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Fiducia supplicans ha infuso coraggio alla categoria degli innovatori permettendo loro di usare il lapis in modo più disinvolto. Iscritto in questa categoria per meriti acquisiti sul campo è don Simone Bruno, direttore editoriale delle Edizioni San Paolo, il quale su Facebook così arringa in merito a Fiducia supplicans: «Niente da fare! Il nuovo spaventa e attiva meccanismi regressivi». Risposta: siamo sì spaventati quando il nuovo è una nuova eresia, un nuovo errore. E più che attivare meccanismi regressivi, Fiducia supplicans in molti ha attivato meccanismi aggressivi in difesa della verità sulla sessualità, sul matrimonio e sulla grazia. Continuiamo nella lettura: «Ma dobbiamo resistere e dimostrare che le unioni tra persone separate e divorziate e tra persone dello stesso sesso non sono "peccaminose"».
Risposta: potete resistere quanto volete, ma non insegnate l'errore ad altri, per favore. In secondo luogo, saremmo proprio curiosi di ascoltare le vostre dimostrazioni sul fatto che la fornicazione, l'adulterio e l'omosessualità non siano condizioni peccaminose, contrariamente a ciò che insegna la Chiesa. E poi: perché mettere tra virgolette l'aggettivo peccaminose? Forse perché lo stesso concetto di peccato non esiste più? Perché è improprio ritenere che vi siano atti che offendono Dio?
Detto tutto ciò, le affermazioni di don Bruno non rientrano nella dottrina cattolica, fanno parte di un'altra religione o di nessuna religione (vedasi modernismo). La Chiesa cattolica così insegna nel Catechismo in merito al divorzio e all'adulterio: «Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto, liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l'uno con l'altro fino alla morte. Il divorzio offende l'Alleanza della salvezza, di cui il Matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente» (n. 2384); «L'adulterio è un'ingiustizia. Chi lo commette viene meno agli impegni assunti. Ferisce quel segno dell'Alleanza che è il vincolo matrimoniale, lede il diritto dell'altro coniuge e attenta all'istituto del matrimonio, violando il contratto che lo fonda. Compromette il bene della generazione umana e dei figli, i quali hanno bisogno dell'unione stabile dei genitori» (2381).
QUELLO CHE GESÙ CI HA DETTO
E la Chiesa non ha mica tirato fuori dal cilindro questo giudizio, ma è la fotocopia di ciò che Gesù ci ha detto: «chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. [...] Chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio» (Mt 5, 27, 31). In merito all'omosessualità, sempre il Catechismo afferma: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati". Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» (2357). Figuriamoci se possono essere benedetti.
E così abbiamo già risposto ad una successiva affermazione di don Bruno: «quindi [queste unioni] possono essere benedette, cioè si può attestare che tra loro esiste un "bene" affettivo e relazionale. Tutto qui! Cosa c'è di difficile da capire?».
Vallo a dire a quei duri di comprendonio che hanno scritto la Bibbia e il Catechismo. Però concordiamo con don Bruno: per noi è proprio difficile capire lui. Inoltre, un'osservazione in margine: si è aperta la stagione della teologia tra virgolette. Se un termine mal si concilia con quello che si sta dicendo ecco depotenziarlo con le virgolette. Prima abbiamo visto il lemma "peccato" e, in questo passaggio, ora abbiamo letto il termine "bene". Ma è anche una nota di speranza: nemmeno don Bruno è proprio convinto che l'adulterio e l'omosessualità siano un bene, tanto che è costretto a mettere questa parola tra virgolette.
Proseguiamo con l'intemerata del Nostro: «E, infine, che questo "bene" non è racchiuso dentro la cornice sacramentale (state tranquilli e tranquille che la dottrina è salda) e quindi non disturba niente e nessuno, se non la cecità ottusa dei tradizionalisti irrecuperabili (che evidentemente non hanno capito il messaggio evangelico e che si ostinano a chiudersi nella loro malattia psichiatrica)» [poi corretto sostituendo «malattia psichiatrica» con «arida e insensata malvagità»]. Anche qui una breve risposta: quello che fa problema non è la possibilità che queste benedizioni si confondano con il rito del matrimonio - aspetto che sarebbe un'aggravante - ma sono le benedizioni stesse ad essere problematiche dato che dicono bene di alcuni mali. Qui c'è già un vulnus alla dottrina, senza scomodare il sacramento del matrimonio.
