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L'ecocidio reato punibile da 5 a 10 anni di carcere, questo prevede l'ultima folle normativa europea che l'attuale Parlamento, ormai agli sgoccioli, ha definitivamente approvato il 26 febbraio e che dovrà essere traslata nell'ordinamento giuridico dei 27 paesi europei entro i prossimi due anni. Ieri, al culmine della follia, lo stesso Parlamento ha approvato la nuova legge sul «ripristino della natura» dove i protagonisti saranno farfalle e uccelli, non certo gli agricoltori o boscaioli. Martedì, il Parlamento ha approvato in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale, la nuova direttiva, concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni. Tra i nuovi reati figurano il commercio illegale di legname, l'esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell'Ue in materia di sostanze chimiche e l'inquinamento provocato dalle navi.
I parlamentari europei hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti "reati qualificati", vale a dire quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all'ecocidio (ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l'inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo). I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d'impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata dell'evento provocato, della gravità o della reversibilità del danno. Per i cosiddetti reati qualificati o paragonabili ad ecocidii, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni. Per le imprese l'importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo del gruppo, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Inoltre, i parlamentari hanno introdotto l'obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell'ordine, giudici e pubblici ministeri, redigere strategie nazionali e organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.
CRIMINALIZZATI I CASI DI DANNO AMBIENTALE
Con l'approvazione definitiva del Parlamento, l'Unione Europea è diventata il primo organismo internazionale a criminalizzare i casi più gravi di danno ambientale "paragonabili all'ecocidio". La distruzione dell'ecosistema comprende la perdita di habitat e il disboscamento illegale: aspetta dunque a tagliare il boschetto sotto casa o accendere fuochi per incenerire le stoppie! Secondo Marie Toussaint, avvocato francese ed eurodeputata del gruppo Verdi/Alleanza libera europea e già parte del team degli ambientalisti di "EndEcocide", l'Ue sta «adottando una delle leggi più ambiziose al mondo... La nuova direttiva apre una nuova pagina nella storia dell'Europa, punendo da coloro che danneggiano gli ecosistemi e, di conseguenza, proteggendo la salute umana. Significa porre fine all'impunità ambientale in Europa, che è cruciale e urgente», ha affermato.
Nella sua relazione sulla lotta contro la criminalità ambientale in Europa, l'Ufficio europeo dell'ambiente (Eeb) cita numerosi esempi di reati ambientali che sono rimasti impuniti perché non sono stati inclusi nella direttiva. La direttiva non include direttamente la parola «ecocidio», nel suo preambolo si fa riferimento solo a «casi paragonabili all'ecocidio», gli ambientalisti si sono detti molto soddisfatti. L'ecocidio è definito come «atti illeciti o arbitrari commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che tali atti causino danni gravi e diffusi o a lungo termine all'ambiente» e tale proposta è stata formulata nel 2021 da 12 avvocati di tutto il mondo e presentata dall'organizzazione ambientalista "Stop Ecocide International".
UN NUOVO REATO
L'approvazione di una definizione comune da parte di diversi Stati di tale nuovo reato, potrebbe consentire il perseguimento e la condanna degli atti di distruzione ambientale da parte della Corte penale internazionale, fondata sullo Statuto di Roma e che al momento si dedica a giudicare in casi di crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità, dei genocidi e delle aggressioni. Insomma, dall'estrazione dell'acqua da una fonte, all'introduzione e alla diffusione di specie esotiche invasive, sino alla distruzione dell'ozono, tutti identificati come reati ambientali paragonabili all'ecocidio nella nuova direttiva, vi porterebbero sul banco dei 'criminali di guerra'. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva riveduta nel diritto nazionale, ma secondo il relatore della direttiva in Parlamento Antonius Mandes del Ppe , potrebbe esser necessario avere anche un pubblico ministero a livello europeo, ampliando il «mandato della Procura europea» per gestire «tali casi».
Con l'introduzione dei reati «paragonabili all'ecocidio» l'ideologia green europea tocca il suo apice giustizialista. A riprova che al peggio non c'è limite, il Parlamento europeo ieri ha approvato definitivamente la nuova normativa per il «ripristino della natura» che obbliga gli Stati membri a ripristinare almeno il 20% degli habitat (le foreste, praterie e zone umide ai fiumi, ai laghi e ai letti coralli) entro il 2030, aumentando al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i paesi dell'Ue dovranno compiere progressi in due dei seguenti tre indicatori: l'indice delle farfalle dei pascoli; la quota di terreni agricoli caratterizzati da un'elevata diversità paesaggistica; lo stock di carbonio organico nel suolo minerale delle terre coltivate.
Si deve anche aumentare l'indice di avifauna dei terreni agricoli comuni, perché gli uccelli sono buoni indicatori dello stato generale della biodiversità. L'affidamento ai sacerdoti verdi, protettori di farfalle, uccelli e bestie randagie, segna l'ulteriore scivolamento verso la follia totale degli attuali parlamentari e burocrati di Bruxelles.
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