« Torna alla edizione


SONO FIGLIA DELL'UTERO IN AFFITTO E VI GARANTISCO CHE E' DEVASTANTE
Sentivo fin da piccola che c'era qualcosa che non andava, come il pezzo di un puzzle mancante, anche perché non c'erano foto della mia mamma incinta
di Manuela Antonacci
 

Ha 30.000 followers su Tik Tok, Olivia Maurel, ma non condivide contenuti leggeri o improbabili balletti. Olivia Maurel condivide la sua scoperta drammatica: quella di essere nata tramite maternità surrogata e le conseguenze importanti di questa condizione. La 31enne è venuta la mondo tramite utero in affitto, nello stato americano del Kentucky, ma vive a Cannes. Oggi è madre di tre figli e racconta sui social la ricerca della sua identità, le conseguenze quotidiane della maternità surrogata e la sua lotta contro la legalizzazione della pratica in Francia.
In cuor suo, dice di aver sempre sentito sin dalla più tenera età che c'era qualcosa che non andava, come il pezzo di un puzzle mancante. Peraltro il comportamento eccessivamente riservato della madre con cui è cresciuta, il fatto che non ci fossero foto di lei incinta, ma solo foto di Maurel già nata, l'aveva decisamente insospettita. Così è iniziata una sua lunga ricerca, a partire dagli esami del Dna, che l'hanno infine portata a ritrovare la sua madre biologica.
E proprio i risultati del test del DNA non hanno sorpreso Olivia Maurel che già aveva notato delle differenze a livello fisico con i genitori con i quali era cresciuta. «Assomiglio un po' a mio padre ma per niente a mia madre. Sono alta e bionda e mia madre è bassa e bruna». A conferma di ciò, i risultati del test del DNA effettuato lo scorso anno le hanno fornito la risposta definitiva: Maurel non aveva neanche un goccio di sangue francese, ma era per il 33% lituana e per il 33% norvegese.
Eppure racconta che il suo shock non derivasse tanto dalla scoperta della sua madre biologica, quanto dall'essere cresciuta in una famiglia anaffettiva, in cui non si parlava affatto di emozioni e sentimenti: anche questo è stato un chiaro segnale, per lei, che qualcosa non andava. Dopo aver finalmente rintracciato la sua madre biologica ha potuto sottoporle una serie di domande che erano rimaste per troppo tempo in sospeso nella sua testa, causandole danni psicologici: «[Mia madre ndr] era felice di parlare con me ed è rimasta davvero sorpresa. Non pensava che mi avrebbe mai incontrato. Avevo bisogno di sapere alcune cose da lei: le risposte ai vuoti che erano in me da tutta una vita. Com'è andata la mia nascita? E perché mi ha tradita?»
Ma Maurel voleva sapere anche cose banali, per ricostruire pezzi del puzzle della sua identità: «Cose stupide che erano così importanti per me perché non le condividevo con mia madre». Un esempio è il viola, il colore preferito di Maurel: «Non ho mai saputo perché amavo così tanto quel colore. E ora lo so perché, è anche il colore preferito della mia madre biologica». Inoltre ha scoperto che il disturbo bipolare di cui soffre è un'eredità della sua vera madre e questo non insignificante dettaglio, sottolinea, non avrebbe fermato l'agenzia che reclutava madri surrogate ad assumerla per tale ruolo.
Maurel è ancora in contatto con la famiglia che l'ha cresciuta e con la sua famiglia biologica. Tuttavia, è convinta che la maternità surrogata sia una cosa negativa. La nascita dei suoi figli, che ora hanno due e cinque anni, l'ha resa ancora più determinata nella lotta contro questa terribile pratica. «Ero molto spaventata durante la gravidanza perché non conoscevo il 25% dei geni dei miei figli. Non sapevo quali problemi medici avrei potuto trasmettere loro».
Ed è per questo che ora condivide la sua storia su TikTok. «Oggi, i media francesi, mostrano solo gli aspetti positivi della maternità surrogata. Io invece voglio dire alla gente quanto la maternità surrogata possa essere cattiva e parlare delle sue conseguenze sulla donna e sul bambino». Sebbene il presidente in carica Emmanuel Macron abbia definito la legalizzazione della maternità surrogata una "linea rossa" che non vuole oltrepassare, Maurel teme le elezioni, previste per il 2027. «Abbiamo già un ministro dei Trasporti che vuole legalizzare la pratica. Ma continuo a dirlo: avere figli non è un diritto».

 
Titolo originale: Io, figlia dell'utero in affitto, vi dico: è disgustoso
Fonte: Sito del Timone, 24 ottobre 2023