COSA C'È DI DIFFICILE DA CAPIRE?
Sacramento che comunque viene danneggiato, perché se benedico una coppia convivente etero sto dicendo che i rapporti sessuali possono avvenire anche al di fuori del matrimonio; se benedico una coppia di divorziati risposati o di adulteri non risposati vuole dire che le proprietà fondamentali del matrimonio dell'unità e dell'indissolubilità non sono più tali, ma meri accessori all'istituto matrimoniale; se infine benedico una coppia omosessuale, anche tramite lo sporco stratagemma della benedizione ad ogni membro della coppia, vuol dire che il matrimonio non è più un vincolo che riguarda le coppie eterosessuali ma anche quelle omosessuali, perché se la loro unione è un bene, come scrive don Bruno, rectius: un "bene", non si vede perché un giorno due uomini o due donne non potrebbero sposarsi. Tutte bordate a danno della dottrina, contrariamente a ciò che scrive il Nostro.
Infine in merito al messaggio evangelico che quei malati mentali dei tradizionalisti non capirebbero, citiamo i seguenti passi assolutamente criptici del Nuovo Testamento: «ciò che Iddio ha congiunto l'uomo non separi» (Mt 19,5-6); «ai coniugati, ordino, non io, ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito, e qualora si sia separata, rimanga senza rimaritarsi, o si ricongiunga con suo marito» (1Cor 7,10-11); «Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento» (Rm 1, 26-27); «Non illudetevi: [...] né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, [...] erediteranno il regno di Dio» (1 Cor 6, 9-10); «sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, [...] per i fornicatori, i pervertiti, [...] e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina» (1 Tim 1, 9-10). Cosa c'è di difficile da capire?
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Tommaso Scandroglio, nell'articolo seguente dal titolo "I dirottatori della Chiesa sono condannati all'insuccesso" spiega che la Chiesa somiglia a un aereo preso in mano da qualcuno che ne ha cambiato il piano di volo. Ma qualunque ne sia il motivo, ha fatto i conti senza la torre di controllo, cioè senza Dio.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 gennaio 2024:
Pare che la Chiesa cattolica sia un aereo caduto nelle mani di dirottatori senza scrupoli. La Chiesa è stata istituita da Nostro Signore per raggiungere alcune destinazioni ed invece capita oggi che alcuni signori abbiano preso il controllo del santo velivolo e abbiano deciso di cambiare il piano di volo. Per quale motivo?
Difficile fornire risposte certe perché le intenzioni ultime non vengono appalesate dai dirottatori e quindi non possiamo che tentare di interpretare il senso delle loro decisioni per risalire appunto alle intenzioni. Almeno tre potrebbero essere le finalità che muovono i dirottatori nel governo della Chiesa e soprattutto nell'insegnare precetti contrari alla sana dottrina.
Prima ipotesi. I dirottatori sono consapevoli ad esempio che l'omosessualità, la contraccezione, il divorzio, l'adulterio, etc. sono condizioni o condotte contrarie al vero bene della persona, ma hanno deciso comunque di chiudere un occhio su questi temi perché la gente fa fatica a seguire il Vangelo, perché i tempi sono cambiati, perché la frequenza alla Messa è inferiore a quella registrata quotidianamente nella Death Valley, perché sono convinti che cedere oggi significa vincere domani, perché non si può chiedere l'impossibile a chi fa già fatica a compiere il possibile. Dunque i dirottatori avrebbero in testa le idee giuste, ma applicherebbero strategie pastorali ingiuste.
