano sepolture umane, tanto meno tombe di bambini".
Eppure, anche Papa Francesco - che ha sempre troppa fretta di piacere alla gente che piace - ha rilasciato scuse formali a nome della Chiesa.
Ma in compenso chi esprimeva scetticismo ha visto carriera e reputazione distrutte. Prendiamo il caso dell'ex politico di Manitoba Jim McCrae. In un paio di articoli scritti verso la fine dello scorso anno, McCrae ha sfidato la visione della storia delle scuole residenziali promossa. Così è diventato "un negazionista". Un ex professore universitario si è visto annullare un discorso nel febbraio di quest'anno con la motivazione che "le sue opinioni non avrebbero fatto avanzare il dibattito sulle scuole residenziali e avrebbero causato danni minimizzando il dolore e la sofferenza inflitti ai bambini e alle famiglie delle Prime Nazioni". Altrove, un insegnante della Columbia Britannica si è visto annullare il certificato di insegnante dopo aver criticato la narrativa del "genocidio culturale".
Tom Flanagan, professore emerito di scienze politiche all'Università di Calgary, ha detto la questione è un esempio perfetto di "panico morale".
Bastava leggere i tre principali quotidiano italiani: Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa. Decine e decine di articoli senza fondamento.
Quillette lo definisce "panico generato dai media" in una inchiesta su come la fake news è diventata virale.
CENTO CHIESE BRUCIATE IN POCHI GIORNI
In compenso, per "ritorsione", in Canada cento chiese sono state bruciate in pochi giorni da attivisti e militanti senza che i media ne parlassero, "in un misto di indifferenza e gioia maligna" scrive Mathieu Bock-Coté sul Journal de Montréal. Le chiese vanno a fuoco nei giorni in cui si riparla della sorte dei bambini indigeni che lo stato canadese nell'Ottocento ha cercato di assimilare.
In una intervista con Fox News, il giornalista canadese Ezra Levant spiega il clima e solleva un paradosso tragico: "Il premier canadese Trudeau ha introdotto una legge contro il ‘discorso dell'odio' su Facebook e Internet, ma è silente su questa ondata di attacchi alle chiese".
"Immaginate se, dopo l'11 settembre 2001, negli Stati Uniti, o dopo gli attacchi islamisti degli ultimi anni in Francia, cittadini ‘arrabbiati' decidessero di attaccare le moschee, di vandalizzarle, di bruciarle" scrive ancora Bock-Coté. "Saremmo stati tutti indignati da tali gesti. Li avremmo condannati senza riserve. Avremmo ricordato che tali atti sono criminali, oltre a richiedere una punizione severa per i loro autori. Come, allora, spiegare la reazione attuale?". O meglio, la mancanza di reazione. Un sacerdote canadese ha raccontato che la sua congregazione è fuggita dal Vietnam per cercare libertà religiosa in Occidente. "E oggi il Canada è meno sicuro del Vietnam".
"È stata un'estate difficile per i cristiani canadesi", scrive il Wall Street Journal. Anche una chiesa copta è stata rasa al suolo, non in Egitto, dove l'incendio di chiese copte non è un evento raro, ma in Canada, noto anche come "il centro dei roghi delle chiese del mondo occidentale". La chiesa copta di San Giorgio nel Surrey, che ha servito 500 famiglie e fornito cibo ai senzatetto, è stata incendiata e completamente distrutta. Rimane in piedi solo un muro carbonizzato.
JUSTIN TRUDEAU PEGGIO DI GOEBBELS
Questa è senza dubbio una crisi, ma non lo penseresti osservando la risposta del primo ministro Justin Trudeau. "Sebbene il primo sospetto incendio doloso sia avvenuto il 21 giugno, Trudeau non ha parlato della questione fino al 1 luglio" scrive il Wall Street Journal. "Peggio ancora, dopo dozzine di incidenti in sette diverse province e territori, c'è stato un solo arresto. ‘Mi sbaglio', ha chiesto Aaron Wudrick del Macdonald-Laurier Institute, ‘o quest'anno sono state arrestate più persone in Canada per essere entrate in una chiesa per pregare che per averne incendiata una?'".
Molti hanno festeggiato apertamente alla vista delle chiese che bruciano, racconta il National Post. Gerald Butts, ex braccio destro del premier canadese Trudeau, ha scritto che bruciare le chiese è "comprensibile". La direttrice della organizzazione dei diritti civili BC Civil Liberties Association , Harsha Walia, ha twittato: "Bruciatele tutte!". Una dirigente della Canadian Bar Association ha chiesto che tutte le chiese vengano rase al suolo. Un altro avvocato, Naomi Sayers, ha detto di essere pronta a dare una mano a bruciare tutte le chiese. E l'elenco è ancora lungo. La professoressa della McGill University Debra Thompson si domanda come "è davvero una sorpresa che non le bruciamo tutte".
In Canada, sono state decapitate le statue nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Toronto. Decapitata la statua della Madonna in una chiesa di Toronto, come la statua di un santo a Winnipeg.
In questi anni abbiamo visto numerose fake news prodotte dal "sistema" che vigila sulla definizione di "verità". Questa canadese forse le batte tutte. Neanche il ministro Goebbels avrebbe potuto essere così raffinato da costringere un Papa a chiedere scusa per una menzogna.
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