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« Torna alla edizione
«Ci risiamo anche quest'anno, dopo sacrifici e voglia di fare, hanno danneggiato e rubato alcune statuine del nostro presepe. È una vergogna! Sta passando la voglia di fare le cose. Ovviamente procederemo con regolare denuncia». È quello che si legge in un post dell'Associazione Olona Viva, realtà del Comune di San Vittore Olona, parte della città metropolitana di Milano. Un presepe di un paese della provincia lombarda non è una notizia per la quale si rincorrano i lanci di agenzia, certo, ma se consideriamo questo episodio come la voce di un lungo elenco allora sì, si dovrebbe eccome darvi risalto ben al di là della stampa locale. Solo negli ultimi giorni casi simili si sono verificati a Saronno, Cornate d'Adda, Misinto - comune brianzolo.
Su Monza Today viene riferito che «il presepe allestito in piazza è stato preso di mira dai vandali. Uno dei pastorelli (a grandezza naturale) è stato decapitato e la testa del manichino è stata messa nel pozzo». Siamo a Cornate d'Adda, il 15 dicembre, e ad accorgersene è stata una cittadina. Lo ha denunciato amareggiata sui social insieme alla rassicurazione della riparazione messa a punto dal marito. Episodio simile anche a Misinto dove i vandali se la sono presa con le figure della Natività, alla statua della Madonna hanno divelto le braccia. Tra sabato e domenica trattamento simile riservato al presepe di Ubaldo. Atti vandalici alle rappresentazioni della Natività anche a Magenta e a Bareggio dove, dal presepe allestito in piazza, una statua è stata distrutta e una sottratta.
UN PRESEPE VANDALIZZATO AL GIORNO
L'operosa e per tradizione cattolica Brianza non è il solo territorio del nostro paese ad essere interessato da simili fatti che liquidare come semplici bravate aggiungerebbe danno al danno. E il 2023 non è nemmeno il primo anno che riempie le cronache locali di vicende del genere, purtroppo non esclusive del periodo natalizio. In Versilia, per esempio, era ancora novembre quando le statue della Natività del presepe locale sono state colpite e danneggiate (e rapidamente riparate dai responsabili dell'associazione, con un carico di amarezza che si sarebbero volentieri evitati); a maggio è invece successo a Cuggiono, in provincia di Milano, nei locali dell'associazione che raccoglie diversi esemplari realizzati negli anni dai suoi soci, quando ignoti sono entrati di notte nell'edificio e li hanno distrutti. Una prova di ardimento davvero notevole.
Prendendo in esame le cronache locali nel periodo dal 19 dicembre 2022 a fine gennaio del 2023 e mettendo in fila gli episodi denunciati scopriamo che i presepi colpiti, vandalizzati o distrutti sono ben 40, praticamente uno al giorno. Firenze, Pisa, Busto Arsizio, Foggia, Trapani e Verona dove il presepe colpito era allestito nel reparto di radiologia dell'ospedale Borgo Roma, meritandosi in quel caso lo sdegno dallo stesso presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. In piazza Duomo a Firenze, sempre nello stesso periodo, era stata trafugata la statua di Gesù Bambino, ma in quel caso i ladri si sono pentiti e l'hanno riportata al suo posto. Lo stesso è avvenuto anche in altre località, dimostrando in positivo che ciò che viene colpito e si vuole oltraggiare è proprio il significato che questo prezioso simbolo del Natale cattolico porta.
VERA E PROPRIA CRISTIANOFOBIA
Di questo, dunque, si tratta: ostilità dichiarata verso il cristianesimo, o come si dice ai nostri tempi, "cristianofobia". Forse c'è davvero una componente di paura verso Cristo e il Vangelo in questi gesti così odiosi e tristi. Dio si è fatto bambino e si propone nel modo più disarmato possibile eppure non può far altro che mettere l'uomo di fronte a sé stesso e al bisogno insopprimibile e sempre più censurato di essere guarito, salvato, alleggerito del male che egli stesso compie.
Ciò che stupisce e indigna è il colpevole silenzio intorno a questi fatti e al loro palese significato. Lasciarli alla ridotta gittata delle cronache locali, e continuare a declassarli come ragazzate più o meno innocenti, accusa le stesse istituzioni che in altri casi suonerebbero l'allarme e sfoggerebbero il corredo buono dell'indignazione civica: immaginiamo cosa succederebbe se fosse colpita una sede sindacale al giorno o un monumento alla Resistenza o - peggio - qualche installazione recente contro la violenza sulle donne.
Non si tratta di prendersela col Natale della bontà generalizzata, ma direttamente con il segno più importante dell'Incarnazione e quindi il cuore del messaggio cristiano. Quando i casi di vandalismo contro le renne di Babbo Natale o le fontane di luci nelle vie del centro diventeranno frequenti potremo rivedere la nostra posizione. Intanto pare che accanirsi contro Maria, Giuseppe, Gesù Bambino o un pastorello addormentato continui ad attirare di più gli autori di oltraggi e riesca a passare pressoché inosservato.
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