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Gentile Redazione di BastaBugie,
ho letto con interesse il vostro articolo sull'episodio di Anania e Saffira. Dio li punisce per aver ingannato gli apostoli. Come giustamente da voi sottolineato questo brano si trova nel Nuovo Testamento e questo nonostante quello che solitamente si dice e cioè che il Dio che punisce è una cosa che si trova solo nel Vecchio Testamento.
Onestamente sono d'accordo con voi ed anzi mi ha sempre stupito sentire cristiani che mi contestavano una certa durezza nel parlare dei peccati mortali e volevano sostenere che Gesù, ovvero il Dio delle beatitudini del Vangelo, fosse diverso dal Dio che puniva con il diluvio universale. A questo punto gli chiedevo come fosse possibile che Dio cambiasse idea. Ma loro rimanevano sulle loro posizioni.
Cari amici vi ringrazio di questo articolo che mette le cose in chiaro ed anche per aver fatto notare che proprio questo brano è stato saltato durante le letture del periodo pasquale. Non lo avevo notato, ma controllando mi sono accorta che è proprio così.
A questo punto avrei due domande. La prima è più una richiesta che una domanda, e cioè vi chiedo di approfondire ulteriormente le conseguenze dell'eliminazione del concetto di peccato mortale e di pena eterna. La seconda domanda è una domanda vera e propria e cioè vorrei sapere se la liturgia riformata ha fatto altri tagli mirati alla Parola di Dio, simili a quello clamoroso di Anania e Saffira.
Grazie ancora per il vostro prezioso lavoro.
Maria
RISPOSTA DELLA REDAZIONE
Gentile Maria,
grazie a te per la mail e per l'affetto con cui ci segui. Per quanto riguarda la tua richiesta di approfondimenti ti accontento subito.
Purtroppo l'eliminazione del concetto di pena ha delle conseguenze enormi sulla concezione del Cristianesimo. Infatti la dottrina cattolica insegna che Dio è infinitamente giusto ed esige che ogni male venga riparato attraverso una pena. Anche se la sua Misericordia è infinita non può derogare a questa legge.
Quando Adamo ed Eva commisero il peccato originale, per la sua infinita Giustizia li ha cacciati per sempre dal paradiso terrestre, anche dopo il loro pentimento. Dio ha punito il peccato di Adamo ed Eva con l'introduzione nel mondo della morte, della malattia e della sofferenza. Inoltre ha punito specificatamente Adamo, e con lui tutti gli uomini della storia, con il dover faticare nel lavoro. Ha punito Eva, e con lei tutte le donne, con la sofferenza durante il parto. Inoltre dopo il peccato originale Dio ha chiuso le porte del Paradiso all'umanità. Questa punizione sarebbe durata nel tempo perché non sarebbe bastata un'eternità di sofferenze per ripagare il debito che aveva contratto con Dio commettendo quella colpa.
Se per un cristiano non sono chiare queste cose vuol dire che ha le idee confuse e rischia di non capire cosa sia venuto a fare Gesù nel mondo. Il Signore infatti è venuto tra gli uomini per pagare il prezzo del loro riscatto. Gesù è l'Agnello di Dio, cioè la vittima sacrificale per la salvezza dell'uomo. Questo concetto è espresso in maniera sublime dal salmo 39, che mette in bocca al Messia queste parole: "Non hai gradito né olocausto né sacrificio (...) allora ho detto: Ecco, io vengo" che si potrebbe tradurre anche con il più incisivo "allora vengo io". Immaginatevi Cristo che dice al Padre queste parole, osservando la nostra incapacità di riscattarci da soli. Soffre la più dolorosa passione e muore in croce per pagare sulla sua carne la pena che spettava a noi. Insomma Dio poteva essere soltanto Misericordia e condonare tutti i peccati senza esigere una riparazione. Oppure poteva essere soltanto Giustizia e quindi punire con l'Inferno tutti gli uomini. Ma Dio ha fatto il capolavoro di unire la sua infinita Giustizia (che esigeva la punizione per il peccato) con la sua infinita Misericordia (facendo incarnare suo Figlio per essere punito per noi).
Perché era quindi necessaria l'incarnazione del Figlio e la sua passione, morte e risurrezione? Perché solo con il suo intervento nella storia potevamo essere salvati? Perché in quanto uomo avrebbe pagato per le colpe di tutti gli uomini e in quanto Dio le sue sofferenze avrebbero avuto meriti infiniti, capaci di pagare il debito infinito che avevamo contratto nei confronti di Dio.
Ecco che, alla luce di questi fatti, le punizioni divine e la Redenzione stessa, assumono un significato più chiaro e profondo. Un significato che appariva più sfumato se si dimentica l'episodio di Anania e Saffira.
E vengo alla tua seconda domanda, cioè se ci sono altri tagli nella liturgia. Tra i casi che si possono citare vorrei portare l'attenzione a diversi salmi che sono stati tagliuzzati e tre addirittura eliminati totalmente dal breviario (il 58, l'83 e il 109). Il motivo è semplice: sono considerati troppo violenti per la mentalità contemporanea. Ad esempio nel salmo 58 possiamo leggere "Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca". Il punto è che, anche se queste parole ci possono sembrare troppo dure, non si può censurare la Parola di Dio. Se è Dio che ha tolto la vita ad Anania e Saffira e ha ispirato il salmista a scrivere queste parole dure chi siamo noi per eliminarle? Se cancelliamo i castighi e l'inferno otterremo il risultato che il paradiso sembrerà una storiella per bambini, paurosi di affrontare la vita che hanno bisogno di essere consolati con la promessa di vivere felici e contenti come nelle fiabe. Se non c'è un castigo che senso ha impegnarsi tanto a fare la volontà di Dio fino all'eroismo, accettare e talvolta ricercare la sofferenza per amor suo, come hanno fatto i santi? Gesù insegna che "il regno dei cieli si acquista con la forza e solo i violenti riescono a rapirlo" (Mt 11,12). Con questo vuol dire che il paradiso è solo per i veri uomini che lottano incessantemente contro il demonio, il mondo e contro loro stessi. Per questo è meglio non seguire le interpretazioni mielose oggi tanto alla moda, ma occorre tornare a leggere la Parola di Dio integralmente, cioè senza censure ideologiche e, per questo, fuorvianti.
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