Seconda ipotesi. I dirottatori credono fermamente che l'omosessualità, la contraccezione, il divorzio, l'adulterio, etc. siano condizioni o condotte moralmente lecite, che il sacerdozio femminile sia auspicabile, che l'ambientalismo sia una corsia preferenziale per arrivare in Paradiso, che il surriscaldamento della Terra sia da temere più che il surriscaldamento dell'Inferno, che la povertà materiale sia un male peggiore della povertà spirituale, che è più grave essere immigrati che peccatori, che la Messa in vetus ordo e la crescita vocazionale in alcuni seminari siano retaggi indietristi da ostacolare in tutti i modi, che conversione faccia rima con oppressione. Insomma una Chiesa al contrario, sottosopra, in cui i nostri dirottatori hanno in testa le idee sbagliate e si comportano di conseguenza adottando piani pastorali disastrosi.
Terza ipotesi. Omosessualità, divorzio, abolizione del celibato sacerdotale, ambientalismo et similia sono solo strumenti per distruggere la Chiesa e quindi sovvertire l'ordine voluto da Dio nel mondo. Lo scopo vero quindi non sarebbe quello di una morale e una fede mondanizzate, secolarizzate e dunque impregnate di relativismo e infine di nichilismo. Morale e fede prive di verità autentiche sarebbero solo mezzi per scopi più elevati o infimi se volete: la demolizione dell'edificio sacro della Chiesa, la lotta voluta e convinta contro Nostro Signore Gesù Cristo. Con piena coscienza quindi si vorrebbero promuovere ad esempio benedizioni gay e comunione ai divorziati risposati per minare nel profondo le fondamenta della Chiesa. I dirottatori sarebbero quindi dei veri e propri anticristi. Il "bene delle persone" sarebbe solo una foglia di fico usata per nascondere le vere intenzioni di carattere sovversivo.
Non sappiamo se una o più o nessuna di queste ipotesi siano vere, ma sappiamo che se i dirottatori fossero animati da una di queste intenzioni sono certamente condannati all'insuccesso. Perché i dirottatori non hanno fatto i conti con la torre di controllo, ossia con Dio. Ciò che pensano sia il loro punto forte - l'immanente, la visione orizzontale della storia, ossia le esigenze del mondo - sarà la loro rovina. Infatti il mondo, la storia è in mano a Dio. Pensare al mondo escludendo Dio, credere che Dio non intervenga nella storia perché tutto è in mano agli uomini sarà per loro un errore fatale, perché nulla sfugge alla sua Provvidenza. Dio dunque permette il male per un bene maggiore e quindi sa trarre dal male il bene. La storia lo ha insegnato molto bene. La Chiesa ai suoi albori fu perseguitata duramente, ma poi rifiorì. Il papato fu un disastro intorno all'anno Mille, ma poi arrivarono Francesco e Domenico. Ci fu il Protestantesimo, ma è grazie ad esso che abbiamo avuto la Controriforma. E così via.
Anche questa volta è certo che Dio permette che la sua Chiesa venga deturpata in volto per un bene maggiore. Forse - è una delle teorie maggiormente proposte in questi tempi - Dio sta tollerando tutto questo perché il male emerga in tutta la sua grandezza e sia ben visibile, tanto da distinguerlo facilmente dal bene e in tal modo estirparlo con più efficacia. Come se un medico non volesse curare un malato affinché i sintomi della malattia aumentino con il passare del tempo così da rendere evidente la vera patologia da cui è affetto, per poi intervenire al fine di curarlo con maggiore successo. È la teoria della parabola della zizzania: «E i servi gli dissero: "Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?" "No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: 'Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio' "» (Mt 13, 28-30).
Il rigetto di ben 15 conferenze episcopali di un documento del Magistero autentico qual è Fiducia supplicans insieme alle critiche di decine e decine di vescovi provenienti da tutto il mondo, ma soprattutto dal sud del mondo, forse è il segnale che sta iniziando la mietitura, che la torre di controllo sta facendo convergere sull'aereo dirottato alcuni caccia militari. In questo senso, forse, Fiducia supplicans potrebbe essere un documento provvidenziale nel senso letterale della parola perché potrebbe essere la goccia che farà traboccare il vaso, il passo falso che farà scoprire il truffatore, l'errore marchiano nella banconota contraffatta che metterà nei guai il falsario, la pistola fumante che non potrà più passare inosservata nemmeno al giudice più corrotto al mondo.
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